Ars, via libera a quasi 2 miliardi di euro di fondi Pac Maggioranza in tilt, Vinciullo: «Passo a opposizione»

Un miliardo e 800 milioni di euro. Tanto vale il Poc, la programmazione complementare del piano di azione e coesione approvato in serata all’Ars. Si tratta di un ordine del giorno che ha ricevuto l’ok da sala d’Ercole e che autorizza la spesa delle risorse stanziate per il periodo 2014-2020. Quasi 335 milioni di euro sono destinati all’accordo di programma sulla depurazione delle acque, poco meno di 150 milioni per interventi in materia di dissesto idrogeologico, 117 milioni per il piano regionale dei servizi formativi, mentre 115 milioni andranno in investimenti degli enti locali.

E ancora: poco meno di 60 milioni di euro serviranno per la portualità secondaria, 47 milioni per la viabilità, poco meno di 90 milioni per il tratto tra Santo Stefano di Camastra e Gela, 50 milioni saranno spesi come contributo alle imprese che faranno investimenti nel comprensorio di Termini Imerese, 20 milioni in favore di cantieri negli enti di culto, 70 milioni per i cantieri di servizio nei Comuni, 50 milioni per la zona franca di legalità nella provincia di Caltanissetta, 30 milioni al credito d’imposta.

L’ordine del giorno, rispetto a quanto presentato dal governo, ha subito alcune modifiche in commissione bilancio: «Abbiamo incrementato di 25 milioni i fondi per i cantieri di lavoro nelle parrocchie – ha spiegato il presidente della seconda Commissione, Vincenzo Vinciullo – e inserito clausole di salvaguardia sui fondi impegnati per le politiche del lavoro, perché non c’era traccia per esempio degli ex sportellisti».

Ma il presidente della commissione di merito in materia finanziaria è stato protagonista del pomeriggio di sala d’Ercole anche per un altro motivo. Mentre infatti governo e deputati discutevano dello spostamento dell’autorità portuale da Augusta a Catania, Vinciullo ha annunciato il proprio passaggio all’opposizione «comunicandolo questo pomeriggio in Aula nel rispetto della correttezza che deve contraddistinguere le azioni di ognuno di noi».

«La vicenda di Augusta – aggiunge – è una vicenda inaccettabile, una mortificazione inflitta, senza limiti, alla provincia di Siracusa, una mortificazione di cui non si comprende la natura, una mortificazione che non porterà certamente del bene né alla coalizione che ha retto il governo, né alla Sicilia, una mortificazione sciocca, inutile e frutto di arroganza».

Alla domanda se intenda uscire dal gruppo di Ncd, Vinciullo risponde escludendo questa ipotesi: «Resto nel mio gruppo, se la cosa non crea problemi a loro, non ho motivo di uscire». Il primo inquilino della seconda commissione annuncia di essere in procinto di presentare 250 emendamenti alla Finanziaria, che potrebbero essere sottoscritti anche da altri esponenti di Ncd.

Insomma, senza Matteo Renzi, a Roma come a Palermo, la coalizione stenta a restare in piedi e dopo la minaccia di divorzio da parte dei centristi, ecco la stoccata di Ncd. «Questo Pd – conclude Vinciullo – non ha proprio il senso della coalizione. Quello che sta accadendo dimostra lo scarso rispetto manifestato nei confronti degli alleati».


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