Art. 37 dello Statuto, venerdì il giorno del giudizio: Crocetta e Bianchi da Grilli

Il giorno del giudizio è fissato per venerdì prossimo. Giorno in cui il Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, e l’assessore
all’Economia, Luca Bianchi, incontreranno il Ministro per l’Economia, Vittorio Grilli.

Con l’esponente del governo Monti (purtroppo ancora in carica), si dovranno affrontare i nodi della difficile situazione finanziaria che sta vivendo la Sicilia, che come le altre regioni, sta rimanendo schiacciata sotto il peso dalle scelte economiche del governo nazionale.  In particolare due i temi che interessano  la nostra regione: l’applicazione dell’articolo 37 dello Statuto siciliano e l’ennesimo prelievo forzoso, per un totale di 900 milioni di euro,  imposto da Roma alle casse regionali siciliane, già alquanto asfittiche.

A dare notizia dell’incontro con l’esponente del governo nazionale, è stato lo stesso Crocetta, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo d’Orléans, cui hanno preso parte anche Bianchi e l’assessore regionale all’Agricoltura, Dario Cartabellota.  Una conferenza stampa fiume, in cui Presidente ed esponenti della giunta, hanno affrontato diversi temi, di cui vi abbiamo raccontato qui, abolizione della Province, in primis.

Ma cominciamo da quello che ci sembra l’argomento principe. Come sappiamo qualche tempo fa, Crocetta aveva annunciato di volere applicare l’articolo 37 dello Statuto, secondo cui le imprese che producono in Sicilia, ma hanno sede legale altrove, devono pagare qui le imposte. Un annuncio che aveva suscitato molto entusiasmo, soprattutto in considerazione del fatto che, la maggior parte delle grandi imprese, che vanno ad arricchire le casse regionali del Nord Italia, hanno distrutto, nella migliore delle ipotesi il territorio siciliano, nella peggiore, la salute dei siciliani (si pensi alle raffinerie). Ma non solo. A conti fatti, la Sicilia, con un minimo di incasso di 1,5 miliardi di euro in più all’anno derivanti dall’applicazione di questa norma,  magari potrebbe avere più risorse da investire nello sviluppo.

Fatto sta che dopo quell’annuncio, non si era saputo più nulla. Fino ad oggi.

 Rispondendo a LinkSicilia, Crocetta ha detto: “Siamo più determinati che mai a fare applicare quella norma. Venerdì avremo l’incontro con Grilli e ci andremo preparati. L’assessore Bianchi ha già predisposto il provvedimento. Se il governo nazionale è d’accordo, bene, se no, andremo avanti lo stesso”. Il Presidente della Regione è dunque determinato. Vedremo cosa ci dirà venerdì.

Bianchi ha quindi scherzato, a margine della conferenza stampa, con i giornalisti: “Cosa direte se un romano farà applicare il vostro Statuto?”. La battuta nasce dalle critiche, anche (e, forse, soprattutto)  nostre: ovvero i nostri dubbi circa la determinazione di un assessore regionale non siciliano di volersi battere contro lo Stato per il riconoscimento delle prerogative statutarie.

Ovviamente, non è mancata (l’assessore, che è molto affabile,  non ce ne voglia) un po’ di retorica romana: “Non è una questione risolutiva. “Perché se, da un lato, lo Stato riconoscerà le nuove entrate, dall’altro taglierà i trasferimenti”, ha detto Bianchi.  Anche questo, a nostro avviso,  è un problema superato. Innanzitutto perché se lo Stato riconoscesse tutte le norme finanziarie dello Statuto, la Sicilia potrebbe solo guadagnarci, anche con relativi trasferimenti di competenze e di spese.

Poi, perché, sic stantibus rebus,  lo Stato ha già ridotto drasticamente i trasferimenti alla Sicilia come alle altre regioni dl nostro Paese. Tant’è che in sede di Conferenza Stato- Regioni c’è praticamente una rivolta dei governatori. Ma, avremo modo di affrontare meglio questo argomento con Bianchi (che come componente della Svimez non ha mai mancato di denunciare le disattenzioni del governo centrale nei confronti del Sud Italia)  nel corso dell’intervista che ci ha promesso.

Proprio i salassi statali sono l’altro argomento di cui Crocetta e Bianchi parleranno con Grilli. Il riferimento è ai 900 milioni di euro di accantonamenti imposti da Roma a Palermo. Su questo punto, nonostante l’illegitimità della richiesta, non sembrano esserci molte speranze: “Già c’era l’accordo con il precedente assessore di accantonare 600 milioni di euro. Poi quest’anno sono saliti a 900, ma siamo riusciti ad accordarci per 800. Meglio di niente no?”. Meglio di niente, ma non abbastanza. 

Per il resto Crocetta e Bianchi non hanno nascosto le difficoltà di chiudere il bilancio regionale, ma hanno abbassato i toni allarmistici: “Non c’è nessun rischio default, c’è solo l’esigenza di una spending review che tagli gli sprechi. C’è indubbiamente una necessità di un approccio severo ai conti, nessuno può continuare a sognare di avere contributi per tutto, in stile tabella H. Ma supereremo questo momento”.

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