«È giusto dislocare i malati della Lombardia anche a Sud». Elena Ferraro gestisce un centro sanitario privato a Castelvetrano. Ha scritto alla Regione: «Ho otto posti letto per la rianimazione». E lancia un appello agli altri colleghi: «Fermiamoci se è utile»
Nord in crisi? Imprenditrice siciliana apre la sua clinica «Se serve requisitela, questo non è il tempo del profitto»
«Non è il tempo del profitto, metto a disposizione la mia clinica». Elena Ferraro è abituata a stare in trincea. A Castelvetrano, terra di Matteo Messina Denaro, gestisce un centro di radiologia che ha difeso dalle mire di Cosa Nostra, denunciando un tentativo di estorsione da parte del cugino del latitante, e per questo è sotto tutela da parte dello Stato. In questo momento di emergenza sanitaria per il Coronavirus, ha scritto all’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza: «Ho un intero piano che si presta per la rianimazione, se serve le porte sono aperte».
Il centro sanitario privato è stato recentemente autorizzato anche per attività di day surgery – chirurgia in giornata – ed è per questo dotato di apparecchiature di anestesia e rianimazione. «Al primo piano ci sono otto posti letto con possibilità di ventilazione artificiale e una sala operatoria attrezzata – spiega Ferraro a MeridioNews – è completo, ma al momento non operativo. Mancherebbe solo il personale».
La disponibilità è stata registrata dall’Asp di Trapani che ne terrà conto in caso di bisogno. Al momento in provincia sono undici i contagi di Coronavirus di cui quattro ricoverati. Ma la Sicilia, nell’ambito di accordi nazionali, ha aperto le porte dei suoi ospedali anche a pazienti in terapia intensiva delle regioni del Nord, in particolare della Lombardia dove le rianimazioni sono quasi del tutto sature. Ieri due pazienti da Bergamo sono stati trasferiti, con aereo militare, all’ospedale Civico di Palermo. E non è escluso che altri trasferimenti possano avvenire nei prossimi giorni.
«È giusto e normale dislocarli anche in Sicilia – commenta l’imprenditrice di Castelvetrano – ognuno deve contribuire per quello che può. E noi della sanità privata a maggior ragione perché vediamo il dolore coi nostri occhi, sappiamo cosa signfica. Se dovesse servire, anche per malati provenienti dalla Lombardia, tutta la mia clinica è a disposizione, possono requisirla. In emergenza non si può pensare solo al profitto, e rivolgo un appello a tutte le altre strutture private: mettiamoci a disposizione, fermiamoci per un po’ se serve, quanto tutto questo sarà finito ricominceremo».