Arte come frantumazione dello spazio

Voglio parlare oggi del Maestro Piero Tartaglia, ben conosciuto con il nome d’arte Pierry, fondatore della scuola del Disgregazionismo e di una serie di affermatissime gallerie nate a partire dal 1951, oggi dirette dal figlio Riccardo e molto qualificate per esporre opere di artisti che presto taglieranno il traguardo dell’affermazione.

Piero Tartaglia ai suoi inizi si avvicina alla corrente avanguardistica “The European Group” di Serge Poliakoff ed è artisticamente stimolato da tendenze astratte ed informali. Su questo assist matura una ricerca del proprio territorio che si sviluppa in una ricerca che si esprime in verticale, non assecondando la statica delle masse e dei volumi ma sfruttando l’associazione e l’eclettismo dei materiali.

Pittoricamente parlando, utilizza un patchwork di colori e segni usando spatole e pennelli, che trasmettono inquietanti segnali attraverso forme che si frantumano in spazi tridimensionali, contraendo di fatto momento ideativo e momento esecutivo. Un treno in corsa che attraversa e simultaneamente frantuma il momento, originando il “disgregazionismo” che scompone e riedifica. Una superarte. Piero Tartaglia finalizza i suoi progetti indirizzandoli innanzitutto allo “sguardo”, ovvero trappole di visioni capaci di suscitare estasi e piacere.

Il “disgregazionismo” è fondamentalmente una creatura architettonica di Piero Tartaglia che è fondatore e caposcuola riconosciuto dalla critica mondiale. Il disgregazionismo come la ricerca del “punto dell’impossibilità”. La sua architettura ha questa capacità di riproporre l’immagine improvvisa come svelamento, come apparizione. Piero Tartaglia usa questa architettura non come denuncia moralistica, ma come capacità lucida dell’utilizzo dell’impossibilità stessa nello stravolgimento possibile di un linguaggio, dove nulla è impossibile ma tutto diventa oggetto di una messa in immagine.

Tartaglia contestò la brutalità tridimensionale della vita presentandosi a Venezia, in Piazza San Marco, con una carcassa d’auto crivellata di colpi. Una scultura che è provocazione, che è architettura, visivamente contrapposta alla Biennale d’Arte.

Linguaggio visivo che usa le convenzioni del colore per dare verticalità a strutture architettoniche imbevute di un magico equilibrio che nasce dall’incontro tra il naturale e l’ artificiale.

Martedì 31 luglio si è tenuta presso i locali della TOP HOUSE Exclusive di Florianopolis, un incontro organizzato dall’AsBEA e volto all’analisi della progettazione architettonica urbanistica e degli arredamenti e allestimenti per ambienti. E in questo contesto che Top House ha voluto inserire le creazioni pittoriche di Piero Tartaglia che, con il suo architettonico disgragazionismo celebra il creare ed il ricreare delle forme, allo stesso modo in cui l’architettura crea e trasforma tutto ciò che ci circonda.

La mostra, a cura e sotto la direzione artistica di Regina Nobrez, e con la collaborazione di Kalone Kienda, rimarrà aperta, ad ingresso libero, fino al 30 settembre 2012.

Fondata nel 1973, l’AsBEA (Associazione Brasiliana di Architettura) è un’organizzazione che si occupa dell’evoluzione dello sviluppo urbano e del miglioramento qualitativo delle costruzioni abitative e persegue con grande impegno la promozione dell’architettura brasiliana nel mondo.


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