L'aula vota no alla richiesta di procedere nei confronti del ministro dell'Interno, accusato di sequestro di persona. Il senatore pentastellato catanese rivendica: «Non vi è dubbio che sia stata un'azione di governo, nell'interesse dello Stato e dei cittadini»
Diciotti, il Senato nega il processo a Salvini Giarrusso: «No con orgoglio». Lega applaude
Sono 237 i voti ottenuti dalla relazione della giunta delle immunità del Senato che nega l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini per il caso Diciotti. Contrari 61 e nessun astenuto. Lo comunica ufficialmente in Aula al Senato la presidente Elisabetta Casellati.
Prima della votazione sul caso Diciotti il ministro dell’Interno Matteo Salvini si è alzato dal suo posto, tra gli scranni del governo nell’aula del Senato, e ha raggiunto il senatore del M5s Mario Giarrusso per una stretta di mano e un saluto. Poco prima, Giarrusso aveva annunciato il voto del Movimento: no all’autorizzazione a procedere «con orgoglio», «non vi è dubbio che sia stata un’azione di governo, nell’interesse dello Stato e dei cittadini», e Salvini alla fine l’aveva applaudito, così come alcuni senatori della Lega che si sono alzati in piedi. «Stamattina mi occupavo di 15 anni di carcere che ci tenevo a evitare. Non mi sento un sequestratore di persone», ha commentato Salvini.
«È chiaro che nel voto di oggi sulla Diciotti la maggioranza gialloverde si è fermata a quota 160 – attacca il senatore del Pd Alan Ferrari, segretario d’aula del Gruppo – e senza l’aiuto di Forza Italia e Fratelli d’Italia non sarebbe stata autosufficiente. Inoltre, 7 senatori Cinque Stelle non hanno partecipato al voto, mentre 3 hanno votato contro il diktat del capogruppo Patuanelli. Per il governo Conte la salvezza di Salvini ha un costo molto alto».