L'ex governatore, rinfrancato dal risultato ottenuto alle Comunali in più centri della Sicilia, guarda al futuro. Non prima di rispondere alle stoccate del lombardiano Roberto Di Mauro: «La Democrazia Cristiana una lista civica? Se ne accorgerà»
Il buon raccolto di Totò Cuffaro in vista delle Regionali «La Dc proporrà una donna, presenti in tutti i collegi»
«È stata un’annata difficile, fortunatamente sono riuscito a salvare la qualità ma non la quantità che si è quasi dimezzata». All’indomani del voto delle Amministrative si può dire che per Totò Cuffaro il bilancio politico è stato migliore di quello vitivinicolo. Le campagne a San Michele di Ganzaria, pur non avendo avuto problemi d’acqua, fortuna non diffusa tra gli agricoltori siciliani, hanno comunque risentito di una stagione difficile. Alle urne, invece, la Democrazia Cristiana ha raccolto risultati incoraggianti verso quel cammino di rilancio in cui l’ex presidente della Regione, da ormai un anno tornato in politica nelle vesti di capitano non giocatore per via dell’incandidabilità seguita alla condanna scontata per favoreggiamento a Cosa nostra. «Abbiamo presentato liste composte da ragazzi e ragazze per bene, che credono in una politica fatta ancora di ideali e non solo di appartenenze temporanee», dichiara Cuffaro a MeridioNews.
Il dato più brillante è arrivato da Favara, nell’Agrigentino, dove la Dc è stata la lista più votata. Ma non solo: dal riconteggio dei voti è venuto fuori che anche il candidato consigliere democristiano è quello che ha raccolto più preferenze. «Purtroppo il candidato sindaco che sostenevamo non è riuscito ad andare al ballottaggio, ma per noi è stata una prestazione importante – continua Cuffaro -. Ma lo stesso vale a Canicattì, dove i nostri hanno popolato la lista Liberi e Forti e ora vedremo chi sostenere al secondo turno. E poi ricordo che abbiamo avuto consiglieri eletti anche a Giarre e Caltagirone». A gettare acqua sul fuoco dell’entusiasmo scudocrociato è stato nei giorni scorsi Roberto Di Mauro, autonomista e altro big della politica agrigentina. «Ho letto sul vostro giornale che ha definito la Dc una lista civica, ma non ho idea di cosa parlasse – replica Cuffaro -. Se abbiamo dovuto raccogliere le firme è stato soltanto perché al momento non abbiamo eletti all’Ars, ma alle Regionali avremo la nostra lista in tutti i collegi. Poi mi permetta di dire che sentire queste osservazioni proprio da Di Mauro, che nella Dc ha passato vent’anni, fa specie: posso rassicurarlo del fatto che ci siamo e continueremo a esserci, mentre non so cosa ne sarà delle sue liste civiche presentate alle Comunali».
Il secondo capitolo della vita politica di Totò Cuffaro punta a essere totalmente diverso dal primo, ma al contempo ha qualcosa del passato, anche quello precedente alle sue esperienze da governatore: la nuova Dc in qualche modo è legata al Novecento. «Continuo a credere a una politica fatta di valori e ideali, di rapporto con le persone. Ecco, da questo punto di vista, posso dire con certezza che io e l’onorevole Di Mauro abbiamo un approccio diverso nel fare le liste». Le ambizioni democristiane qualche mese fa sembravano poter trovare vento a favore in quell’idea di riorganizzazione di un grande centro, poi nel corso dell’estate accantonata con il riposizionamento frastagliato degli esponenti di Italia Viva in Sicilia. «Non sono d’accordo – ribatte Cuffaro -. A quella cena dei paccheri non fui invitato, ma non sarei comunque andato. In quel momento a sedersi a un tavolo sono stati pochi dirigenti di partito, mentre per me a fare rinascere il centro saranno i cittadini». Principi, quello della politica fatta dal basso, che in Sicilia, terra di grandi elettori, non hanno quasi mai trovato applicazione. Neanche nel Novecento. «Ma guardi, in passato, l’idea che un deputato si spostasse da una corrente all’altra di un partito, portandosi dietro il proprio bagaglio di voti, era accettabile e accettata. Oggi invece – commenta Cuffaro – non sarei così certo che saltare da un partito all’altro garantisce il mantenimento del consenso. In ogni caso deputati o ex deputati non ne prendo, e le mie chat lo dimostrano».
Guardando al futuro, per le Comunali a Palermo si lavora a una collaborazione con Davide Faraone, Fabrizio Ferrandelli e Saverio Romano, mentre è naturale chiedersi quale sarà il ruolo di Cuffaro nella definizione delle prossime alleanze elettorali per il rinnovo dell’Assemblea regionale siciliana. «Non abbiamo la presunzione di voler indicare la candidatura, ma abbiamo la consapevolezza di dover partecipare al tavolo per la scelta del presidente – va avanti l’ex governatore – Noi vorremmo che fosse una donna, ma soprattutto una figura che incarna i valori della Democrazia Cristiana. Altrimenti non potremo appoggiare alcuna candidatura». Nel giorno in cui nel Catanese è avvenuto uno sbarco di migranti, parlare di valori cristiani e accoglienza, e di quanto ciò possa convivere con le prese di posizioni di un partito come la Lega, è doveroso. «Io credo che la solidarietà sia un valore non trattabile, mentre sulle politiche dell’accoglienza ci si può sedere e ragionare per stilare un programma condiviso», chiosa Cuffaro.
Al termine delle Comunali, un altro ex presidente della Regione che ha dimostrato di essere ancora sul pezzo è senz’altro Raffaele Lombardo. Il leader degli autonomisti, però, da tempo ha scelto il basso profilo, lasciando parlare le urne. «Se lo sento? No, quando ci incontriamo, ci salutiamo. Io ho deciso di tornare in campo e metterci la faccia perché ho pagato i miei errori e voglio contribuire a fare crescere una classe di giovani con valori sani». A rendere diversi Cuffaro e Lombardo per ora è anche la storia giudiziaria. Quella del politico di Grammichele è ancora in corso: «Non posso che augurargli che si concluda per il meglio». Un’ultima battuta sull’attuale presidente della Regione, quel Nello Musumeci che per potersi giocare la riconferma a palazzo d’Orleans deve prima convincere gli alleati. «Non giudico il suo operato, mi limito a dire che per me è sempre stato un uomo di destra e credo – conclude Cuffaro – sia giusto che rimanga fedele ai propri valori».