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Disavanzo, la provocazione dei renziani a Musumeci «Si confronti in Ars se non sa come salvare bilancio»
Sono ore di attesa frenetica, dalle parti del governo regionale. Il Consiglio dei ministri previsto per questa mattina è stato invece convocato alle 18. Soltanto in quella sede sarà reso noto il verosimile ok del governo nazionale alla dilazione del disavanzo in dieci anni.
Intanto il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, questa mattina, ha dettato in Aula il calendario dei lavori: assestamento verosimilmente incardinato in commissione Bilancio il 27 dicembre, che dovrebbe esitarlo entro il 28. Aula convocata per quella data, per dare le 24 ore di tempo per la presentazione degli emendamenti, mentre l’esame dei documenti contabili (incluso l’esercizio provvisorio per i primi mesi del 2020, come annunciato dall’assessore al Territorio Toto Cordaro) a partire dal 29. «L’obiettivo – ha sottolineato Micciché – è di approvare tutto entro la sera del 30». Scongiurando, almeno per il momento, il rischio di festeggiare San Silvestro a Sala d’Ercole.
Intanto si attende, dunque, l’ok da Roma alla dilazione che metterebbe in sicurezza i conti, con l’impegno di un nuovo accantonamento di oltre 200 milioni l’anno per i prossimi dieci anni. Un punto sul quale ad alzare il tiro è Italia Viva di Matteo Renzi. Ad accendere i riflettori sulla deroga che il governo nazionale è sul punto di concedere alla Sicilia è stato il vicepresidente dei deputati di Italia Viva Luigi Marattin, secondo cui il provvedimento sul tavolo del Consiglio dei ministri sarebbe «un dito in un occhio a tutti gli amministratori pubblici che si fanno in quattro per rispettare le regole».
A rincarare la dose poco dopo è stato il capogruppo in Senato Davide Faraone, secondo il quale «non si può scaricare sui sindaci, sui lavoratori, sui cittadini siciliani il malgoverno passato e presente. Italia Viva darà una mano già dal Consiglio dei ministri, proponendo modifiche migliorative del testo venuto fuori in commissione paritetica e portato in discussione oggi, ma il governo regionale deve garantire riforme, non può pretendere che vengano finanziati la cattiva politica e gli sprechi». «Musumeci – ha aggiunto Faraone – proponga riforme utili ai siciliani e tagli alle spese inutili, solo così avrà le carte in regola per chiedere di aver spalmato il debito. Non si possono firmare cambiali in bianco a un presidente di Regione totalmente immobile».
Un concetto reso ancora più esplicito dal capogruppo all’Assemblea Regionale Nicola D’Agostino, che a Meridionews ammette di essere «sicuro che questa sera verrà trovata soluzione. Ma trovo anche corretto che il governo siciliano, che attualmente ha la responsabilità di dare una direzione, si impegni con atti concreti affinché in futuro il bilancio regionale non abbia più da ritrovarsi in questa spiacevole situazione». «Ci dica il governo – sottolinea ancora D’Agostino – come intende mettere in sicurezza il bilancio per il futuro. E qualora, dopo due anni, non avesse ancora capito come intervenire per mettere in sicurezza il bilancio, venga in commissione Bilancio all’Assemblea regionale e si confronti con tutti i capigruppo».