Tre mesi per installare e far funzionare una web cam e consentire ai cittadini di assistere ai lavori delle commissioni legislative dellassemblea regionale siciliana. E' uno degli incredibili record negativi che soltanto la sicilia riesce a collezionare. E, così, nell'epoca della rivoluzione digitale, un sistema in grado di garantire trasparenza e partecipazione a costo zero ai cittadini resta sostanzialmente impraticabile.
Ars, tre mesi non bastano per installare una web cam
Tre mesi per installare e far funzionare una web cam e consentire ai cittadini di assistere ai lavori delle Commissioni legislative dellAssemblea regionale siciliana. E’ uno degli incredibili record negativi che soltanto la Sicilia riesce a collezionare. E, così, nell’epoca della rivoluzione digitale, un sistema in grado di garantire trasparenza e partecipazione a costo zero ai cittadini resta sostanzialmente impraticabile.
Il responsabile? Il solito, almeno, a giudicare da quanto racconta Giampiero Trizzino, del Movimento 5 stelle: e, cioè, le pastoie burocratiche. Abbiamo parlato col presidente della Commissione Ambiente e Territorio dell’Ars, Trizzino, a margine della conferenza stampa sul disegno di legge che riguarda la gestione dell’acqua. Quella della trasmissione in diretta on line delle sedute delle commissioni, infatti, era uno dei propositi dei grillini, all’atto del loro “sbarco” all’Assemblea regionale.
Trizzino ci ha raccontato che in Commissione è stata votata più di tre mesi fa la possibilità di trasmettere on line le sedute, certamente le audizioni ma non le votazioni, perché alcuni deputati si sono opposti. Comunque, l’Assemblea dopo tre mesi, non ha ancora comprato le web cam.
“Lo chiedo ogni giorno all’ufficio preposto, ma niente. Qualche giorno fa ho proposto ai colleghi della Commissione di fare una colletta per comprarla. Ma, in commissione Bilancio è stata installata e mai attivata”.
Quanti equivoci si eviterebbero con la trasmissione diretta dei lavori delle Commissioni? Quanti giochetti sarebbero sgamati? Ma, evidentemente, è ancora presto per ottenere questo risultato di trasparenza, almeno nel palazzo dei Normanni. Di fatto, ancora non è successo nulla e vicende come quella dell’esame del disegno di legge sul riordino del sistema di gestione delle risorse idriche restano nelle nebbie del botta e risposta polemico tra partiti e politici. Perché?