Giovanni Vizzini era già stato fermato nell'immediatezza dei fatti, lo scorso 12 febbraio, ma era stato scarcerato dal gip. Adesso torna dietro le sbarre, grazie agli ulteriori approfondimenti della polizia. I diretti interessati, entrambi coinvolti in attività illecite, vorrebbero ricondurre l'episodio a futili motivi
Pachino, un arresto per il tentato omicidio al bar È un pregiudicato, da chiarire motivi dell’agguato
Giovanni Vizzini, pregiudicato 31enne, è stato arrestato per il tentato omicidio di Giuseppe Aprile, il 12 febbraio scorso a Pachino. Secondo la ricostruzione della polizia, Vizzini avrebbe cercato di ucciderle il rivale per motivi in parte ancora da chiarire, sparando alcuni colpi di arma da fuoco mentre si trovava all’interno di un bar del centro. Entrambi i soggetti fanno parte di famiglie che hanno dato parecchi problemi negli anni e sarebbero impegnati in attività illecite.
Vizzini era già finito in carcere nelle ore immediatamente successive all’episodio, ma il Gip non aveva confermato il fermo perché non ci sarebbero stati gli elementi sufficienti, nonostante già allora ci fossero delle immagini dalle telecamere di videosorveglianza che mostravano giungere vicino al bar la macchina di Vizzini poco prima dell’agguato.
Ulteriori indagini e approfondimenti da parte del commissariato di Pachino e della squadra mobile di Siracusa hanno permesso di acquisire nuove immagini e ascoltare testimoni. Determinanti si sono rivelate, in particolare, le immagini che hanno fornito il dettaglio degli indumenti indossati dall’autore del tentato omicidio, gli stessi trovati a casa di Vizzini la sera della sparatoria, così come dell’auto impiegata per compiere l’agguato. Le indagini, per nulla agevolate da un clima di omertà sottolineato dagli investigatori, vanno avanti per definire meglio i contorni della vicenda. Non è infatti ancora del tutto chiaro il motivo dell’aggressione, anche se i diretti interessati avrebbero cercato di ricondurlo a futili motivi, questioni di donne a cui la polizia tende a non credere.
Sulla base di questi nuovi elementi il Gip del Tribunale di Siracusa, su richiesta della locale Procura, ha ordinato la misura cautelare in carcere. Anche la vittima dell’agguato Giuseppe Aprile, è pregiudicato. Era stato arrestato lo scorso 23 giugno, insieme ai suoi due fratelli Giovanni e Claudio, con l’accusa di tentata estorsione aggravata nei confronti dell’onorevole dell’Ars Giuseppe Gennuso. Il parlamentare regionale e imprenditore rosolinese aveva denunciato il furto di due mezzi della sua azienda agricola e poi la richiesta di pagamento di diecimila euro per la restituzione della refurtiva. Venti giorni dopo, il tribunale del Riesame di Catania aveva disposto la scarcerazione dei fratelli Aprile. A carico di Giuseppe Aprile sarebbero in corso altri procedimenti per vari reati fra cui quello di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.
Lo scorso 22 febbraio il bar Scacco Matto, teatro dell’agguato, è stato sospeso per un mese dal questore di Siracusa, perché abituale ritrovo di pregiudicati. Al momento della sparatoria all’interno del locale erano presenti molti pregiudicati che non hanno collaborato con le forze dell’ordine per le indagini sul caso.