Turismo, a confronto i cinque candidati alla presidenza Destagionalizzazione, depuratori e posizione sul web

La parola d’ordine è senz’altro destagionalizzazione, soprattutto quando si parla di consolidamento dei flussi turistici. Nella terza puntata che Meridionews dedica ai temi della campagna elettorale, si entra nella materia del turismo. E mentre offline non si placano le polemiche sui mancati confronti pubblici tra i candidati (Nello Musumeci finora ha sempre declinato gli inviti), ecco le proposte dei cinque in corsa verso palazzo d’Orleans in materia di ricettività e ospitalità. Secondo Micari bisogna allargare al turismo congressuale e il rettore, come Fava, individua nei depuratori delle acque reflue uno dei temi da affrontare a strettissimo giro di boa. Il vicepresidente della commissione antimafia, dal canto suo, è l’unico a parlare, a proposito di salvaguardia delle coste, del tema delle trivelle, schierandosi contro. L’indipendentista La Rosa immagina la defiscalizzazione del prezzo della benzina anche come strumento per abbattere i costi del traffico aereo, mentre Cancelleri immagina l’istituzione di un fondo regionale per la destagionalizzazione. Per Musumeci, infine, il rapporto col turista passa anche da una nuova narrazione della Sicilia.

Parlare di turismo in campagna elettorale appare ai limiti del banale, eppure è lì che la Sicilia deve fissare il volano della propria economia. Quali interventi immagina per consolidare il rapporto coi turisti che – complice la crisi politica internazionale – hanno privilegiato la Sicilia negli ultimi anni?

GIANCARLO CANCELLERI

«Il Turismo sarà per noi la chiave del progetto di rilancio dell’Isola. La nostra ricetta consiste nel coltivare la cultura dell’accoglienza attraverso azioni mirate, portate avanti in sinergia con gli Enti Locali, le associazioni e gli operatori del settore. Gli ambiti su cui ci muoveremo partono dalla riorganizzazione della macchina amministrativa (finora, infatti, è mancata un’unica e operativa cabina di regia); e finalmente, il vero lancio del brand Sicilia, per questo istituiremo un unico DMO (Destination Management Organization), che per noi è una precisa scelta strategica che vede la Sicilia come una destinazione unica, non frammentaria. Ottimizzeremo gli strumenti già esistenti, come l’Osservatorio Turistico o il Piano triennale, che dovrà rispondere alle reali esigenze di rilancio; aggiorneremo la normativa del settore e prevediamo diverse iniziative per la destagionalizzazione, dalla creazione e promozione di reti che valorizzino i borghi siciliani e gli alberghi diffusi, il turismo termale, rurale e minerario nelle antiche solfare, fino all’istituzione di un fondo per la destagionalizzazione volto ad incentivare la presenza dei visitatori esteri nei periodi di bassa stagione. Verranno avviati tavoli di concertazione con e tra gli aeroporti siciliani, al fine di aumentare e migliorare l’accessibilità e la competitività, nonché di aumentare il volume di traffico passeggeri e nuove rotte».

CLAUDIO FAVA

«Per consolidare i flussi turistici è necessario analizzarli attraverso strumenti più selettivi in modo da individuare mercati, target, punti di forza e di debolezza. Sostituire quindi la promozione generalista, con più promozioni diversificate scegliendo mercati e target di riferimento, in modo da rendere la stessa promozione (basata anche su testimonianze dirette di visitatori), più mirata. Occorre un piano integrato per il Turismo e la Cultura che faccia del nostro giacimento naturale (65 siti e musei, il 30 per cento dei beni archeologici della Sicilia, 14 teatri greci, una straordinaria tradizione teatrale) il volano di un turismo destagionalizzato e con più lunghi periodi di permanenza. In questo contesto, la costante apertura dei siti e dei musei è indispensabile, la calendarizzazione di eventi di livello internazionale contribuisce a creare flussi stabili. Inoltre nuovi strumenti di fidelizzazione vanno posti all’attenzione dei turisti. In particolare, il crowdfunding per la conservazione dei beni archeologici va lanciato dalla Regione a livello internazionale sia per i turisti già stati in Sicilia, sia come strumento per incentivare nuovi flussi. Più in generale, il turismo va costruito, pianificando le azioni rivolte alle diverse tipologie turistiche, agendo sulla qualità dell’offerta anche attraverso il collegamento tra università, istituti superiori ed imprese per una formazione mirata e una legge sul turismo che sia il risultato di un confronto con tutti gli operatori del settore e che favorisca lo sviluppo di prodotti integrati per i territori (golf, congressuale, balneare, enogastronomico, ecc.)».

