Un'anforetta, una brocca, una una coppa da vino e un vaso. Alcuni d'importazione. È quanto è stato segnalato all'interno di un relitto dal sub gelese Franco Cassarino e recuperato dalla Soprintendenza
Gela, ritrovati reperti del VI secolo a. C. «Finora i più antichi recuperati dai fondali»
Un nuovo relitto è stato scoperto nelle acque di Gela. Ma questa volta si tratterebbe del più antico reperto archeologico ritrovato nei fondali di fronte alla cittadina nissena. Un «rinvenimento di grande interesse scientifico – dichiara il soprintendente del Mare Sebastiano Tusa – Sulla base dei materiali recuperati si tratterebbe di un relitto databile alla prima metà del VI secolo a.C.».
La Soprintendenza del Mare, grazie alla segnalazione ed all’intervento del subacqueo gelese Franco Cassarino, con il coordinamento di Stefano Zangara della stessa Soprintendenza, ha recuperato importanti reperti archeologici subacquei nelle acque antistanti la contrada Bulala, già nota nelle cronache archeologiche per una ricca serie di rinvenimenti. In particolare sono stati recuperati un’anforetta, una brocca, una kylix (una coppa da vino, ndr) a vernice nera d’importazione dall’Attica e un vaso detto cothon d’importazione corinzia.
I reperti giacevano a circa quattro metri di profondità vicino ad alcuni elementi di legno che emergevano dalla sabbia e che farebbero parte del relitto cui appartengono i beni ritrovati. Le operazioni si sono svolte con il patrocinio del Comune di Gela e del museo archeologico regionale di Gela e sono state rese possibili grazie alla collaborazione della Capitaneria di Porto e dei subacquei volontari locali. I materiali verranno presentati sabato, alle 10.30, presso la sala conferenze del museo.