««Le circostanze prospettate in quella conversazione si sono rilevate prive di fondamento»: così il responsabile della comunicazione alla Camera prova a spegnere le polemiche sul file che ha sconquassato i già fragili equilibri tra i pentastellati palermitani. Mentre proseguono gli appelli incrociati alla Procura
Audio M5s, per i nutiani «registrazione consapevole» Cottone chiede scusa. Forello: «Macchina del fango»
Non si placano le polemiche attorno alla registrazione audio diffusa nei giorni scorsi e che rischia di influenzare negativamente la campagna elettorale del M5s a Palermo. Il file nel quale Andrea Cottone, responsabile della comunicazione del movimento 5 stelle alla Camera, lancia pesanti dubbi e insinuazioni sulla gestione di Addiopizzo da parte di Ugo Forello – attuale candidato a sindaco pentastellato -, da oggi non si trova più online ma fino a ieri circolava liberamente sul web. Di fronte a se (siamo a luglio 2016 in una saletta di Montecitorio) Cottone aveva Riccardo Nuti e i deputati a lui vicini Giulia Di Vita, Loredana Lupo, Claudia Mannino e Chiara Di Benedetto. Nei giorni scorsi si è appreso che quella registrazione è già agli atti della Procura che sta valutando se aprire un fascicolo in merito.
Intanto le persone coinvolte nella vicenda fino a questo momento preferiscono fornire le proprie versioni su facebook. A partire da Chiara Di Benedetto, deputata del M5s, che in merito al proprio ruolo scrivere che «i partecipanti alla riunione oggetto della registrazione erano pienamente consapevoli e concordi alla registrazione della conversazione. Io e i miei colleghi non abbiamo rubato nulla, non siamo ladri. Aggiungo che ho dato mandato al mio avvocato di querelare chiunque affermi il contrario». Per poi specificare ancor più nettamente che «non siamo i responsabili della diffusione dell’audio. E’ vero, piuttosto, che l’audio è agli atti come prova processuale per la difesa, depositato presso la Procura di Palermo, dalla quale, e’ sotto gli occhi di tutti, vi e’ una costante fuga di notizie che subiamo da mesi. E’ evidente il tentativo di distogliere l’attenzione dal contenuto dell’audio. Mi auguro che la Procura voglia fare chiarezza e che venga aperto al più presto un fascicolo nell’interesse dei cittadini e anche del Movimento 5 stelle che continuerò sempre a difendere da chi vuole fermarlo».
E sempre sulla più celebre piattaforma social Andrea Cottone, che invece continua a sostenere come la registrazione sia stata effettuata e poi diffusa a sua insaputa, chiarisce alcuni punti. «Sta circolando un audio registrato nell’ambito di una riunione riservata avvenuta circa un anno fa all’interno della Camera dei Deputati, tra il sottoscritto, al quale era stato richiesto da alcuni deputati di raccogliere informazioni, come normalmente avviene nell’esercizio delle funzioni di addetto alla comunicazione del gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle della Camera, e gli stessi deputati. Tengo, pertanto, a precisare che si trattava di un’analisi necessariamente preliminare e parziale, contenente dati, notizie o valutazioni sommarie non supportate da specifica documentazione. Questo atto rappresenta l’avvio di un iter che, a seguito di ulteriori chiarimenti, ha sciolto ogni dubbio e chiarito che le circostanze prospettate in quella conversazione si sono rilevate prive di fondamento».
Poi Cottone scende nel particolare. «Mi scuso chiaramente con tutte le persone coinvolte – aggiunge l’addetto alla comunicazione pentastellata – e, in particolare, col comitato Addiopizzo e con Ugo Forello nei confronti dei quali, in quella sede, non si sono mai volute formulare accuse di alcun tipo né, tantomeno, esprimere alcun intento diffamatorio. E’ noto, infatti, come l’esperienza di Addiopizzo abbia negli anni contribuito al progresso della città di Palermo e meriti, pertanto, tutto il più profondo rispetto. Mi preme rilevare, infine, come mi sono immediatamente attivato per denunciare l’accaduto alle autorità competenti richiedendo di accertare e individuare ogni eventuale responsabilità nonché intraprendere ogni iniziativa necessaria a inibire la divulgazione dell’audio e, per quanto possibile, a rimuovere quella in atto». In serata è arrivata poi la replica del diretto interessato, Ugo Forello. Anche il candidato a sindaco pentastellato sceglie un monologo postato sulla propria bacheca.
«La macchina del fango è partita – dice – Gli attacchi denigratori di questi giorni oltre a ledere la mia immagine, quella del comitato Addiopizzo, di cui ho fatto parte per anni, in piena campagna elettorale, sono un attacco al MoVimento 5 Stelle. Non sono accettabili». Forello difende poi l’operato di Addiopizzo, affermando che «ha segnato una rivoluzione del popolo palermitano alle pressioni mafiose, non permetteremo a nessuno di strumentalizzare a fini politici la lotta e il contrasto alla mafia. Oltre 250 imprenditori grazie ad Addiopizzo hanno denunciato il racket e l‘attività degli associati sostenuti è sempre stata a titolo gratuito». Spazio poi ai chiarimenti anche sulla posizione personale: «Io non ho mai deciso i miei compensi, a deciderli è un giudice terzo. Dal Pon sicurezza realizzato in città dal Comitato Addiopizzo e citato nell’audio circolato non ho preso un euro, ma esso ha comportato il pagamento di tredici lavoratori con uno stipendio di circa mille euro al mese. Inoltre, la Commissione Antimafia e l’Autorità di verifica e gestione dei progetti ha accertato la completa e corretta rendicontazione dell’uso delle risorse pubbliche».