Stamattina tante sigle si sono date appuntamento nel centro dei Nebrodi dopo gli inquietanti episodi contro l'iniziativa che sta portando avanti il sindaco Fabio Venezia nei boschi sottratti al controllo dei clan. «La speranza è ridare credibilità al movimento»
A Troina ampio fronte antimafia in difesa di 100 asinelli «Doveroso supportare il progetto di legalità minacciato»
Gli asinelli della legalità non rimangono soli. Oggi a Troina si riunisce quel che resta dell’antimafia siciliana. Da tempo non si ricordava una manifestazione nata dal basso così partecipata da diverse sigle dell’ampio fronte che tuttora, in silenzio, sui territori pratica l’antimafia concreta. Stamattina si sono date appuntamento in piazza Falcone e Borsellino, nel piccolo centro dei Nebrodi, dove l’amministrazione guidata dal sindaco Fabio Venezia sta portando avanti un progetto di sviluppo del territorio attraverso la legalità.
Da alcuni mesi cento asinelli – in parte donati e in parte comprati dall’azienda Silvo Pastorale, la partecipata del Comune che gestisce quattromila ettari di boschi a cavallo delle province di Messina ed Enna – occupano i terreni tolti ai clan. Un fiorente business, quello dell’affitto di enormi terreni su cui lucrare i contributi della Comunità europea, che per decenni nessuno ha intaccato. Oggi a Troina non è più così: su quelle stesse terre sta nascendo la più grande azienda zootecnica pubblica d’Italia. Con gli asinelli si punta alla produzione di latte, a escursioni e alla pet therapy. Con un finanziamento di 2,5 milioni di euro concesso dalla Regione partirà la ristrutturazione della caserma Sambuchello, destinata a diventare un geo resort nel cuore di un bellissimo querceto non lontano dal lago Ancipa. E in cantiere c’è pure la trasformazione della legna.
Un percorso che, però, negli ultimi mesi qualcuno ha provato ad ostacolare. «Hanno tagliato e divelto le reti che delimitano il bosco dove abbiamo messo gli asini – racconta il sindaco Venezia – alcuni animali sono usciti, molti siamo riusciti a recuperarli, ma ancora otto sono dispersi». In quegli stessi spazi sono comparse dodici mucche inselvatichite che sarebbero riconducibili ai Conti Taguali, una delle famiglie colpite da interdittiva antimafia e che hanno perso l’affitto di quelle terre. E ancora: sono stati tranciati i tubi che portano l’acqua agli asinelli.
Il sindaco ha presentato un esposto alla Direzione distrettuale antimafia di Catania e ha informato le prefetture competenti. Ieri alla prefettura di Messina si è tenuto un comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza che aveva all’ordine del giorno questo fenomeno, che ultimamente è stato segnalato non solo sui Nebrodi, ma anche in alcune aree dei Peloritani.
«Era doveroso stare accanto a questo progetto – spiega Nicola Grassi, presidente dell’Associazione Asaec Antiestorsione di Catania, promotore della manifestazione – Non è un’iniziativa isolata, arriva al culmine di un percorso fatto dagli esposti presentati alla procura di Catania sulle invasioni dei terreni agricoli sull’Etna, dal sostegno al progetto Legalità di razza e dall’incontro con il sindaco Venezia. Il mondo dell’associazionismo antimafia è stato troppo sordo davanti a quello che sta succedendo qui». Il sindaco Venezia spera che «la mobilitazione possa ridare credibilità al movimento antimafia siciliano, che torni a essere un movimento civico dal basso senza retorica e senza fenomeni di mitizzazione».
Sul palco di piazza Falcone e Borsellino, a partire dalle 11, si alterneranno lo stesso Grassi, AltraAgricoltura, il presidente dell’azienda Silvo Pastorale Angelo Impellizzeri, il sindaco Venezia e Claudio Fava, in qualità di presidente della Commissione regionale antimafia. Saranno presenti anche Aiab Associazione Agricoltura Biologica – Sicilia in collaborazione con Rete Fattorie Sociali Sicilia, Associazione Nazionale Bioagricoltura Sociale, BioDistretto Valle del Simeto, presidio Partecipativo, Catania Bene Comune, Cittàinsieme Catania, Legambiente Sicilia, biodistretto dei borghi Sicani, Libera e Fai.