Sottoscritto questa mattina il protocollo d'intesa tra le due Regioni che dà ufficialmente il via al nuovo corso della gestione dell'emergenza in Sicilia. Musumeci: «Realizzeremo alcune decine di piste per elicotteri. Il tempo può essere determinante»
Sanità, siglata intesa tra Sicilia e Lombardia su 118 La Seus ad esaurimento, nuove piste di elisoccorso
Anche la parte formale è stata oggi ufficializzata con la sottoscrizione del protocollo d’intesa tra la Regione Siciliana e la Lombardia, siglata dai due governatori Nello Musumeci e Attilio Fontana a Palazzo d’Orleans. È così che nascerà nell’Isola l’Areus (Agenzia regionale emergenza urgenze Sicilia), sul cosiddetto modello Lombardia, che coordinerà l’intero comparto dell’emergenza-urgenza, dal primo soccorso su ambulanza fino al potenziamento del sistema di elisoccorso, alla riorganizzazione del 118 e al coordinamento con centro trapianti e la banca del sangue. Nessuna liquidazione in vista per la Seus, come anticipato da MeridioNews. La società partecipata dalla Regione che al momento gestisce il servizio di primo soccorso su ambulanza. Una partecipata i cui vertici sono stati rinnovati venerdì scorso, nella quale lavorano circa 3.200 dipendenti, tra amministrativi e autisti soccorritori.
E il tema sta proprio lì, tra l’allarme lanciato da sindacati e opposizioni sul futuro occupazionale dei dipendenti. Se l’assessore alla Salute, Ruggero Razza, infatti, non perde occasione per sottolineare come «nessuno perderà il posto di lavoro», ammette anche che il sistema, così com’è strutturato oggi, comporta qualche preoccupazione per il futuro. «Il personale – spiega Razza – è inquadrato a livello contrattuale in modo tale da non poter svolgere altre mansioni. Se non ci pensiamo oggi, tra quattro anni, quando molti dei dipendenti saranno over 60 e quindi presumibilmente inabili al ruolo di autista soccorritore, potrebbe essere emergenza».
Così ecco che nei piani del governo c’è anche la possibilità di cedere la partecipazione della Seus alla nuova Areus, in modo da creare quel sistema che Razza definisce «ad ascensore»: in soldoni, il personale di Seus che dovesse non essere più adatto alla funzione di autista soccorritore potrebbe essere impiegato in altri ruoli all’interno del grande sistema di gestione delle emergenze nella sanità siciliana. Insomma, in quest’ottica Seus non andrà in liquidazione, ma andrà ad esaurimento.
I fondi messi a disposizione non si conoscono. Adesso si lavorerà alla redazione di un programma dettagliato sulla nuova struttura dell’Agenzia. Ma intanto Razza annuncia che sono stati sbloccati 224 milioni di euro per l’edilizia sanitaria e che la restante quota da 600 milioni verrà riprogrammata. Ed è proprio in questa riprogrammazione che il governo dovrebbe trovare le risorse per il potenziamento dell’elisoccorso, su cui punta forte il governo Musumeci. Al momento la convenzione èesternalizzata e costa circa 22 milioni di euro l’anno per sei elicotteri, di cui tre attivi h24 e tre attivi h12. Ma Musumeci a domanda ha risposto in conferenza stampa annunciando la realizzazione di «alcune decine di piste di elisoccorso». Che, verosimilmente comporteranno anche l’aumento della flotta di elicotteri, sempre affittati in convenzione. «Alla pubblica amministrazione – sottolinea Razza – non conviene l’acquisto di mezzi che richiedono grande manutenzione. Ormai anche ai privati conviene noleggiare le auto, figurarsi gli elicotteri per il soccorso».
Naturalmente oltre ai costi, c’è il tema dell’importanza strategica del servizio di elisoccorso: «In alcuni casi – ha sottolineato ancora Musumeci – il tempo è determinate per salvare una vita». E a proposito di costi, è Razza invece a rispondere a distanza alle «sterili polemiche» degli scorsi giorni: «Un’azienda con 3.200 dipendenti e un bilancio da 114 milioni di euro l’anno dovrebbe essere gestita come un negozio? Non vedo alcuna ragione per cui non dovrebbe essere dotata di un consiglio d’amministrazione e della governance necessaria per gestire una società complessa».
La firma del documento è avvenuta a Palazzo d’Orleans e non a Milano, e anche questo non sarebbe un caso. «È il segno – affermano fonti vicine al governatore – di come la Sicilia stia tornando ad avere un peso istituzionale, che consente anche che non sia sempre il governatore a spostarsi per siglare accordi politici, ma venga raggiunto dagli altri rappresentanti istituzionali».