Gela, Salvini attacca Toninelli per le strade siciliane «Serve la jeep». La replica: «Ne parli con Musumeci»

Tappa elettorale con polemica, questo pomeriggio a Gela, per Matteo Salvini. Il leader del Carroccio, da ieri in giro per la Sicilia per tirare la volata ai candidati leghisti alle elezioni amministrative di domenica, ha parlato dal palco in piazza Umberto I in occasione dei comizi finali. Salvini è intervenuto, dopo che a parlare per circa venti minuti è stato il candidato sindaco Giuseppe Spata, già referente di Libera sul territorio. 

Mentre con i cinquestelle locali è stato evitato l’incrocio – il comizio del M5s era previsto per le 19 -, il ministro degli Interni dal microfono ha lanciato un attacco agli alleati di governo e, nella fattispecie, al ministro Danilo Toninelli. Il tema è quello delle strade siciliane. «Lo dirò all’amico ministro Danilo Toninelli: non è possibile che in Sicilia ci siano delle strade che sono le stesse da 70 anni e su cui non si può viaggiare senza il fuoristrada», ha promesso Salvini alle persone giunte per ascoltarlo. Un pubblico nutrito, seppure non folto come quello registrato ieri a Bagheria. 

La risposta a Salvini è arrivata a stretto giro direttamente dal ministero delle Infrastrutture: «Si ricorda che in Sicilia solo quattromila chilometri di strade sono statali e gestite da Anas. Il resto della rete, poco meno di 20mila chilometri, è appannaggio di Regione ed enti locali. Al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che probabilmente ha fatto confusione sui dati, si suggerisce di chiedere conto dello stato di degrado di queste ultime in primis ai governi di centrodestra che hanno a lungo governato la Regione e all’attuale presidente Nello Musumeci, con il quale ha dichiarato di avere ampia sintonia». 

E così, mentre in piazza c’è stato chi ha provato a ricordare, tramite dei volantini, ai presenti il tempo in cui Salvini intonava cori contro i napoletani, a essere tirato in ballo è stato il governo regionale. Lo stesso che a fine 2018, quando a visitare le strade dell’Isola sono stati sia Toninelli sia  il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, ha aperto un’interlocuzione con Roma per l’invio di un commissario straordinario con il compito di sbrogliare la matassa riguardante la viabilità secondaria. In altre parole, quelle strade provinciali che ufficialmente sono di competenza delle ex Province ma che, stando allo stato finanziario di questi enti, si trovano in abbandono. Con tanto di paradosso: senza bilanci approvati, non è possibile sfruttare le risorse economiche che avrebbe la Regione, tramite anche il Patto per il Sud. 

Le somme comunque non sarebbero sufficienti per intervenire adeguatamente su tutto il territorio. Su questo punto la scorsa settimana si è soffermato l’assessore regionale Marco Falcone. «Non sono chiari, però, i reali poteri di celerità del commissario e le risorse con le quali affrontare i lavori di manutenzione», ha detto l’esponente del governo Musumeci, rimarcando che senza poteri speciali la nomina – prevista all’interno del decreto Sblocca cantieri – sarebbe soltanto una trovata elettorale. Falcone, due giorni fa, ha smorzato i toni: «Al ministro Toninelli non ho rivolto nessun attacco. Verso il governo nazionale abbiamo solo un’unica richiesta: atti e provvedimenti concreti che possano aiutare tangibilmente la Sicilia», sono state le parole dell’assessore regionale.

Tornando al comizio di Salvini, il capo della Lega ha parlato anche del porto rifugio di Gela che resta insabbiato richiamando le parole di Toninelli che, nei giorni scorsi, ha ricordato come la competenza sia della Regione. «Ministro dei trasporti e assessore regionale si mettano a confronto e trovino una soluzione», ha rilanciato Salvini.


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