A Mazara del Vallo è il giorno del rientro degli equpaggi dei motopesca sequestrati in mare a settembre dalle milizie libiche. Sul molo, ad attendere lo sbarco, ci sono il sindaco Salvatore Quinci e il prefetto Tommaso Ricciardi. In aggiornamento
Il ritorno a casa dei pescatori sequestrati in Libia «Tanta paura, ma ora posso riabbracciare mio figlio»
«Oggi è il giorno della gioia, abbiamo fatto tutto quello che potevamo per riportarli a casa. C’è stato un momento in cui avevamo perso le speranze, ma finalmente posso riabbracciare mio figlio». A parlare è la signora Rosetta. È la madre del comandante Pietro Marrone, uno dei 18 membri dell’equipaggio dei motopesce Medinea e Antartide, sequestrati in mare e costretti a trascorrere oltre cento giorni in Libia.
Stamattina il gruppo potrà riabbracciare i propri cari. Le imbarcazioni sono entrate nel porto di Mazara del Vallo, intorno alle 10.15, salutate dal suono delle sirene. Sulla banchina tanti familiari e un piccolo comitato d’accoglienza.
Prima di mettere piede sul molo, l’equipaggio sarà sottoposto al tampone rapido per verificare la presenza di eventuali contagi da Covid. Le due imbarcazioni sono state scortate dalla Marina militare per tutto il viaggio di rientro.
«Non è pioggia ma sono lacrime di gioia», commenta il sindaco di Mazara del Vallo Salvatore Quinci, appena giunto al Porto Nuovo. Sul molo, preso d’assalto dai cronisti, è arrivato anche il prefetto Tommaso Ricciardi. «Parlerò con il governo – annuncia – è necessario trovare una soluzione affinché i nostri pescatori possano lavorare in sicurezza».