Il referendum consultivo ha registrato il raggiungimento del quorum nelle otto contrade che formano l'area. Adesso bisognerà attendere che l'Ars faccia una legge per ufficializzare la nascita del nuovo ente locale. E tra i sostenitori del no c'è chi adesso si chiede se le prossime elezioni nel capoluogo non saranno falsate
Trapani, abitanti di Misiliscemi votano l’indipendenza «Abbiamo nostra identità, vogliamo essere Comune»
La determinazione degli abitanti del territorio di Misiliscemi, a Trapani, ha vinto. Vince la voglia di rivalsa di un territorio spesso usato come bacino di voti e poi abbandonato a se stesso. I cittadini adesso vedono sempre più vicina la realizzazione del sogno di diventare un comune autonomo. È bastato raggiungere il quorum nelle otto contrade, ovvero Rilievo, Guarrato, Locogrande, Marausa, Palma, Pietretagliate, Salinagrande e Fontanasalsa per rendere valido il referendum di ieri con il quale si chiedeva ai trapanesi di pronunciarsi sulla nascita del nuovo comune. I votanti alla fine sono stati 3.752, il 52,04 per cento degli aventi diritto, con 3.336 sì e 391 no. È andata diversamente negli altri seggi del Comune di Trapani dove non è stato raggiunto il quorum. Al voto solo 12,6 per cento degli aventi diritto con 50,1 per cento di sì e 49,9 di no. Adesso, la palla passa alla Regione che dovrà ratificare, attraverso una legge, l’autonomia di Misiliscemi.
Grande festa presso la sede dell’associazione Misiliscemi, guidata da Salvatore Tallarita e promotrice del referendum che è riuscita a riunire gli abitanti delle diverse frazioni che da tempo chiedevano la separazione dalla città falcata per il rilancio dell’economia del territorio. «Ieri è stata la giornata più bella di sempre – commentano dal comitato promotore -. Un risultato agognato fino all’ultima mezzora. Abbiamo dimostrato con i fatti che le idee valgono ancora tanto e che sono le persone, una per una, a portarle avanti. Questo risultato è stato il frutto dell’impegno di una intera comunità che ieri ha dimostrato la propria determinazione. Abbiamo tirato fuori la nostra nuova identità, le nostre radici sono comuni e forti. Abbiamo un’unica voce adesso. E’ arrivato il momento – continua Tallarita – di mettersi a lavoro per difendere quello che abbiamo ottenuto duramente e far fiorire il territorio».
Tanta delusione invece tra i promotori del no. «Prendiamo atto – si legge in una nota – dell’esito del referendum che ha visto prevalere la volontà di distacco dell’area di Misiliscemi. Ci si chiede come possano, a questo punto, ritenersi legittime elezioni amministrative che comprendono un corpo elettorale ormai deliberatamente estraneo. Con quale diritto gli elettori residenti nel territorio di Misiliscemi possono determinare le scelte politico istituzionali del Comune da cui hanno deciso di emanciparsi? Il decreto con cui sono state indette le prossime elezioni amministrative investe una città di Trapani diversa da quella che si configura oggi, risultati del referendum Misiliscemi alla mano. Il corto circuito amministrativo – prosegue la nota – rischia, una volta definiti i rapporti amministrativi, di determinare tra un anno se non addirittura tra qualche mese l’indizione di nuove elezioni».