Attività produttive: la nuova prova di Bianco «Articolo 4 forte, serve più di un assessorato»

Il dopo Angela Mazzola non sarà semplice. E se il sindaco Enzo Bianco ha deciso di prendere in mano le deleghe alle Attività produttive e al centro storico, ha anche precisato che «valuterà le possibili decisioni future in merito». Un’affermazione che lascia aperti gli scenari per il futuro. Soprattutto quelli che vedono protagonisti gli esponenti cittadini di Articolo 4, il partito dal quale Mazzola era stata indicata. L’avvocata prestata alla politica è stata forse l’assessora più criticata per tutta la durata del suo mandato. Soprattutto dai gestori dei locali del centro, che attendevano un regolamento sui dehors mai approvato. «Dopo quasi tre anni di lavoro sfiancante, che scegliesse di andare via era normale», sostiene Alessandro Corradi, da mesi indicato come possibile successore dell’ormai ex assessora.

Avvocato, 33 anni, ex consigliere comunale del Popolo delle libertà, Corradi è un fedelissimo di Luca Sammartino e Valeria Sudano. «Li sento quotidianamente – dice – Parliamo di quali soluzioni possono essere le migliori per lo sviluppo della città». Per la carica di assessore lui si dice «a disposizione del mio gruppo politico e degli amici che lo compongono». Ma la nomina potrebbe essere di là da venire, e i rapporti di forza non sono ancora stabiliti. La scelta di Bianco di assumere l’interim minaccia di non piacere a molti. Un modo per prendere tempo, si dice, in attesa di trovare la quadra su chi prenderà il posto di Mazzola. «Il sostegno all’amministrazione comporta oneri e onori – dichiara Alessandro Corradi – La giunta è l’unico luogo in cui si può incidere veramente sull’attività amministrativa».

E tra i corridoi di Palazzo degli elefanti si dice che Articolo 4 non veda l’ora di incidere sul serio. «Il nostro gruppo ha una solidità invidiabile in consiglio comunale – prosegue Corradi – la nostra posizione è chiara». E dipende in buona parte dal numero di consiglieri che siedono in aula. «Siamo una compagine corposa – afferma l’avvocato – Numericamente possiamo avere l’opportunità di più uomini in giunta». Non un solo assessorato, quindi. Ma almeno un paio. Il secondo nome che circola è da mesi quello di Nuccio Lombardo: «Una grande risorsa, un politico d’esperienza», secondo Corradi. Per il quale, invece, se Bianco dovessero decidere di tenere a lungo per sé le Attività produttive manderebbe un segnale politico ben preciso: «Vorrebbe dire che non ritiene opportuno dare spazio ad altri gruppi».

Quel che è certo, secondo l’esponente articolista, è che «non è questione di un singolo avvicendamento: questo è il momento in cui il sindaco deve decidere se rifare la giunta oppure no». Il celeberrimo rimpasto, che molti attendono e che ancora non si è fatto vedere. «La mia professionalità è certamente riconosciuta, io sono a disposizione del primo cittadino, ma l’uscita del mio nome è stata forse avventata». Tanto più che lui con Luca Sammartino e Valeria Sudano, leader del partito, «dell’assessorato non ho ancora parlato. Ma nel momento in cui si dovesse aprire un’interlocuzione di questo tipo faremo un’attenta valutazione. Poco importa che sia io o qualcun altro del mio stesso gruppo». Se il dialogo, però, non partisse? «Chiariamo un punto – assicura l’ex consigliere comunale – Il sostegno si basa sui programmi. E diversi anni fa abbiamo deciso di sostenere il programma di Enzo Bianco. Allo stato attuale non credo ci siano i presupposti per una guerra fredda di posizioni politiche, la città non ne ha bisogno».

Il fatto che rimane, sottolinea Corradi, è che «Articolo 4 può dare un impulso diverso a questa sindacatura». La metà del mandato, intanto, è ormai superata e non è chiaro da che parte Bianco guardi per il suo futuro. Chi guarda verso di lui, però, è chiarissimo: Catania futura, l’appendice catanese del movimento Sicilia futura di Nico Torrisi e Nicola D’Agostino, è numericamente rilevante quanto i sammartiniani. E potrebbe non gradire un passaggio di testimone interno ad Articolo 4. A questo si aggiunge un clima politico confuso più del solito. La venuta del primo ministro Matteo Renzi a Catania e la firma del Patto per la città hanno rinnovato le domande che parecchi si pongono sugli obiettivi dell’attuale primo cittadino etneo. Ambisce solo alla carica di maxi-sindaco della città metropolitana che verrà o anche al ruolo di presidente della Regione, che in questo momento è di Rosario Crocetta? «Catania è da sempre un laboratorio politico effervescente», ricorda Alessandro Corradi. 


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