ROBERTO LA ROSA

«Il fallimento della politica regionale da 60 anni a questa parte è dato da un riscontro oggettivo: una piccola isola come Malta conta gli stessi turisti della Sicilia. Magari noi non avremo i grandi casinò, ma mi pare che a occhio e croce qui ci siano alcuni tra i beni architettonici e monumentali più importanti del mondo. E poi va sostenuta, incoraggiata e incentivata una nuova politica dei trasporti, perché le persone che vengono in Sicilia vogliono venire a contatto con la nostra cultura e la vogliono conoscere dal vivo perché amano il popolo siciliano. Ma il problema oggi è che magari si favoriscono mete più economiche perché venire in Sicilia costa troppo, bisogna far sì che le tratte aeree siano agevolate dalla politica. Con costi di trasporto aereo proibitivi è complicato incentivare il turismo, il primo intervento sicuramente dovrebbe essere mirato alla defiscalizzazione del prezzo della benzina, sono convinto che già soltanto con quello il turismo aumenterebbe».

FABRIZIO MICARI

«Consolidare il rapporto col turista significa strutturarlo meglio, puntando sulla destagionalizzazione del turismo, che non sia limitato a luglio e agosto e che copra un arco stagionale decisamente più ampio. E poi i fattori strutturali sono importanti, bisogna puntarvi molto. La Sicilia può essere terra di turismo congressuale, ma in questo momento non ci sono strutture adatte ad accogliere il grande turismo congressuale. Bisogna lavorare sia per incentivare le strutture ricettive, ma anche sulla reale capacità ricettiva di questa terra, che ha potenzialità enormi».

NELLO MUSUMECI

«Ciò che afferma è vero, ma occorre presentare un’immagine nuova perché non siamo l’unica terra al mondo a godere di sole, mare e patrimoni culturali. Bisogna ripensare ai servizi attraverso una rimodulazione complessiva. È inaccettabile, ad esempio, che i siti museali restino chiusi perché non ci sono i custodi sapendo che la Regione dispone di migliaia di dipendenti. Così come i privati devono dotarsi di personale qualificato e presentarsi nel migliore dei modi. In definitiva abbiamo bisogno di destagionalizzare attraverso una programmazione ampia, in grado di creare un circuito che coinvolga imprenditori del settore e gli enti pubblici».

Se turismo in Sicilia è – anche – sinonimo di stagione balneare, come valorizzare le coste dell’Isola in relazione al delicato tema dell’abusivismo edilizio?

GIANCARLO CANCELLERI

«La risposta sta nell’impianto normativo già esistente a tutela delle nostre coste. Qualunque governo regionale non può fare di testa propria, vanno rispettate le leggi. Dalla nostra, avvieremo controlli in tutti i Comuni costieri affinché si proceda alla redazione dei Piani di utilizzo del demanio, ovvero lo strumento di monitoraggio territorio costiero. Parallelamente, gli stessi comuni vanno aiutati nell’abbattimento delle case abusive costruite dopo il ’76, attraverso un fondo di rotazione già previsto per legge e che amplieremo attraverso l’istituzione di un fondo regionale» .

