La guerra di Miccichè contro la Lega riparte da Favignana «Salvini è inquietante e il decreto quote tonno illegittimo»

«I leghisti ci odiano, ci hanno odiato sempre». «Salvini è un pazzo che cammina col rosario o col mitra, una persona oggettivamente inquietante». «Mi dicono che esagero a dirgli “stronzo” e “coglione”, ma io me ne frego. Sono degli imbroglioni». Se qualcuno pensava che i toni del presidente dell’Ars Gianfranco Mccichè nei confronti del ministro dell’Interno e della Lega in generale si potessero smorzare dopo la campagna elettorale, si sbagliava di grosso. 

Nelle ultime 24 ore il coordinatore di Forza Italia in Sicilia ha scelto Favignana, al centro della vicenda delle quote tonno, per sferrare un nuovo durissimo attacco. «Io sono un po’ incazzato con vuatri – comincia l’improvvisato comizio su un balcone che si affaccia sul corso principale dove turisti e residenti di passaggio si fermano ad ascoltarlo – Dare il 30 per cento ai leghisti è follia, insieme ai grillini arrivano al 50 per cento. Ma veramente ci basta che viene uno con la scritta Mazara per diventare amico nostro?». Il riferimento è alla percentuale di consensi che gli elettori di Favignana hanno dato alle ultime Eruopee ai due partiti della maggioranza gialloverde. 

Al centro delle critiche il decreto del ministero dell’Agricoltura a guida leghista, firmato dal sottosegretario Franco Manzato, sulla ripartizione delle quote tonno che assegna appena 14 tonnellate alla tonnara di Favignana. Una quantità troppo esigua per garantire la copertura delle ingenti spese e che ha spinto l’azienda Castiglione a mollare tutto. «Il decreto firmato dal sottosegretario Manzato è illegittimo – attacca Miccichè – le quote tonno sottratte a Favignana sono frutto di una scelta esclusivamente politica della Lega di Salvini. Il decreto non è accompagnato dalla relazione tecnica degli uffici, perché non si poteva fare e gli uffici si sono rifiutati. Consiglio alla ditta Castiglione di ricorrere al Tar», conclude il presidente dell’Ars. 

Ieri il sottosegretario Manzato aveva spiegato le ragioni tecniche alla base della sua scelta: «C’è un principio di matrice comunitaria – ha detto – che dice che la quantità di tonno deve essere divisa secondo la storicità di pesca, ossia quanto hanno pescato le tonnare storiche, e la quantità è di 328 tonnellate più quella aggiuntiva di 29 che deve essere divisa tra tutte e cinque le tonnare. Se io avessi dato più tonnellaggio a Favignana e Cala Vinagra avrei messo in grossa difficoltà non soltanto imprenditorialmente le antiche tonnare che pescano professionalmente il tonno, ma avrei anche non seguito il regolamento comunitario che ovviamente detta delle linee molto precise: la storicità è un elemento fondamentale. Mentre le tonnare storiche sarde – ha aggiunto – pescano 328 tonnellate, al 31 di maggio Favignana ha pescato 2 tonnellate, Cala Vinagra 3 tonnellate. Se io avessi dovuto seguire il principio di storicità il prossimo anno avrei dovuto assegnare a Favignana e Cala Vinagra rispettivamente due e tre tonnellate». Solo che a Favignana l’ultima mattanza risale a 12 anni fa.

Al di là della vicenda quote tonno, Miccichè torna ad attaccare la Lega a 360 gradi, nonstante un incontro dai toni cordiali nei giorni scorsi a Palermo con il sottosegretario Giancarlo Giorgetti. Uno a cui il presidente dell’Ars riconosce una matrice politica più vicina alla sua e con cui c’è stato un dialogo proficuo nel recente passato. «I leghisti ci hanno sempre odiato – ha detto Miccichè nel breve comizio – ma prima Bossi aveva un’idea precisa, che senza lo sviluppo del Sud non poteva svilupparsi neanche il Nord. Questo (riferendosi a Salvini ndr) invece non darà niente alla Sicilia, anzi cercherà di toglierci tutto quello che abbiamo».


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