Un 32enne senegalese e un 27enne ghanese erano stati arrestati a luglio del 2018 perché accusati di minacce e violenze a bordo del rimorchiatore Vos Thalassa che avrebbe voluto riportarli in Libia. Oggi l'assoluzione
Assolti migranti accusati di violenze per non tornare in Libia La difesa ha documentato le condizioni dei lager nordafricani
Assolti dal tribunale di Trapani Bichara Ibrahim Tuani, senegalese di 32 anni, e Ibrahim Amid, ghanese di 27 anni, i due migranti sbarcati la scorsa estate nel porto di Trapani dalla nave Diciotti della Marina militare Italiana ed accusati di aver provocato disordini a bordo del rimorchiatore italiano Vos Thalassa, che li aveva soccorsi al largo delle coste libiche con altre 65 persone.
I due erano chiamati a rispondere di minacce, violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il pubblico ministero aveva chiesto per entrambi due anni di reclusione. Il tribunale li ha invece assolti accogliendo la richiesta dei difensori che hanno documentato, attraverso un rapporto stilato dai commissari dell’Onu, le condizioni di degrado e di violenza a cui vengono sottoposti i migranti imprigionati nei campi in Libia.
La vicenda risale allo scorso mese di luglio ed è finita alla ribalta di tutte le cronache locali e nazionali per il solito stop allo sbarco imposto dal ministro dell’interno Matteo Salvini. Dopo due giorni in mare, ad autorizzare lo sbarco fu il presidente del consiglio Giuseppe Conte dopo l’intervento del capo dello Stato Sergio Mattarella. La Diciotti era intervenuta a seguito di una richiesta d’aiuto da parte del comandante della Vos Thalassa che, dopo aver soccorso 67 migranti al largo delle coste libiche, aveva denunciato di essere stato minacciato ed aggredito da un gruppo di migranti che si opponevano alla decisione di far rotta verso il paese nordafricano.
Sulla ricostruzione si registrarono dichiarazioni non univoche da parte dei vertici della Vroon, società olandese proprietaria della Vos Thalassa che lavora nel servizio di sorveglianza di una piattaforma petrolifera Total. Il portavoce Cristiano Vattuone, intervistato all’epoca dei fatti dal giornale La Verità, dichiarò: «Nessuna insurrezione a bordo, la situazione è stata ingigantita dai giornali, non c’è stato nessun ammutinamento e nessuno è stato pestato». In un’altra intervista al Secolo XIX invece Christopher Savoye, responsabile Affari legali del gruppo disse: «Non abbiamo chiesto di entrare in porti italiani, non siamo trafficanti e abbiamo virato a nord dopo che l’equipaggio ha subito minacce dai migranti».
I due potenziali colpevoli di quelle violenze, ovvero Bichara Ibrahim Tuani e Ibrahim Amid, vennero arrestati su disposizione della Procura di Trapani il giorno dopo lo sbarco dalla nave della Marina Militare. Oggi l’assoluzione che mette la parola fine sulla vicenda.