I pentastellati isolani non hanno dimostrato particolare apprezzamento per il nuovo esecutivo. Tante le ragioni: dal quesito ambiguo su Rousseau alle promesse già disattese sul dicastero toccato ai grillini, fino alla discussione sulla mancanza di ministri siciliani
Il M5s siciliano e i malumori nei confronti di Draghi Trizzino: «Il superministero? Specchietto per allodole»
Il governo Draghi non ha ancora ricevuto la fiducia da parte del Parlamento, ma resta vivo il malumore all’interno di alcune delle forze politiche coinvolte nella grande coalizione a sostegno del presidente incaricato da Sergio Mattarella. Su tutti il Movimento 5 stelle, che più volte ha mostrato perplessità nei confronti del dopo Giuseppe Conte. I cinquestelle siciliani hanno lamentato oltretutto la mancanza di ministri isolani. «Due minuti dopo la dichiarazione del presidente incaricato siamo usciti dicendo che non soltanto non c’era una rappresentanza regionale, ma questa Transizione ecologica ci sembrava uno specchietto per le allodole» spiega a MeridioNews Giampiero Trizzino, deputato regionale pentastellato riferendosi al superministero offerto ai cinquestelle nonché punto alla base del quesito, sottoposto agli attivisti sulla piattaforma Rousseau, sull’opportunità di sostenere il nascente governo.
«Il dipartimento della Transizione ecologica già esiste – continua Trizzino – Lo ha fatto Sergio Costa. L’unica cosa che è stata fatta è stata cambiare l’etichetta all’ufficio di via Cristoforo Colombo (sede del ministero dell’Ambiente ndr), Roberto Cingolani (il neoministro, ndr) ha tutte le competenze che aveva Costa, niente di più». Anche i portavoce siciliani sono rimasti interdetti riguardo il quesito posto loro su Rousseau. E se prima sulla sua pagina social lo stesso Trizzino aveva dichiarato: «Ho scelto di non votare, non per protesta o per chissà quale arcano motivo, ero felice del fatto che si fosse deciso di dare la parola agli attivisti. Non ho votato perché chi mi ha posto il quesito ha offeso la mia intelligenza. Ed io non permetto a nessuno di offendere la mia intelligenza, tantomeno al M5s»; c’è anche un altro aspetto che non convince, oltre a quello sintattico.
«Il quesito che è stato posto non è stato rispettato – dice – quando scrivi superministero, per quanto poco attendibile sia questa parola, lasci intendere che vuoi accorpare più dicasteri». L’altra cosa a convincere poco gli attivisti sono i nomi dei ministri: «Fin da subito abbiamo pensato che fosse un tradimento dei nostri principi andare a votare un minestrone del genere. Questo, insieme alle altre cose, ha portato tutto il gruppo parlamentare, compreso chi è storicamente più restio, a esprimere le proprie critiche. Ci siamo resi conto che le cose non vanno. Per il resto – aggiunge ancora il deputato regionale – avrei diverse difficoltà a votare a favore di questo governo, ma mi affido ai miei deputati che stanno a Roma, più di questo non possiamo fare».
«La partita dei sottosegretari è un’altra cosa – conclude Trizzino – anche se la fiducia verrà votata prima delle loro nomine dei e questo rende tutto più complicato. Essendo un governo eccessivamente misto, sarebbe stato il caso di vedere prima i nomi dei sottosegretari, anche perché qualcuno di siciliano deve esserci, con qualcuno dovremo confrontarci». E sulle aspettative sul ministero alla Transizione ecologica: «Ci sono già delle scadenze importanti sul tavolo, come le autorizzazioni per le trivellazioni. Si è tornato a parlare anche di ponte sullo Stretto. Nel momento in cui parliamo di Transizione ecologica, anche le infrastrutture dovrebbero essere subordinate alla transizione ambientale: a quel punto il ponte non lo faccio se è utile, ma se è sostenibile. Da domani qualunque infrastruttura la potrei fare se subordinata rispetto all’aspetto ambientale. Avranno il coraggio di farlo? Me lo auguro».