I mezzi pesanti devono fare un lungo percorso alternativo per superare il viadotto Cannatello, fatiscente e sotto monitoraggio dal 2001. Andare da Palermo a Siracusa e Ragusa è praticamente impossibile. Mentre per Catania serve passare da Messina. Guarda il video
A19 Palermo-Catania interrotta per autobus e camion Sicilia spezzata: tra tir sulle trazzere e pericoli ignorati
Le pecore delle Madonie oggi hanno fatto conoscenza con un mezzo a loro sconosciuto: un tir. Non uno soltanto, ma diverse decine. Cosa ci faranno mai tutti questi mezzi pesanti tra i monti palermitani? Si saranno chiesti i poveri animali disturbati nella loro quiete e indispettiti dal dover condividere il loro habitat naturale con bestioni di diverse tonnellate. La risposta sta qualche chilometro più a valle, sulla disastrata autostrada Palermo-Catania, ancora una volta interrotta a causa di un viadotto. Quello di Cannatello in direzione del capoluogo etneo: quattro chilometri tra le uscite di Resuttano, in territorio di Caltanissetta, e Ponte Cinque Archi. Interdetto dall’Anas ai mezzi pesanti, compresi gli autobus, perché instabile e insicuro.
Una condizione, però, conosciuta da anni e a seguito della quale sin dal 2001 il ponte è percorribile solo nella parte centrale della carreggiata. In più, un anno fa, a novembre del 2018, l’Anas aveva interdetto il transito ai mezzi superiori alle 32 tonnellate. Ma in pochissimi hanno rispettato il divieto, sia perché i controlli sono stati quasi del tutto assenti, ma soprattutto perché la viabilità alternativa prevede di arrampicarsi sulle Madonie, tra strade strette e dissestate e allungare di almeno un’ora il percorso. «Inaccettabile e pericoloso, non ci stiamo», avevano subito detto chiaro e tondo gli autotrasportatori, invitando l’Anas a intervenire.
Ma nei 13 mesi successivi nulla si è mosso e la situazione è peggiorata al punto da obbligare l’ente statale a chiudere il viadotto a tutti i mezzi superiori alle 3,5 tonnellate. Autobus di linea compresi. Il risultato? Raggiungere le province del Sud-Est, a cominciare da Siracusa e Ragusa, partendo da Palermo è diventato praticamente impossibile. Mentre per arrivare a Catania i pullman devono fare il giro di mezza Sicilia, passando da Messina. Penalizzati anche i collegamenti da Palermo per Caltanissetta, Enna, Gela, Caltagirone e Piazza Armerina.
«Per andare da Palermo a Catania oggi ci vogliono 60-70 minuti in più – spiega Antonio Graffagnini, presidente dell’Anav, l’associazione nazionale autotrasporto viaggiatori – di fatto gli utenti abbandoneranno il servizio, così come successo quando è stato chiuso il ponte Himera. Per il trasporto passeggeri è un bagno di sangue».
I lavori per le messa in sicurezza del viadotto Cannatello erano stati appaltati già nel 2017 alla ditta Fip Industriale di Padova, che però è finita in crisi finanziaria. Ancora un anno fa, Anas garantiva che la stessa impresa avrebbe potuto realizzare gli interventi previsti. Ma così non è stato. «Sembrava che la ditta si potesse riprendere e invece no – spiega a MeridioNews l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone che oggi a Palermo ha tenuto una riunione su questo problema – a questo punto Anas deve passare i lavori a un’altra ditta. E deve fare presto. Entro gennaio bisogna partire».
Intanto chi viaggia da Palermo verso Catania è obbligato a uscire a Resuttano. Comprese le auto. Allo svincolo infatti è stato creato un sistema di filtraggio che permette alle macchine di rientrare immediatamente in autostrada, mentre costringe camion e autobus ad arrampicarsi sulle strade provinciali e attraversare anche alcuni piccoli centri abitati. «È una situazione molto pericolosa – sottolinea il sindaco di Resuttano, Rosario Carapezza – da ieri viviamo un disagio enorme, anche perché, in assenza totale di una segnaletica chiara, molte macchine si avventurano dietro i tir. Le condizioni della Sp 19 e della Sp 112 sono pessime. Non vorrei che stessimo solo spostando una possibile tragedia dall’autostrada al percorso alternativo».
A testimoniare l’assurdità di fare transitare i tir su strade dissestate ci sono anche i video girati dagli stessi autotrasportatori. Lunghe file di mezzi pesanti su stradine sterrate, camion con rimorchio incastrati nelle curve, autisti imbufaliti e penalizzati economicamente. «Lo avevamo detto un anno fa, ma dormono tutti – tuona Giuseppe Richichi, rappresentante dell’Aias (Associazione Imprese Autotrasportatori Siciliani) – si sarebbe dovuto e potuto realizzare una bretella di collegamento tra i due svincoli ed evitare questo percorso alternativo folle. Ma i liberi consorzi di Caltanissetta e Palermo non si mettono d’accordo sui lavori, Anas aveva garantito anche il suo impegno economico. Ci stanno prendendo per i fondelli? Qui fanno a scaricabarile».
Secondo quanto filtra, lunedì personale della motorizzazione civile dovrebbe effettuare un sopralluogo sulle strade provinciali indicate come percorso alternativo per verificarne la sicurezza. E gli addetti ai lavori scommettono che non darà il via libera. Nel frattempo Anas sta effettuando dei sondaggi per capire, da un lato, se il viadotto Cannatello in direzione Catania può essere riaperto creando una chicane per i mezzi pesanti; dall’altro, si vuole verificare se l’altra carreggiata del viadotto, quella in direzione Palermo, può essere percorsa a doppio senso di marcia. In caso contrario la Sicilia, nei giorni di Natale, resterà sempre più spezzata.