Numeri e obiettivi raggiunti racchiusi in un report snocciolati questa mattina a Palermo dal primo inquilino di Palazzo d’Orleans, Nello Musumeci. A cominciare dalla differenziata, che sale a 34 punti percentuali negli ultimi 12 mesi. «Abbiamo comunicato male quanto fatto»
Musumeci vanta i risultati del primo anno di governo «Accordi con M5s? Nostro contratto è con elettori»
Oltre un miliardo di euro in investimenti in un anno, accertati poco meno di sei miliardi di disavanzo e 8 miliardi di indebitamento, avvio rinegoziazione degli accordi Stato-Regione, 170 milioni per le imprese, siglato l’accordo col Mise per la riconversione e riqualificazione dell’area industriale di Gela, rinnovo del contratto nella pubblica amministrazione, fermo da dieci anni (53 milioni), 30 milioni ai Liberi Consorzi e 115 destinati ai Comuni per investimenti, 160 milioni per il dissesto idrogeologico e 26 per la prevenzione del rischio sismico, 120 milioni per l’efficientamento energetico e tasso di differenziata salito al 34 per cento.
Sono alcuni dei contenuti del report del primo anno di governo che il primo inquilino di Palazzo d’Orleans, Nello Musumeci, ha presentato questa mattina a Palermo. Una novità, per un governo che in questo primo anno ha mantenuto un profilo molto basso e comunicato «malissimo – ha ammesso Musumeci – molto di quello che intanto veniva fatto».
È il caso dei dati sulla raccolta differenziata, passati in un anno, secondo i numeri forniti dal governo, dal 22 per cento dello scorso anno a una media del 34 per cento nel 2018, al netto dei bassi risultati percentuali ancora raggiunti dalle grandi città nell’Isola. Sarebbero un milione e 700mila i siciliani che oggi fanno la differenziata negli oltre 200 Comuni che superano il 50 per cento di raccolta (lo scorso anno erano un centinaio i Comuni che superavano la soglia dei 50 punti percentuali).
Insomma, «toni bassi, pochi annunci, atti concreti». E soprattutto, ha aggiunto il governatore, niente «fuochi d’artificio». Secondo Musumeci, che ha parlato a una platea espressione del mondo accademico, della ricerca e delle categorie professionali e produttive, «la drammaticità della situazione siciliana non poteva essere affidata ad atti irresponsabili o a effimeri fuochi d’artificio che provocano un godimento di qualche minuto ma poi diventano polvere. Preferiamo annunciare le cose fatte e non quelle da fare. Forse non abbiamo saputo comunicare ma credo che non sia un male. Negli ultimi tempi la gente è stata ubriacata da titoli forti in prima pagina, rivoluzioni annunciate e promesse disattese».
Musumeci ha anche sottolineato come l’accelerazione della spesa pubblica – che «deve mettere al centro l’interesse verso l’impresa come uno strumento in grado di determinare autentica ricchezza» – e la tutela del territorio siano gli obiettivi più urgenti. Il presidente ha anche indicato come obiettivi la riqualificazione della rete viaria, lo sviluppo dell’edilizia scolastica, la riqualificazione dei centri storici soprattutto «nelle zone dell’entroterra soggette a processi di desertificazione».
Un ultimo passaggio lo ha dedicato infine al dibattito degli scorsi giorni a proposito della proposta di sostegno avanzata da Giancarlo Cancelleri: «la coalizione reggerà fino alla conclusione della legislatura per attuare un contratto scritto dagli elettori. Questa maggioranza non è fatta da santi ma neanche da diavoli. Ma altrove non si sta meglio. Per questo non abbiamo bisogno di lezioni di moralità».