Il segretario del pd non commenta. Il presidente della regione se la prende con i grillini. Che si mostrano scettici sulla mozione di sfiducia presentata dal centrodestra
Ars, the day after: il silenzio di Raciti e la sfida del M5S: “Non crediamo nella mozione di sfiducia”
IL SEGRETARIO DEL PD NON COMMENTA. IL PRESIDENTE DELLA REGIONE SE LA PRENDE CON I GRILLINI. CHE SI MOSTRANO SCETTICI SULLA MOZIONE DI SFIDUCIA PRESENTATA DAL CENTRODESTRA
Il silenzio del segretario regionale del PD, Fausto Raciti. La poltrona, sempre più traballante del capogruppo all’Ars, Baldo Gucciardi. L’ira del Presidente Crocetta contro i grillini e la mozione di sfiducia del centrodestra che cancella ogni ipotesi di inciucio.
Il giorno dopo le ‘comunicazioni’ del Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, all’Ars, la politica siciliana si interroga sulle prossime tappe di una legislatura che appare sempre più confusionaria e inconcludente.
Un discorso, quello di Crocetta che sembra avere ingarbugliato ancora di più la situazione. No alle larghe intese e no a qualsiasi passo indietro, come gli chiede il suo stesso partito. Una vera e propria empasse che certifica il crollo della maggioranza.
E, proprio dal PD, oggi si registra un silenzio assoluto. Il segretario regionale, Fausto Raciti, non ha commentato quello che è successo in Aula ieri, né – ci dicono alcuni cuperliani a lui vicino. avrebbe intenzione di farlo oggi (quando scriviamo sono circa le 17).
Ma, c’è da starne certi, sotto la cenere il fuoco arde. Con ogni probabilità, le diverse anime del partito stanno cercando una sintesi prima di affrontare il nodo Crocetta. Impresa ancora più ardua ora che si è spaccato pure il fronte renziano.
Su una cosa però quasi tutti gli esponenti del PD sembrerebbero d’accordo: Baldo Gucciardi, capogruppo all’Ars, presto dovrà rinunciare alla poltrona. E’ stato l’unico, ieri in Aula, a difendere Crocetta, confermando la sua vicinanza al Governo e la sua distanza dai compagni di partito.
Se questo avverrà nell’ambito di un azzeramento di tutto le cariche, come chiesto dai renziani, al momento non è dato sapere. Certo è che, almeno su questo punto, l’accordo sembra ampio e va al di là dei 9 deputati cuperliani.
Intanto, Crocetta che ieri si è rifiutato di ascoltare in Aula gli interventi dei deputati di maggioranza e opposizione che lo hanno pesantemente ‘bastonato’ (“Questi sono interventi fascisti- ha detto il governatore fuori da Sala d’Ercole) oggi se la prende con il Movimento 5 Stelle. Reo di avere organizzato uno ‘sfiducia day’, una raccolta di firme contro l’esecutivo siciliano, per il prossimo 26 ottobre:
“In Sicilia i grillini, unico caso in Italia, sono alleati con la destra conservatrice, la stampella del vecchio sistema, per impedire che la Sicilia attraversi il percorso virtuoso di moralizzazione della vita pubblica, di destrutturazione del sistema e prosegua nel processo riformista rivoluzionario” dice Crocetta all’ Ansa.
“O ci sono o ci fanno resta il fatto che sono gli stessi che hanno fatto inserire il referendum per istituire i Liberi consorzi impedendo di fatto i processi di decentramento alle autonomie locali”. E ancora: “Sono gli stessi che non hanno mai pronunciato la parola mafia e anche in presenza di fatti gravi stanno zitti. Non uomini del futuro – conclude Crocetta – ma supporter del vecchio sistema che ha distrutto la Sicilia”.
In realtà, sulla mozione di sfiducia del centrodestra i grillini sono scettici: “”La mozione di sfiducia annunciata da Falcone – hanno detto i deputati M5s- siamo pronti a firmarla, ma non ci fidiamo. Ormai abbiamo capito quali sono i giochi di Palazzo e siamo convinti che quest’aula non voterà mai il proprio scioglimento”.
Della serie, tanto, anche chi si oppone a Crocetta, Pd in primis, non la voterà per non perdere lo scranno.
Insomma, del modello Sicilia, più teorizzato che praticato, resta solo un pallido ricordo. E Crocetta sembra più isolato che mai.
In questo contesto si avvicina il giorno del voto in Aula della mozione di sfiducia a Nelli Scilabra. Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia, torna a chiederne le dimissioni:
“Il Piano Giovani e il click day, fallimenti conclamati voluti dal pericoloso tandem Crocetta-Scilabra, oltre ad avere portato danno alla Sicilia e ai siciliani rischiano di avere anche profili di illiceita. Proprio ieri – ricorda Falcone- la Guardia di Finanza ha fatto irruzione nella sede dell’assessorato alla Formazione a Palermo, acquisendo documenti che sono ora sul tavolo della Procura presso la Corte dei Conti.
Il blitz delle Fiamme Gialle, che segue la convocazione dell’assessore in Tribunale avvenuta nel mese d’agosto, non puo’ che gettare ulteriori ombre sulla correttezza dell’attivita’ svolta.
A Nelli Scilabra chiediamo di avere uno slancio d’orgoglio e di dimettersi prima del 7 di ottobre, giorno in cui approdera’ il aula la mozione di censura nei suoi confronti che la portera’ a dover fare i bagagli e a lasciare l’incarico”.
AGGIORNAMENTO:
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