Sindacati e lavoratori difendono il colosso emiliano che però registra difficoltà in tutti i cantieri dell'Isola. Da Caltanissetta a Bolognetta, fino a Catania. Anas dice di aver saldato i pagamenti pregressi. E la Regione convoca tutte le parti coinvolte
Caltanissetta-Agrigento, timore per le difficoltà di Cmc In Sicilia appalti per oltre un miliardo, ma lavori a rilento
«Se mandano via la Cmc, la Caltanissetta-Agrigento fa la fine della Salerno-Reggio Calabria, incompiuta per 30 anni, e 200 famiglie restano senza lavoro». Al cantiere nei pressi del capoluogo nisseno l’aria è molto tesa. Ieri in un’infuocata assemblea, centinaia di lavoratori hanno voluto rispondere alla provocazione dell’assessore regionale alle Infrastrutture che due giorni fa aveva tuonato contro il colosso emiliano che deve completare il raddoppio della statale 640, un appalto dal valore di oltre 800 milioni: «L’Anas – ha detto l’esponente della giunta Musumeci, dopo che i suoi ispettori avevano trovato un solo operaio al cantiere – mandi via un’impresa che sta offendendo non solo il proprio prestigio, ma anche la dignità dell’intera Isola». Sindacati e lavoratori invece difendono la Cmc. «In 30 anni di lavoro – dice uno di loro – non ho mai trovato nessuno più serio della Cmc. Se la scadenza dei pagamenti cade di domenica, loro ti pagano il venerdì».
Ma se sulla puntualità degli stipendi tutti concordano, resta la situazione di stallo che va avanti dalla fine di settembre e che preoccupa sia Anas che il governo regionale. Ieri mattina anche Il Sole 24 ore si è occupato delle difficoltà di Cmc, parlando di un credito che la ditta vanterebbe nei confronti di Anas di 38 milioni di euro proprio sull’appalto della Caltanissetta-Agrigento. In serata è arrivata la smentita di Anas che comunica di «aver liquidato a inizio settimana tutti i crediti pendenti sui lavori in corso con il pagamento di circa 50,6 milioni di euro, effettuato applicando tutte le flessibilità concesse dalla normativa vigente e avendo attenzione alla tutela, per quanto possibile, anche degli affidatari e dei dipendenti dell’impresa stessa. È allo stato in fase di valutazione – si legge nella nota – anche l’eventuale risoluzione anticipata di due contenziosi giudiziari pregressi». Ballano cioè alcune decine di milioni di euro sui 31 chilometri già realizzati del primo maxi lotto della Statale 640, quello già funzionante da Porto Empedocle all’innesto con la Caltanissetta-Gela.
L’assessore Falcone ha incontrato più volte Cmc, ottenendo rassicurazioni che però non si sono trasformate in fatti. Da qui la decisione di alzare il tiro e arrivare a ventilare una risoluzione del contratto per inadempimento, che al momento resta più una provocazione che una possibilità reale, perché lo stesso Falcone sa che in questo caso si dovrebbe fare una nuova gara e i tempi per ultimare l’opera si allungherebbero ulteriormente. Intanto, solo la minaccia è servita per far ripopolare il cantiere a Caltanissetta. Ieri infatti circa 200 lavoratori di Cmc e Consorzio Integra si sono riuniti in assemblea e hanno inondato di commenti, per lo più di protesta, il profilo social dell’assessore Falcone. Che ha inviato due membri del suo gabinetto a parlare con i dipendenti. A far infuriare questi ultimi è stato il blitz non annunciato dei tecnici dell’assessorato al cantiere. «Lunedì pioveva molto forte e noi eravamo in cassa integrazione per la pioggia. È normale che non ci fosse nessuno», spiegano.
Dalla settimana scorsa Cmc e Consorzio Integra hanno avviato le procedure per licenziare 250 lavoratori. «Non tutti subito, ma da ora a febbraio – spiega Franco Cosca, della Fillea Cgil – ma questo non è dovuto alle difficoltà di Cmc, quanto piuttosto al fatto che siamo arrivati alla parte finale dell’appalto e naturalmente la necessità di manodopera diminuisce». Le aziende confermano che si tratta di licenziamenti fisiologici perché mancano ormai solo 120 milioni da realizzare sugli 800 totali.
Ma la preoccupazione resta. Anche perché pure negli altri cantieri siciliani in mano a Cmc – che in Sicilia in totale ha appalti per oltre un miliardo di euro – le cose non vanno benissimo. «A Bolognetta, sulla Agrigento-Palermo (i lavori riguardano il tratto tra Palermo e Lercara Friddi per 230 milioni ndr) – spiegano dall’assessorato di Falcone – la situazione è addirittura peggiore della Caltanissetta-Agrigento». A Catania, invece, la Cmc ha in mano la realizzazione dei nuovi tratti di metropolitana: la Stesicoro-Aeroporto (consegna prevista entro la fine del 2020) e la Nesima-Monte Po (consegna entro giugno 2019). In più nei giorni scorsi ha vinto l’appalto per il prolungamento da Monte Po a Misterbianco per altri 112 milioni di euro. Ma anche nel capoluogo etneo si registrano dei rallentamenti: se sulla Stesicoro-Palestro i lavori sono fermi a causa dei ritardi di Enel per fornire la necessaria energia elettrica ad alimentare la talpa che deve scavare il tunnel, sulla Nesima Monte Po, stando ai vertici di Fce, nell’ultimo mese si registrano rallentamenti per problemi di liquidità della Cmc. «Ma niente di grave – precisano – dalla prossima settimana si dovrebbe tornare alla normalità e al momento la scadenza resta quella di giugno 2019».
Martedì prossimo tutti gli attori coinvolti – Cmc, Anas, assessorato e sindacati – si incontreranno a Palermo negli uffici della Regione per provare a fare chiarezza e riprendere i lavori su una delle arterie più importanti per la mobilità dell’Isola.