La kermesse del governo dopo i primi tre anni di vita Musumeci: «Con me la mafia è rimasta fuori dalla porta»

«Stordito». Così si è definito il presidente della Regione Nello Musumeci nel corso dell’evento organizzato a Palermo per parlare dei primi tre anni di governo. Il motivo non sta né nel caldo né nelle critiche arrivate dopo le parole pronunciate da Antonello Montante sui contatti avuti con il governatore dopo le ultime elezioni e quando era già nota l’indagine per concorso esterno a carico dell’ex numero di Confindustria. Lo stordimento di Musumeci è giustificato dai risultati. «Sono stordito dalle cose che abbiamo fatto, molte non le conoscevo perché legate alla gestione autonoma dei dipartimenti», ha detto il presidente della Regione ai giornalisti presenti alla chiesta di Santa Maria dello Spasimo, la location della kermesse. 

Le parole di Musumeci sono arrivate in risposta alla domanda riguardante le assenze registrate tra gli esponenti di maggioranza. Un fatto interpretato da molti come un messaggio alla sua leadership, specialmente nell’ottica della campagna elettorale in vista per le Regionali dell’anno prossimo. «Gli assenti contateli voi. C’è tanta gente, ci sono i rappresentanti di vari partiti, ci sono i sindaci che sono i veri protagonisti di questa assemblea», ha replicato Musumeci. Che poi sulla possibilità di riconferma a palazzo d’Orleans ha chiosato: «Alla ricandidatura ci sarà tempo per pensarci e vedremo chi ci vorrà stare». In precedenza, Musumeci aveva specificato di non voler parlare di campagna elettorale, ma di volere «far sapere quello che abbiamo fatto in tre anni, sputando sangue dalla mattina alla sera, contro tutto e contro tutti. Abbiamo bisogno di far sapere ai siciliani che c’è un governo di centrodestra, fatto di persone perbene che hanno lavorato per togliere le macerie lasciate da chi ci ha preceduto». Il governatore ha poi rivendicato anche l’avere «tenuto la mafia lontana per tre anni e mezzo dal governo regionale, nonostante abbiano tentato di sfiorarci, vuol dire che c’è un presidente rigoroso e che sta con quattro occhi aperti. Non credo – ha aggiunto – che per i partiti questo sia un difetto, anzi è una garanzi

Tra i presenti chiaramente ci sono gli assessori. Tra cui Ruggero Razza, il responsabile alla Salute reintegrato dopo la parentesi dimissionaria seguita all’indagine sui falsi dati Covid. «Ho fatto una promessa di sangue al presidente della Regione e a me stesso: mi occupo solo di amministrazione. Ho abbandonato la suggestione della politica perché mi sento in torto verso me stesso e verso mio figlio che non vedo da quattro giorni», ha detto Razza. E parlando di salute, l’assessore ha detto di attendere la decisione in merito alla possibile revoca di usare la mascherina all’aperto in Sicilia. «Il Cts nazionale non ha mai rappresentato l’esigenza di mantenere la mascherina in Sicilia, non si è fatta differenza e sarebbe strano si facesse. Ovviamente andremo vedendo quello che succede», ha commentato Razza. Che poi sui dati relativi ai contagi in aumento nell’isola, ha aggiunto: «La Sicilia è anche la Sicilia che ha il più basso indice di ospedalizzazione in tutta Italia. Gli esperti stanno facendo una valutazione perché un numero significativo di casi asintomatici rispetto a un bassissimo impatto sugli ospedali può voler dire anche che da noi il virus è stato contenuto dal sistema delle vaccinazioni».

A parlare è stato anche l’assessore all’Economia e vicepresidente della Regione Gaetano Armao. «Sono stati tre anni intensi di lavoro, di sistemazione di una situazione economico-finanziaria disastrosa che è stata rinvenuta all’insediamento, con quattro accordi conclusi con lo Stato, 1,70 miliardi in meno di indebitamento, un miliardo in risorse per imprese e investimenti, con una rinegoziazione di mutui per un miliardo e mezzo e un risparmio di centomila euro al giorno fino alla fine del 2046, e cioè 36,5 milioni di euro l’anno, misure che hanno consentito di ridurre gli oneri a carico del bilancio regionale», ha elencato Armao. Secondo l’assessore, tuttavia, il vero problema sono le risorse che lo Stato oggi riconosce alla Regione. «Non si riesce a coprire le prestazioni rese ai cittadini. Occorrono nuove norme di attuazione in materia finanziaria e il riconoscimento dello stato di insularità. Altrimenti i bilanci saranno sempre in sofferenza».


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