Il governo Sanchez ha inviato l'imbarcazione su cui dovrebbero salire 15 dei naufraghi salvati dalla Open Arms. Altri 30 sono partiti verso Porto Empedocle. La Valletta intanto ha acconsentito a mettere fine all'odissea dell'ong Sos Mediterranée
Migranti, a Lampedusa la nave militare spagnola Malta ha detto sì allo sbarco della Ocean Viking
Inizia il trasferimento dei migranti che erano a bordo della Open Arms, sbarcata nei giorni scorsi a Lampedusa dopo la decisione della procura di Agrigento di porre sotto sequestro l’imbarcazione dell’ong spagnola. Un approdo che è stato al centro dell’ennesimo caso politico che ha visto da una parte il governo italiano, con in testa il ministro degli Interni Matteo Salvini, e dall’altra chi ha per quasi tre settimane chiesto a gran voce di consentire ai naufraghi di mettere piedi a terra.
Al porto di Lampedusa oggi è arrivata la nave militare spagnola Audaz. Il governo Sanchez, nei giorni precedenti allo sbarco, si era detto disponibile a fare sbarcare l’Open Arms, oramai davanti l’isola siciliana, proposta davanti alla quale l’ong aveva risposto sottolineando di non essere in condizione di navigare fino alla Spagna. A bordo della Audaz dovrebbero salire 15 migranti.
Un’altra parte delle persone salvate in mare, che fino a oggi hanno vissuto all’interno dell’hotspot di contrada Imbriacola, stamattina ha viaggiato sulla nave di linea Sansovino con destinazione Porto Empedocle. Dal centro dell’Agrigentino i migranti saranno distribuiti in più centri d’accoglienza.
Sembra essersi sbloccata, invece, la questione riguardante lo sbarco della Ocean Viking, la nave battente bandiera norvegese usata dalla ong Sos Mediterranée, su cui da 13 giorni vivono oltre trecento migranti. Malta ha dato la disponibilità ad accogliere la nave. L’equipaggio, tra cui il personale di Medici senza frontiere, da giorni chiedeva di potere approdare in un porto sicuro ricevendo da Roma risposta negativa. L’ultima conferma nelle scorse ore, con Salvini che, nell’attesa di capire come si svilupperà la crisi che ha portato alle dimissioni del premier Giuseppe Conte, ha assicurato di non cambiare linea. «Finché sono ministro dell’Interno, senza permesso qua non si arriva».