Presidenziali, il Movimento 5 stelle ancora senza candidato Tra dissidi e polemiche, le ragioni di un ritardo preoccupante

Il mare non è proprio calmo, ma la navigazione non sembra essere delle più difficili. Nonostante ciò la nave del Movimento 5 stelle pare essere in serie difficoltà, tra scricchiolii, crepe, parti che saltano via e gli immancabili dissidi interni. Succede a Roma, si guardi alla fuoriuscita solitaria di Dino Giarrusso, costata cara ai pentastellati messinesi e a quella di Luigi Di Maiodei suoi seguaci, poi. Succede anche in Sicilia, dove la discussione sulla possibilità o meno di ricandidarsi dopo il secondo mandato – storico baluardo del Movimento – rischia di fare saltare il banco grillino ancora prima delle elezioni regionali, ma addirittura alle primarie, fortemente volute e sostenute dai 5 Stelle, che pure un ruolo importante hanno giocato nella definizioni di termini e condizioni per la decisione popolare del candidato alla presidenza della Regione di tutto il fronte progressista. 

Il Movimento 5 stelle infatti non ha ancora presentato il nome di bandiera per la corsa alle Presidenziali, le primarie di coalizione, e il termine scade alla mezzanotte di domani. Un ritardo che rende impossibile anche una votazione interna, altro grande classico pentastellato che rischia di andare nel dimenticatoio. Anzi no. Perché proprio una votazione interna potrebbe dare il vero via al Movimento 2.0, quello targato Giuseppe Conte, quello che non ha più vincoli sul secondo mandato. Vincoli che sono proprio la causa dello stallo grillino, perché tengono in stand by il nome di Giancarlo Cancelleri, concorrente perdente alle ultime due elezioni regionali, titolare di doppio mandato, che aspetta una deroga, un segnale, per tentare la terza candidatura, nella speranza che sia la volta buona. Le alternative non mancano: c’è Luigi Sunseriprimo a uscire allo scoperto, in tempi non sospetti, dando la sua disponibilità e invocando le primarie. C’è Nuccio Di Paola, capogruppo all’Ars e vicino alle posizioni di Cancelleri, ma al primo mandato, così come il collega Sunseri. C’è la possibilità di tirare fuori dal cilindro un jolly, un papa straniero, nelle ultime ore si era fatto il nome del magistrato Roberto Scarpinato. Tutte possibilità bloccate da riserve che andranno per forza sciolte nel brevissimo tempo o si rischia una corsa a due tra Claudio Fava (candidato dei Cento Passi) e Caterina Chinnici (candidata del Partito democratico), più eventuali outsider dell’ultim’ora.

«Il Movimento 5 Stelle sta scegliendo – dice a Direttora d’aria, su Radio Fantastica Rmb, Di Paola, che è anche il referente regionale dei pentastellati, nomina anche in questo caso arrivata con un ritardo abissale, all’indomani della disfatta delle ultime Amministrative – Abbiamo fatto un’ assemblea cittadina a Caltanissetta e adesso stiamo continuando il percorso di scelta, c’è un confronto, ci sono delle disponibilità, Beppe Grillo è a Roma, Giuseppe Conte fa il massimo, e contiamo di presentare il nostro aspirante candidato entro domani alle 23.59. Ci stiamo prendendo il giusto tempo perché vogliamo fare una scelta che unisca ed entusiasmi quanto più possibile». Un pensiero quanto mai ottimista, che almeno a parole si discosta dal nodo doppio mandato. «Oggi con tutte le difficoltà che stanno vivendo i siciliani questa cosa appassiona pochi – continua – Stiamo cercando di trovare la sintesi migliore. Secondo mandato, deroga, non deroga, è un tema molto particolare: su Virginia Raggi abbiamo permesso candidatura a sindaca nonostante fosse la sua terza proposizione. C’è il mandato zero per tutti i consiglieri comunali, non mi andrei a incartare su tutte questa situazione: troveremo una bella proposta per combattere l’astensionismo e fare squadra».

E Di Paola sembra anche avere le idee chiare sulla possibilità che ha rappresentare il Movimento alle Regionali sia, ancora una volta, Giancarlo Cancelleri. «Ha fatto due mandati e si sa, ma si sa anche che è una figura storica, carismatica del Movimento 5 stelle siciliano e in queste ore andremo a valutare. In questa fase si sta discutendo perché vogliamo che si remi nella stessa direzione. La partita sarà contro le destre, quindi dobbiamo fare un ragionamento di prospettiva. E il nome arrivarà, se non entro oggi, entro domani». Idee chiare come, d’altra parte, quelle di un altro deputato pentastellato, Giampiero Trizzino: «Il problema è legato al mandato, vale per lui come vale per tutti. Abbiamo sempre rappresentato questa regola: se si deve cambiare è necessario modificare una delle regole fondamentali, quindi è necessario o che il leader prenda atto di questa cosa e assuma la responsabilità di cambiarla oppure, come sembra si voglia fare, si faccia una votazione in seduta plenaria con tutti gli iscritti al Movimento. I tempi sono estremamente ridotti, per cui o la votazione si fa adesso o diventa un problema».

«Il Movimento si deve assumere la responsabilità dell’estremo ritardo, questa è una colpa che ha il mio gruppo politico e anche io mi assumo questa responsabilità – prosegue – Sono assolutamente contrario al nome esterno, perché dà l’idea che il Movimento 5 Stelle non abbia persone autorevoli al suo interno per potere competere e questa non è una cosa positiva, soprattutto in relazione alle persone che hanno lavorato, perché ci sono portavoce estremamente validi. Il nodo si deve sciogliere tra questi tre candidati: Giancarlo Cancelleri, su cui pende il nodo del secondo mandato, Nuccio Di Paola e Luigi Sunseri. Nessuno di questi tre merita di essere sostituito da una persona esterna, qualunque sia il profilo». Trizzino che, anche lui al secondo mandato di fila, pare non avere intenzione di ricandidarsi alle prossime Regionali, qualunque sia il verdetto che uscirà dal quartier generale a cinque stelle.

«Non credo che i deputati al secondo mandato si ricandiderebbero tutti – conclude – anche perché lo abbiamo sempre detto che avremmo rispettato i due mandati. Si possono anche avere altre funzioni, lo stesso Conte ha detto che ci sono persone che meritano di essere valorizzate, e la valorizzazione non passa necessariamente da un ruolo elettivo, ci sono figure che continuano a portare un contributo, anche perché sarebbe folle disperdere dieci anni di esperienza. Se dovessimo perdere le elezioni tornerò a fare il mio lavoro senza nessuna difficoltà, così come i miei colleghi che hanno fatto due mondati, non ci sono alternative».

E mentre in regione si corre contro il tempo, il Movimento deve anche occuparsi delle beghe interne anche su altri livelli, come a Palermo, dove la ormai ex capogruppo in consiglio comunale, Viviana Lo Monaco, unica non rieletta del terzetto di Consiglieri pentastellati uscenti, guarda a chi l’ha superata in lista: Giuseppe Miceli, che ha portato a casa il doppio delle preferenze di Lo Monaco, ma che secondo la ex consigliera e altri due candidati pentastellati: Francesco Prestigiacomo e Francesco Mondello, potrebbe avere vinto grazie a un inganno ai danni degli elettori, complice l’omonimia col candidato sindaco del fronte progressista, Franco Miceli. I tre hanno persino presentato esposto in Procura, ma la reazione del Movimento è stata quanto mai tiepida, riassumibile in un invito pacato ad accettare la sconfitta. 


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