CLAUDIO FAVA

«Tra le prime iniziative del governo è necessario avviare la revoca dei contratti che hanno svenduto le nostre coste a società estere intenzionate a cementificarle (ossia salvaguardare le coste dalla cementificazione mascherata da turismo) e bloccare le trivellazioni che sarebbero una tragedia naturalistica oltre che economica. Ciò non implica che il rapporto pubblico-privato debba essere depotenziato. Al contrario dobbiamo promuovere il project financing, modificando radicalmente il rapporto tra istituzioni culturali e impresa privata: chi vuole investire deve poterlo fare, tutelando il territorio. Questo tipo di insediamenti produttivi rappresenta anche la migliore maniera di salvaguardia del territorio siciliano, la sua bellezza, la sua ricchezza, violata da anni di abusi: sessantamila case abusive fabbricate fra le due sanatorie dei governi Berlusconi, un sesto dell’intero abusivismo italiano. Che in Sicilia non è mai stato un abusivismo di necessità. Inoltre, parlando delle nostre coste, non si può non ricordare che in larga parte della Sicilia i sistemi fognari scaricano in mare. Va immediatamente avviato un piano straordinario, basato sulle risorse europee, per una vera e propria rete di depurazione lungo le coste».

ROBERTO LA ROSA

«Il mare è di tutti. Non soltanto sono favorevole al riordino coste, nel senso che i villini abusivi vanno drasticamente abbattuti e recuperati a fine turistico, ma considero il turista che si innamora della Sicilia un valore aggiunto. Molte coste, si pensi alla sola città di Palermo, vantano spiagge meravigliose, ma che sono state sostanzialmente lottizzate. In questo senso considero Mondello una vergogna. Bisogna fare come già accade altrove, ad esempio a Nizza: in tutti i centri balneari dell’Isola, per cento metri di spiaggia attrezzata, devono essercene altrettanti di spiaggia libera, anche per chi non può permettersi di pagare l’ingresso. Come dicevo all’inizio, il mare è di tutti».

FABRIZIO MICARI

«Il tema della salvaguardia delle coste non può esimersi dall’affrontare un altro tema, strettamente connesso, che è quello dei depuratori. In molte situazioni i depuratori sono dimensionati rispetto al numero degli abitanti invernali, per questo poi in estate scoppiano. E poi c’è il tema legato all’erosione di diverse zone, penso a San Vito, ma non solo. Su quello bisogna intervenire in maniera decisa. Rispetto al tema dell’abusivismo edilizio, infine, lì non bisogna girarci attorno né fare demagogia: ci sono norme e leggi precise. E le leggi devono essere rispettate».

NELLO MUSUMECI

«Ne abbiamo già parlato, l’abusivismo di necessità è la trovata di qualcuno. Certo, c’è differenza tra chi abita una casa perché lo Stato non ha avuto la capacità di avviare un serio piano di edilizia popolare, con chi si è fatto la villa al mare deturpando il litorale. Mi permetta però di fare un esempio: la Valle dei Templi. Il danno che è stato fatto è già sufficiente a poterci far rilevare come la politica nei decenni passati non abbia esercitato il necessario controllo. Alcune sono state abbattute, altre dovrebbero esserlo, ma è la magistratura che emette le sentenze e quando diventano esecutive chiede al sindaco di procedere alla demolizione. Insomma, non è una competenza del presidente della Regione, ma io non mi nascondo. C’è l’esigenza di attuare una seria politica di ricognizione del territorio per liberarlo da eventuali obbrobri e valutare caso per caso se non sia necessario intervenire anche dal punto di vista del processo culturale con azioni di riconversione. Voglio ricordare che un valore assoluto come l’energia pulita con l’eolico ha annullato un altro valore assoluto che è il bene del paesaggio contemplato dalle leggi italiane. Questo accade se manca uno strumento di pianificazione».

La Sicilia vanta un patrimonio culturale e archeologico inestimabile, tra siti Unesco e non, ma oggi gran parte della loro valorizzazione viaggia online. Come pensa di gestire l’immagine dell’Isola via web per attrarre turisti? E quali priorità vede nel percorso verso la digitalizzazione dell’intero sistema?

