Diplomi facili, finanzieri sequestrano denaro e attestati Inchiesta coinvolse collaboratore dell’assessore Turano

Nuovo passo avanti nell’inchiesta sui diplomi facili in giro per la Sicilia. La guardia di finanza ha sequestrato importanti somme di denaro e 22 attestati di scuola media superiore conseguiti nell’anno scolastico 2014-2015. A coordinare l’inchiesta è la procura di Agrigento, dove sono finite le carte di un’indagine nata anni fa nel Ragusano e più precisamente a Ispica, dove si trova il centro d’istruzione paritario D’Annunzio, ritenuto il centro di una rete che avrebbe favorito il conseguimento dei diplomi a condizioni non previste dalla legge e in cambio del pagamento di somme.

La struttura ispicana avrebbe avuto rapporti con l’Istituto europeo San Marco di Acireale, in provincia di Catania, e altre tre scuole dell’Agrigentino con sedi a Canicattì e Licata. La notizia dell’indagine – in cui vengono ipotizzati i reati di truffa, falso, abuso di ufficio e rivelazione di segreti di ufficio – era venuta fuori già a fine 2016 e riguardava un’ottantina di persone tra presidi, docenti e personale di segreteria. Tra gli indagati c’era anche Gaetano Cani, ex deputato regionale dell’Udc, a casa del quale la guardia di finanza trovò timbri della Regione, del Comune di Canicattì e dell’Asp di Agrigento, oltre che migliaia di euro in contanti, oltre che titoli di credito per circa 300mila euro

Fallita l’elezione all’Ars – già nella passata legislatura era subentrato all’attuale sindaco di Agrigento Lillo Firetto – Cani dalla primavera ha trovato posto all’interno dell’ufficio di gabinetto dell’assessore alle Attività produttive Mimmo Turano. Una nomina di carattere fiduciario rivendicata a MeridioNews da entrambi e spiegata con la presunzione di innocenza, ma anche con la natura temporanea dell’incarico: in un primo momento, infatti, il contratto firmato da Cani sarebbe dovuto scadere ad agosto. A inizio settembre, però, dopo avere ottenuto l’aspettativa dall’istituto pubblico in cui lavora, l’esponente dell’Udc ha firmato un nuovo contratto, sempre per operare all’interno degli uffici di diretta collaborazione di Turano. La durata, stavolta, è pari a un anno. «Non conosco questi sviluppi dell’indagine – commenta il diretto interessato a MeridioNews ma posso dire di continuare a essere sereno. L’unica cosa che dispiace sono i tempi della giustizia, dovermi trovare coinvolto all’interno di vicende che saranno chiarite senza problemi ma che inevitabilmente per molti anni mi esporranno ai sospetti e alla gogna mediatica». Cani poi nega di avere avuto un ruolo di primo piano all’interno del sistema finito nel mirino degli inquirenti. «Sono stato semplicemente un socio della società che gestiva uno di questi istituti paritari, ma non li ho mai amministrati», prosegue. Sul rinnovo dell’incarico da parte di Turano chiosa: «Esistono tre gradi di giudizio, ma io posso assicurarle che, anche dopo una prima condanna, uscirei dalla scena pubblica. Fino ad allora non lo trovo giusto».

L’inchiesta Diplomat non è l’unica in cui il nome di Cani è stato tirato in ballo. L’esponente Udc è infatti al momento sotto processo, con la prossima udienza prevista per fine anno, con l’accusa di estorsione in merito a quanto sarebbe accaduto all’interno di un’altra scuola privata: l’istituto paritario Maria Rotolo di Menfi. In quel caso, i magistrati sono convinti del fatto che Cani abbia spinto gli insegnanti a lavorare gratuitamente pur di ottenere il punteggio in graduatoria. E per vincolarli ulteriormente li avrebbe posto come condizione la firma in bianco delle dimissioni.


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