Fughe dai carabinieri e false autocertificazioni Tra Catania e Siracusa arresti anti-coronavirus

Chi mostra una falsa autocertificazione, chi non ce l’ha e scappa dai carabinieri, chi esce per andare a rubare. Le forze dell’ordine hanno parecchio da fare nei giorni dell’emergenza coronavirus e del decreto che impedisce gli spostamenti per motivi non necessari. Così ad Adrano un 42enne è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, mentre a Palagonia un 37enne è stato denunciato per falso.

Nel primo caso, l’adranita non si è fermato all’alt imposto dai carabinieri alla sua vettura. L’uomo, invece di fermare la sua corsa, ha accelerato ed è fuggito. Si è nascosto all’interno di un’officina meccanica, ma è stato beccato e arrestato per resistenza e inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. Il caso di Palagonia è un po’ diverso: il 37enne di Gela, già affidato in prova ai servizi sociali, ha mostrato ai carabinieri una falsa autocertificazione che attestava che stava andando a lavorare. Cosa non vera.

A Catania città, invece, sette pattuglie della polizia municipale verificano la corretta applicazione delle norme nazionali per il contenimento del virus. Dall’inizio dell’emergenza sono complessivamente un centinaio i locali sottoposti alle verifiche dei vigili urbani del reparto della polizia commerciale. Sette pub, una sala bingo e quattro esercizi commerciali sono stati chiusi per violazione delle disposizioni del governo, tra cui la mancata osservanza delle distanze interpersonali. 

Cinque catanesi si sono distinti anche in trasferta. Colti in flagranza la notte scorsa mentre rubavano arance in contrada Xirumi, in territorio di Lentini. Lo stesso posto dove poche settimane fa sono stati uccisi Massimo Casella e il figlio della sua compagna, il 19enne Agatino Saraniti. Stavolta il gruppetto è stato sorpreso dai carabinieri che stavano presidiando quelle zone con il supporto della squadra dei Cacciatori. «Stavano approfittando dell’assenza di altri lavoratori rimasti
a casa per le citate disposizioni sanitarie», precisano i militari che hanno recuperato una tonnellata di agrumi già asportati dagli alberi. Al reato di furto si aggiungono le violazioni delle recenti disposizioni anti coronavirus. Gli arrestati, portati nel carcere di Noto, sono Giovanni Pellegrino (classe 1976),
Gaetano Pellegrino (classe 1955), Domenico Sciuto (classe 1988), Gaetano Venuto (classe 1989) e
Salvatore Querulo (classe 1956).

In provincia di Siracusa i controlli hanno portato anche alla chiusura di due bar, aperti nonostante i divieti. I titolari sono stati denunciati e sarà inoltrata proposta di sospensione della licenza, ai sensi delle disposizioni governative. E ancora sette persone trovate in giro senza valido motivo sono state denunciate a Siracusa, due rispettivamente ad Avola, Augusta e Pachino


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