Luigi Pasotti dirige l'unità operativa climatologica dell'Osservatorio acque della Regione. A MeridioNews spiega quanto le condizioni meteorologiche abbiamo influito nella capacità di controllare i roghi. «Senza i venti secchi del Nordafrica è stato più facile», spiega
Antincendio, il fattore clima nel successo di Musumeci Esperto: «In cento anni mai piovuto così tanto in estate»
«Successo della campagna antincendio? Qualsiasi giudizio non può non tenere conto dell’eccezionalità delle condizioni climatiche che quest’anno abbiamo avuto». A suggerire una nuova lettura dei dati divulgati ieri in conferenza stampa dal presidente della Regione, Nello Musumeci, è Luigi Pasotti, dirigente dell’unità operativa climatologica dell’Osservatorio acque. Il governatore ieri ha fatto il punto sulle operazioni di spegnimento nelle aree boschive e non della Sicilia, sottolineando come rispetto all’anno precedente ci sia stato circa il 35 per cento in meno di interventi e una riduzione della superfice percorsa dal fuoco dei quasi tre quarti.
Tali risultati, per Musumeci, sono direttamente collegati alla possibilità avuta in questa stagione di usufruire dei mezzi aerei. Oltre ai tre elicotteri del ministero della Difesa e a uno dei carabinieri, ci sono stati quelli messi a disposizione dai privati: il raggruppamento temporaneo di imprese formato dalla nissena Helixcom e dalla campagna E+S Air, unico partecipante, si è aggiudicato a giugno la gara da oltre due milioni di euro. «Abbiamo lavorato bene, la possibilità di usare mezzi aerei consente di raggiungere facilmente la zona interessata dal rogo e di intervenire prima che le fiamme si propaghino su vaste aree – dichiara a MeridioNews l’imprenditore nisseno Luca Mannino, titolare di Helixcom -. Considerato che l’appalto è iniziato in ritardo, contiamo di mantenere i sei mezzi per l’intero mese di novembre, anziché fermarne cinque così come previsto dal capitolato».
Sui vantaggi derivanti dagli elicotteri si sono fermati ieri sia Musumeci – «quest’anno sul fronte degli incendi siamo riusciti a ottenere ottimi risultati grazie all’utilizzo strategico dei mezzi aerei» – sia il comandante del Corpo forestale regionale, Filippo Principato, che si è spinto oltre: «Questi risultati non sono frutto del meteo clemente perché – ha spiegato – la superficie media bruciata è scesa moltissimo e questo è indipendente dalle condizioni meteo». Di avviso completamente diverso è però Luigi Pasotti. Un convincimento che poggia sui dati di questi mesi: «Abbiamo avuto un’estate con caratteri di eccezionalità mai registrati finora – dichiara il responsabile dell’unità operativa climatologia della Regione -. Per esempio, da che si monitorano le condizioni meteo, non aveva mai piovuto così tanto a giugno e agosto».
Le condizioni favorevoli al controllo degli incendi sono state diverse. «Nel 2017 abbiamo avuto l’anticiclone nordafricano puntato sempre sulla Sicilia, mentre nel 2018 lo stesso è valso per la penisola iberica – continua Pasotti -. Noi ci siamo presi le correnti balcaniche. La Sicilia per certi tratti è stata la regione più fresca d’Italia, e questo chiaramente ha inciso sugli indici di innesco e propagazione. In sostanza se la vegetazione presenta un livello di umidità elevato le possibilità che la stessa prenda fuoco resta bassa. Al contempo senza la presenza di venti secchi dal Nordafrica i roghi si propagano con velocità inferiori». La soddisfazione di Musumeci è quindi immotivata? «Non avere avuto incendi come nel 2017 è senz’altro motivo di gioia per quanti tengono alla Sicilia. Ma per quanto l’organizzazione possa essere stata migliore rispetto al passato, un’analisi approfondita deve tenere conto anche del clima, altrimenti si dà un’informazione incompleta».