Residenti e guide si sono rimboccati le maniche e hanno cominciato a spalare il materiale lavico eruttato dal vulcano, soprattutto nella frazione di Ginostra. «Anche i turisti sono tornati, basta guardare i ristoranti che sono sempre pieni»
Stromboli, volontari a lavoro per il ritorno alla normalità «L’eruzione ha stravolto il paesaggio». Si spala il biondo
Stromboli prova a tornare alla normalità. Due giorni dopo le esplosioni che hanno causato anche la morte di un escursionista di Pace del Mela, residenti, guide, protezione civile e volontari si sono rimboccati le maniche e hanno cominciato a spalare il materiale lavico eruttato dal vulcano. Centimetri e centimetri di biondo, come viene chiamato il materiale che si è depositato sui tetti e sulle strade di Stromboli. Ma soprattutto nella frazione di Ginostra che è stata la più colpita, anche a causa degli incendi causati dai lapilli incandescenti caduti sulla macchia mediterranea nella parte alta della frazione del comune eoliano.
«Fa impressione, l’eruzione ha stravolto il paesaggio – spiega Marco Tomasello, guida turistica che sta aiutando i residenti – stiamo facendo di tutto per aiutare gli isolani a tornare alle loro vite. C’è stata tanta paura ma adesso la gente che vive da sempre qui vuole solo tornare alla normalità». Nessuno durante l’eruzione ha lasciato la propria casa, al contrario si sono chiusi dentro, aspettando che Iddu, come gli eoliani chiamano lo Stromboli, si calmasse. A lasciare Ginostra sono stati solo alcuni turisti. «E anche loro adesso sono tornati, basta guardare i ristoranti che sono sempre pieni», prosegue Marco che insieme ad altri 15 tra guide turiste e volontari stanno di ripulire la zona dal materiale vulcanico, «anche perché, se dovesse piovere, si potrebbero intasare i tubi rendendo scivolose le strade. Inoltre – continua – ci sono i tetti più antichi che potrebbero risentirne perché bagnandosi questo materiale diventa ancora più pesante».
La paura è comunque passata «Si stanno affrontando i disagi, ma chi da sempre vive a Stromboli è tornato alle proprie abitudini».
Che si stia lentamente tornando alla normalità lo dimostra anche la macchina della protezione civile. «È stato chiuso il Centro operativo comunale e il Centro coordinamento soccorsi – spiega a Meridionews Grazia Rosa Cammaroto della protezione civile – Non siamo più in uno stato di allarme, ma l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia continua a monitorare l’attività del vulcano che continua la sua attività di assestamento. Sull’isola sono rimasti ancora i vigili del fuoco e il dipartimento regionale di protezione civile del gruppo Vis, l’associazione di volontariato che è stata preziosa in questi giorni».