Oltre mezzo milione per rattoppare buche, senza però risolvere il problema. Mentre un appalto da 24 milioni per la pavimentazione da Messina a Giarre rimane fermo. E la frana di Letojanni, tra progetti incompleti e burocrazia, ha superato i tre anni
Odissea A18, ma oltre 40 milioni non vengono spesi Falcone: «A marzo la gara per la frana di Letojanni»
Ad andare bene, rattoppi. Altrimenti buche, asfalto sporco e sconnesso, deviazioni e restringimenti. Ne sanno qualcosa le decine di automobilisti che tra lunedì sera e martedì mattina, lungo l’autostrada A18 all’altezza di Letojanni, hanno dovuto accostare per cambiare gli pneumatici danneggiati o chiamare il carroattrezzi. Mentre sulle loro teste incombeva ancora la grande frana che da oltre tre anni costringe alla chiusura la carreggiata in direzione Catania e che non ha mai smesso di muoversi. Uno stallo figlio di un progetto iniziale incompleto, corretto in corsa, e di una burocrazia elefantiaca – alla Regione rimproverano il ministero e da Roma bacchettano la Regione – che tra un parere e l’altro lascia passare un tempo incomprensibile. Utile solo a peggiorare il pietoso stato di una delle arterie più trafficate di Sicilia.
L’autostrada Catania-Messina ha riaperto ieri pomeriggio, dopo alcuni interventi di rattoppo delle buche più evidenti. Dal Consorzio autostrade siciliane fanno sapere che verranno spesi nelle prossime settimane circa 510mila euro per interventi urgenti di pavimentazione delle tratte ammalorate. Tratti brevi, di poche centinaia di metri, perché l’appalto più importante, dal valore di 24,3 milioni di euro per riasfaltare l’intera carreggiata da Messina a Giarre, è fermo, in attesa del via libera del Provveditorato regionale delle opere pubbliche, organo del Ministero dei Trasporti. «Così vuole il codice degli appalti, solo che al Provveditorato fanno poche sedute e i tempi si allungano a dismisura», precisano dal Cas.
L’ultima seduta risalirebbe al 20 dicembre. Un vuoto causato dalla mancata nomina da parte del governo nazionale del nuovo provveditore, in sostituzione dell’ingegnere Donato Carlea, passato a presiedere il Consiglio superiore dei lavori pubblici. Da martedì scorso, però, per ovviare a questa situazione, Carlea è stato rimesso al suo posto, anche se ad interim. «Di fatto è saltata una sola seduta – precisa Carlea a MeridioNews – Il progetto di ripavimentazione della A18 è stato trasmesso dalla Regione al provveditorato delle opere pubbliche 15 giorni fa. La scorsa settimana ho nominato le commissioni per esaminarlo, i tecnici lavoreranno in questi giorni perché ho convocato una riunione del comitato per il 26 febbraio. Se il progetto non mostrerà lacune insuperabili, in quella sede daremo il via libera come abbiamo sempre fatto». Sul tavolo del comitato ci sarà anche l’appalto per la pavimentazione della A20 tra Rometta e Patti (22 milioni) e quello per l’installazione dei pannelli per i messaggi su entrambe le autostrade (7,8 milioni).
Una lacuna, decisamente importante, il provveditorato l’ha evidenziata nei mesi scorsi rispetto al progetto sulla frana di Letojanni. «Noi – spiega Carlea – abbiamo suggerito a settembre una sola modifica, condivisa anche dal sindaco di Letojanni: il fronte della frana, a differenza di quanto prevedeva il progetto che ci era stato presentato, andava consolidato non solo alla base, ma anche nella parte alta. Perché va bene realizzare le due gallerie per stabilizzare il piede della frana, ma il movimento franoso continua e più giù dell’autostrada passa la Statale. Quindi abbiamo suggerito questa modifica che in sette giorni la Regione ci ha portato. Come provveditorato delle opere pubbliche – conclude Carlea – a inizio novembre abbiamo dato il nostro parere e chiuso la pratica».
Versione diversa dal Cas e dalla Regione. «Il provveditorato ha dato parere definitivo solo giovedì scorso – spiega l’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone – Il comitato tecnico aministrativo ci aveva chiesto di allargare la strada di un metro, cosa impossibile in quanto autostrada di montagna con determinate caratteristiche, e di puntellare la parte alta, cosa che invece abbiamo inserito nel progetto: ci saranno lance di 15 metri che terranno una rete di acciaio». Giovedì Falcone volerà a Roma per presentare il progetto definitivo sulla frana alla direzione generale delle concessioni autostradali del ministero dei Trasporti. Ultimo step prima che la Protezione civile possa indire l’appalto. «Nel passato ci sono state delle incomprensioni – conclude l’assessore – ma adesso abbiamo un percorso condiviso da seguire. Vogliamo mandare il progetto in gara entro i primi di marzo».