È successo ieri sera a Siracusa. Il ventenne usciva da lavoro quando è stato minacciato e rincorso da un 41enne. Il ragazzo ha chiamato la polizia che è intervenuta bloccando l'uomo, ubriaco. «Si respira un clima di intolleranza e di odio razziale», spiega l'ex tutore
«Niuro bastardo, vieni qui che ti ammazzo» Giovane gambiano aggredito con un coltello
«Niuro bastardo, vieni qui che ti ammazzo». Lamin Camara, 20 anni, ieri sera, intorno alle 20.30, è uscito come sempre dall’azienda di telefonia dove lavora, a Siracusa, ma ad aspettarlo, a poche decine di metri, c’era un uomo che ha cominciato a inveire contro di lui. Prima insulti a parole, poi ha attraversato la strada e gli si è avvicinato tirando fuori un coltello. A quel punto il giovane gambiano ha cominciato a correre, inseguito dal suo aggressore, ma è rimasto lucido: ha preso il cellulare e ha chiamato il 113. Per sua fortuna una volante della polizia si trovava nei paraggi ed è subito intervenuta, bloccando l’uomo che ha continuato a urlare e inveire contro il ragazzo.
«È un episodio inqualificabile e assai grave – denuncia Pippo Ansaldi, che di Lamin è stato tutore per quattro anni, prima che diventasse maggiorenne – che denuncia il clima di intolleranza e di odio razziale che si respira anche nella nostra città». Il giovane gambiano ha sporto denuncia ieri in commissariato. L’aggressore, D.L., 41enne siracusano, è accusato di porto illegale di coltello, possesso ingiustificato di oggetti per lo scasso, minacce aggravate, resistenza e minacce a pubblico ufficiale. La polizia sta valutando se contestare l’aggravante dell’odio razziale. Stando a quanto riferisce la questura, l’uomo era ubriaco e in evidente stato di alterazione psicofisica.
Oggi ventenne, Lamin arriva in Sicilia nel 2014, «quando c’era tutta un’altra atmosfera e anche Siracusa era più disposta ad accogliere». Passa da un centro di prima accoglienza, poi entra in una comunità per minori dove frequenta la scuola, ottenendo una licenza media, e un corso di formazione grazie al quale impara un mestiere: riparare cellulari. Competenze che gli valgono un contratto di lavoro a tempo indeterminato in un’azienda di telefonia siracusana.
«Oggi Lamin vive in Italia con un permesso di protezione umanitaria, figura cancellata dal decreto sicurezza, convertito per motivi di lavoro, è un esempio di perfetta integrazione», spiega il tutore. Soprattutto per questo, quanto successo nella serata di ieri ha spiazzato il giovane. «Quell’uomo – conclude Ansaldi che ieri sera ha raggiunto il ventenne in commissariato – era uno sconosciuto, Lamin non lo aveva mai visto».