Mafia, prime condanne nel processo Anno zero Alla sbarra i favoreggiatori di Messina Denaro

Sono arrivate le condanne nel primo grado del processo Anno zero sui boss e i favoreggiatori delle cosche del Trapanese. La giudice per l’udienza preliminare Cristina Lo Bue si è pronunciata sugli imputati che hanno scelto il rito abbreviato. Le accuse, sostenute dall’aggiunto della procura di Palermo Paolo Guido e dai pm Francesca Dessì, Geri Ferrara, Alessia Sinatra, Claudio Camilleri e Gianluca De Leo, riguardavano i reati di associazione mafiosa e favoreggiamento.

Queste le pene decise dalla giudice: Nicola Accardo, capomafia di Partanna detenuto al 41 bis, ha avuto 15 anni; 12 anni ad Antonino Triolo, 11 anni a Calogero Guarino, 11 anni e 4 mesi a Giuseppe Tilotta, 10 anni e 8 mesi a Leonardo Milazzo, 11 anni e 4 mesi a Paolo Buongiorno, 19 anni e 4 mesi a Vincenzo La Cascia, capomafia del clan di Campobello di Mazara, attualmente al 41bis. Condannato a 18 anni e 4 mesi Raffaele Urso, 8 anni a Andrea Valenti, 12 anni a Filippo Dell’Aquila, mentre 8 anni sono stati comminati ad Angelo Greco

Condannato anche Bartolomeo Tilotta. Per lui il reato è di favoreggiamento della mafia e la penna decisa di due anni e mezzo. Di tre anni e quattro mesi la condanna per Mario Tripoli. Unico assolto Giuseppe Rizzuto, rispondeva di favoreggiamento. Altre 17 persone, coinvolte nella stessa indagine, sono sotto processo in ordinario: tra loro il cognato di Matteo Messina Denaro, Gaspare Como. 

L’operazione Anno zero è scattata ad aprile dell’anno scorso. Portando all’attenzione ancora una volta le attività di Cosa nostra all’ombra del superlatitante di Castelvetrano Matteo Messina Denaro. L’indagine ha interessato anche il settore delle scommesse on line, facendo luce sul ruolo che nel tempo hanno avuto i cognati del boss, uno dei quali – Rosario Allegra – è deceduto nei mesi scorsi.


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