GIANCARLO CANCELLERI

«Beni culturali e Turismo non possono vivere come due mondi separati, un binomio inseparabile che deve sfruttare al massimo tutte le potenzialità tecnologiche oggi esistenti, tecnologie avanzate per la fruizione turistica, del patrimonio culturale e naturale. Per questo il nostro primo obiettivo è quello di migliorare l’utilizzo delle risorse comunitarie destinate agli investimenti sul supporto tecnologico al settore pubblico e turistico. Contemporaneamente, lavoreremo alla digitalizzazione delle biglietterie attraverso l’introduzione del biglietto elettronico, di sistemi di sbigliettamento on-line per tutti i nostri siti che, al contempo, saranno dotati di autonomia gestionale e programmatica delle attività».

CLAUDIO FAVA

«Richiamando quanto già detto nella prima risposta, l’utilizzo del web per valorizzare la Sicilia deve inserirsi nel programma più ampio delle smart cities, con una serie di servizi per il turista. La Regione dovrebbe pertanto farsi promotrice, sia attraverso società controllate che in collaborazione con le imprese private presenti sul territorio, di realizzare una serie di app. Per guidare i turisti nel visitare non solo i luoghi più noti ma il patrimonio artistico e culturale diffuso».

ROBERTO LA ROSA

«La Regione deve intervenire in sinergia con gli operatori turistici per far sì che si esca dalla logica legata al turismo tradizionale. Al turista che vuole dedicare dieci giorni alla Sicilia bisogna offrire dei tour tematici, per dargli la possibilità di tornare, ampliando l’offerta tra tour archeologici, monumentali, o più legati al sole e al mare. La Sicilia non è soltanto Palermo, Catania, Messina, Taormina o Cefalù. Noi vogliamo valorizzare il turismo interno, intanto per i siciliani stessi, perché possano passare un weekend apprezzando tutta la bellezza che la Sicilia racchiude. In ogni Comune dell’Isola c’è una Chiesa Madre, un monumento, un sito archeologico, c’è insomma tanta storia spesso sconosciuta. Bisogna sicuramente destagionalizzare e lavorare nell’ottica di in una politica turistico-strategica».

FABRIZIO MICARI

«Sicuramente non possiamo continuare a restare indietro, in un mondo in cui le informazioni viaggiano in tempo reale. È chiaro che dobbiamo avere un sistema che consenta ai turisti di potersi presentare a distanza. Le risorse ci sono, sui fondi del Po-fesr 2014-2020 ad esempio sono previsti dei fondi per l’agenda digitale che possono e devono servire anche a questo. Ci vuole competenza e persone capaci di farle, dobbiamo arrivare a rendere i nostri siti, i nostri musei, la nostra cultura accessibile ai livelli dei più grandi musei del mondo. Le risorse economiche e umane ci sono, occorre metterle a sistema».

NELLO MUSUMECI

«La Sicilia è un museo a cielo aperto, esistono le condizioni per fare del turismo un settore trainante dell’economia assieme all’agricoltura di qualità. Dai dati più recenti, sappiamo che ormai chi viaggia si informa sul web e prenota almeno un prodotto attraverso la rete, ma da noi, ne arriva una percentuale esigua. Se è vero che oggi basta un click, dobbiamo essere in grado di far vivere da subito certe emozioni. Immagino una nuova narrazione della Sicilia capace di comunicare ai fruitori del mondo digitale le bellezza della nostra terra. Certo, non si possono tralasciare i sistemi tradizionali, fiere e rapporti con gli operatori, ma dobbiamo allargare lo spettro ai nuovi mercati, ai cosiddetti nuovi ricchi che poco sanno della nostra Isola. Nel turismo serve una programmazione che non lasci nulla al caso, come troppo spesso si è fatto».


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