Alla fine comanda Roma. Questo è quanto emerge dallo stato dell'arte dei bandi per il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Prime vittime e scadenze imminenti, ma alla fine è tutto un lavoro di negoziazione con i ministeri
La faticosa programmazione per attingere al Pnrr Tra corse contro il tempo e pochissima discrezionalità
«Un’intesa di natura politico-programmatica-istituzionale». Questo è il Pnrr nelle parole dell’assessore all’Economia Gaetano Armao. Una definizione che calza perfettamente con lo strumento messo a disposizione dal governo centrale alle regioni almeno per i prossimi quattro anni. Ma la pioggia di milioni di euro prevista, che vede la Sicilia in una posizione piuttosto favorevole in termini di percentuale di stanziamenti, comporta oneri e onori, con i governi regionali – tanto quello guidato da Nello Musumeci, quanto quello che uscirà dalle urne dopo l’estate – e soprattutto gli uffici, costretti a una serie interminabile di corse contro il tempo per rientrare all’interno dei bandi che si andranno via via susseguendo sulle varie assi di sviluppo previste dal Piano nazionale ripresa e resilienza.
Bandi che poi prevedono, anche in questo caso in maniera sistematica, una fitta interlocuzione con i ministeri di competenza e tanto lavoro di negoziazione strettamente politico. «La Sicilia, proprio perché sta lavorando assiduamente, è stata individuata dalle altre regioni italiane come riferimento per l’interazione con il governo nazionale. E questo è un effettivo riconoscimento – dice ancora Armao – La gestione dei fondi del Pnrr è sostanzialmente centralizzata, in Italia più che in altri Paesi d’Europa, probabilmente anche per la debolezza amministrativa di alcune aree del Paese. Al momento c’è poco da fare, se non presentare bandi». Nulla di regalato, insomma. Da qui anche la difficoltà nel quantificare in maniera precisa l’ammontare del totale delle somme che, secondo le aspettative, dovrebbero essere in grado di spostare verso l’alto il Pil della Sicilia di almeno un punto percentuale.
E che nulla sia regalato in ambito Pnrr lo sa bene l’assessore all’Agricoltura Toni Scilla, vittima per primo di una falsa partenza, con l’ormai tristemente nota vicenda dei 31 progetti presentati dai consorzi di bonifica siciliani e bocciati in blocco dal ministero per le Politiche agricole. Mentre a Palermo si cerca ancora di dare la responsabilità alle famigerate linee guida per la presentazione dei bandi, anche sui sei progetti che Scilla aveva definito in corsa per rientrare in graduatoria sembra essere calato il sipario. La speranza non è del tutto persa, ma è oggettivamente flebile. La Regione ha infatti tentato la mossa della disperazione presentando una serie di controdeduzioni tecniche per chiedere una riclassificazione dei progetti, ma una nota del ministero da una parte accoglie le motivazioni rispetto alla procedura tecnica, dall’altra espone la propria mancanza di intenzione di stravolgere una classifica già fatta e finita, quella dei progetti presentati dalle varie regioni nei tempi e nei modi corretti. Anche qui la soluzione che potrebbe portare al potenziamento delle strutture irrigue passerà da un intenso lavoro di interlocuzione con il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli.
E per un assessore che paga per un ritardo ce n’è un altro che va di corsa, si tratta di Alberto Samonà, delegato ai Beni culturali, che al momento perde il sonno per due scadenze fissate al 15 marzo. Anche se, a dire il vero, la Regione ha potere solo su una di queste due. Si tratta del bando nell’ambito della Missione 1 del Pnrr (Innovazione e digitalizzazione nei settori della Pubblica amministrazione, nella Cultura e nel Turismo e nel sistema produttivo italiano), capitolo 2.1, che prevede due linee di intervento: una destinata al rilancio del tessuto imprenditoriale nei singoli Comuni con meno di cinquemila abitanti, con una provvista economica di circa 43 milioni di euro complessivi, che consentirà di finanziarie circa una trentina di progetti, visto che il tetto massimo è di poco oltre 1,6 milioni di euro. Diversi enti locali stanno lavorando per presentare i propri progetti entro i termini stabiliti dal ministero.
L’altra interamente in capo alla Regione, chiamata a presentare lo studio di fattibilità su un progetto di rilancio per un borgo a rischio. In questo caso l’assessorato si è concentrato sul borgo di Cunziria, un agglomerato di abitazioni pressoché abbandonate che ricadono sul Comune di Vizzini, nel Catanese, e che un tempo erano abitate da conciatori, da cui il nome del piccolissimo centro. «Il bando – spiega Samonà – prevede il riutilizzo di quelle che sono attività artigiane e la pietra locale. Nel caso di Cunziria si tratta di un borgo storico che si è andato svuotando a partire dagli anni ’60. Il fatto di essere sostanzialmente abbandonato da oltre 50 anni lo rende un esempio calzante di cultura contadina e ha fatto sì che mantenesse l’assetto originario, senza interventi che ne hanno fatto snaturare la formazione e questo ci avvantaggia nell’ottica del bando». In questo caso, però, in soccorso della Regione era arrivato il Comune di Vizzini, che «aveva già presentato da tempo all’assessorato un progetto che ben si può sposare con la richiesta del Pnrr, cosa che ci favorisce con i tempi strettissimi», come conferma lo stesso assessore.
Più complicata la questione riguardante i fondi per la Sanità. La scorsa settimana l’assessore Ruggero Razza ha riferito in Aula spiegando la poca discrezionalità che la Regione poteva avere nell’utilizzo e nella scelta di indirizzo dei fondi previsti dalla Missione 6 (Innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale), ma nelle more dei bandi ancora sotto analisi dovrebbero rientrare importanti interventi sugli ospedali periferici, e novità sull’incremento del personale. Per il resto è tutto in divenire, con i ministeri che di volta in volta informano gli assessorati di quelli che sono i bandi di prossima uscita e con il governo regionale che si è impegnato a condividere con l’Aula lo stato dell’arte delle varie evidenze passo dopo passo. «Sulle questioni di competenza regionale il circuito informativo riguarderà assessorati e commissioni di competenza – conclude Armao, che proprio in Aula si è impegnato a garantire una gestione trasparente dell’azione governativa – Non può accadere che deputati leggano sui giornali cose che non sono ancora state pubblicate, ci sarà confronto sulla programmazione del Pnrr. Le linee programmatiche, poi, le snoccioleranno gli assessori in Aula».