Nebrodi, le autopsie dopo la morte dei due poliziotti «Nessuna anomalia». Attesa per i test tossicologici

Arresto cardiocircolatorio e leucemia. Nelle morti dei poliziotti Rino Todaro e Tiziano Granata non ci sarebbe nulla di anomalo. O perlomeno è quanto emerge dalle autopsie effettuate sui corpi dei due agenti dei Nebrodi, impegnati nelle indagini sull’ecomafia e deceduti a distanza di due giorni l’uno dall’altro. L’attesa, adesso, è per i test tossicologici per i quali bisognerà attendere un paio di mesi.

Gli esami sul cadavere di Todaro si sono svolti ieri pomeriggio. Tra i presenti nei corridoi c’era anche Lucia Ruggeri, cugina del poliziotto e legale della famiglia insieme all’avvocato Giuseppe Mormino nell’indagine aperta per chiarire le cause della morte del 46enne. «Sapeva che stava per morire, non si sentiva bene – racconta Ruggeri a MeridioNews -. Era agitato e la sua unica preoccupazione era per i suoi due figli, la piccola che sta per arrivare e la compagna Nella. Abbiamo perso il nostro gigante buono. Rino era benvoluto da tutti e la sua morte ha sconvolto non solo i familiari ma anche quelli che lo hanno conosciuto». Quando l’agente moriva nel corridoio c’erano i suoi fratelli e i genitori. «Fino alla fine voleva evitare a sua madre il dispiacere di vederlo stare male, ma purtroppo le sue condizioni erano critiche», continua l’avvocata. 

Appena appresa la notizia, all’ospedale Papardo sono arrivati il questore, il dirigente del commissariato di Sant’Agata di Militello Daniele Manganaro e tanti colleghi. «Ho visto tanti piangere per la morte di Rino. Dai suoi colleghi a Giuseppe Antoci. Mio cugino aveva collaborato nelle indagini sull’ecomafia. Di questo pool faceva parte anche Tiziano Granata». Quest’ultimo è stato trovato morto due giorni prima nella sua abitazione. L’autopsia avrebbe escluso anomalia nel decesso del poliziotto, ma si attendono gli esami tossicologici per sciogliere definitivamente ogni dubbio. Gli stessi dubbi che adesso attanagliano la famiglia di Rino Todaro. «Aveva cominciato a star male 20 giorni fa, prima sembrava influenza, poi ha cominciato ad avere mal di schiena e quindi ha cominciato a dimagrire». 

Portato in un primo momento all’ospedale di Sant’Agata di Militello, l’uomo è stato poi trasferito al Papardo. «Mentre effettuavano analisi su di lui ha saputo della morte del collega. È stato un duro colpo. Gli altri poliziotti per lui erano fratelli». Da questo pomeriggio, nella chiesa di San Giuseppe a Sant’Agata di Militello, è stata allestita la camera ardente. Domani, invece, si svolgeranno i funerali.


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