E un provvedimento che guarda al passato fingendo di disegnare il futuro. Di fatto, il parlamento siciliano aggira il de minimis introdotto dallunione europea per non esagerare con gli aiuti alle imprese. E lo fa paradossalmente con i fondi dell stessa unione europea! per tutelare grandi editori in crisi che ritarderanno di qualche anno un epilogo che e gia scritto
Ars, via libera al ddl sull’editoria. Cancelleri: “Legge aperta a tutti, ma per pochi…”
E UN PROVVEDIMENTO CHE GUARDA AL PASSATO FINGENDO DI DISEGNARE IL FUTURO. DI FATTO, IL PARLAMENTO SICILIANO AGGIRA IL DE MINIMIS INTRODOTTO DALLUNIONE EUROPEA PER NON ESAGERARE CON GLI AIUTI ALLE IMPRESE. E LO FA PARADOSSALMENTE CON I FONDI DELL STESSA UNIONE EUROPEA! PER TUTELARE GRANDI EDITORI IN CRISI CHE RITARDERANNO DI QUALCHE ANNO UN EPILOGO CHE E GIA SCRITTO
Oggi pomeriggio l’Ars, tra le tante emergenze che affliggono la Sicilia, ha ritenuto opportuno accelerare sul ddl di sostegno all’editoria che ha approvato con 35 voti a favore e 24 contrari, a scrutinio segreto (come se ci fosse qualcosa di cui vergognarsi).
In effetti, il testo della legge, a quanto pare, mostra parecchie ombre. Non abbiamo ancora avuto modo di leggerlo, ma dalle prime informazioni, sappiamo che stanzia 500 mila euro a valere sul Bilancio 2013 (la somma era stata prevista nella recente manovra di variazioni di Bilancio) e per gli anni a seguire dovrebbe potere attingere ai fondi comunitari della programmazione 2014/2020 fino ad arrivare alla incredibile cifra di 15 milioni di euro.
Già questo passaggio relativo alla copertura finanziaria ci pare anomalo, così come lo è prevedere la copertura dei debiti pregressi. Vedremo cosa dirà il Commissario dello Stato. Ma non è l’unico punto che potrebbe essere a rischio impugnativa.
“Nel testo approvato ci sono molti punti oscuri – dice a LinkSicilia Giancarlo Cancelleri, capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars che ha votato no al provvedimento – c’è anche quello relativo al Durc, per esempio. Secondo questa legge può accedere ai finanziamenti anche chi ha pagato solo la prima rata del Durc, e questo è in contrasto con la legge 98 del 2013 (Decreto del Fare)”.
Il Movimento 5 Stelle boccia in toto la legge: “Un contributo pubblico all’editoria? La stampa libera è tale solo se non è legata a finanziamenti pubblici, e in Italia ci sono molti esempi di redazioni che fanno un ottimo lavoro in assoluta liberta”.
“Nelle altre regioni d’Italia – sottolinea Cancelleri- e’ stato dato un contributo per l’ammodernamento tecnologico in occasione del passaggio al digitale terrestre. Ma questa e’ un’altra cosa: e’ un finanziamento di tutt’altra natura”.
Non solo. “A ben guardare questa è una legge non aperta a tutti, ma per pochi. Infatti, se da un lato, in teoria, si è ampliata la platea dei media che possono accedervi, in pratica non è così. La lista dei beneficiari dovrà essere stilata dal Corecom che, per attribuire il punteggio, dovrà tenere conto del numero dei dipendenti. Quindi, più dipendenti si hanno più si è in alto in graduatoria. E chi ha più dipendenti? Ovviamente i pesci grossi”.
“Questa legge, tra l’altro, ‘premia i censori’ – conclude Cancelleri – dal momento che anche chi e’ stato condannato in giudicato per aver violato l’articolo 21 della Costituzione che tutela la liberta’ di espressione, puo’ rientrare tra i beneficiari dei contributi: un paradosso che si commenta da solo”.
Anche questo è un passaggio strano, sembra cucito addosso a qualcuno…