Da una parte la procura ordinaria di Pisa e dall'altra la procura militare generale. Due indagini portate avanti parallelamente sulla morte del parà siracusano. «Per la famiglia, l'importante è arrivare alla verità», dice a MeridioNews l'avvocata Alessandra Furnari
Caso Lele Scieri, le indagini della procura militare Ex caporale indagato rifiuta di rifare il test del Dna
Due indagini portate avanti parallelamente. Il doppio binario riguarda l’inchiesta sulla morte del paracadutista siracusano Emanuele Scieri avvenuta, nell’agosto del 1999, all’interno della caserma Gamerra di Pisa. Dopo la riapertura del caso da parte della procura di Pisa nel settembre del 2017, la procura generale militare della corte d’Appello di Roma ha chiesto il trasferimento dell’indagine «per competenza e giurisdizione». Alla base della richiesta ci sarebbe il fatto che i presunti autori e la vittima fossero militari e che tra loro ci fosse differenza di grado. Il riferimento giuridico sarebbe all’articolo 195 del Codice penale militare di pace che, nell’ambito dell’«abuso di autorità», si occupa specificatamente della «violenza contro un inferiore».
Nell’ambito di questo nuovo filone partito da Roma, ieri mattina l’ex caporal maggiore della Folgore Alessandro Panella – uno dei tre indagati per omicidio volontario nell’indagine della procura pisana – è stato invitato a comparire in caserma a Cerveteri (località in provincia di Roma di cui è originario e dove risiede) senza i suoi legali Marco Meoli e Tiziana Mannocci e senza avere ricevuto formale comunicazione di indagini nei suoi confronti. Di fronte alla richiesta di prestare il consenso a un tampone di saliva per avete un campione di Dna, Panella si è rifiutato. Stando a quanto trapela, dietro al diniego dell’ex caporale ci sarebbe il fatto di essersi già sottoposto a questa stessa procedura, qualche mese fa, insieme anche ad altri suoi familiari, nell’ambito dell’inchiesta della procura di Pisa.
A 20 anni dalla morte del parà, la prospettiva sembra essere quella di una battaglia che infuocherà le due procure. Allo stato attuale, dalla procura di Pisa non sembrerebbe esserci l’intenzione di fare un passo indietro e trasferire gli atti alla procura militare generale. «Per la famiglia – dichiara a MeridioNews l’avvocata Alessandra Furnari, che assiste la madre e il fratello di Scieri – l’importante è arrivare alla verità, indipendentemente dal percorso che seguiranno le indagini».
Nei primi anni Duemila, la morte di Emanuele Scieri era stata archiviata come suicidio. Dopo due anni di lavori della commissione parlamentare d’inchiesta che, nella relazione conclusiva ha rilevato nuovi elementi utili per definire le responsabilità penali, la procura di Pisa ha riaperto il caso. Indagati, oltre a Panella, sono anche due ex commilitoni di Scieri, Andrea Antico e Luigi Zabara. Mesi dopo, alla lista si è aggiunto l’ex comandante della Folgore Enrico Celentano, accusato di favoreggiamento e false informazioni al pubblico ministero.