Ars: si autosospende anche Vincenzo Figuccia. Prima Commissione legislativa bloccata

L’ESPONENTE DEL PARTITO DEI SICILIANI ATTACCA IL PRESIDENTE MARCO FORZESE: SI E’ ASTENUTO IN CAMBIO DELLA PARTECIPAZIONE ALLE NOMINE?

E sono dieci. Anche Vincenzo Figuccia, vice capogruppo del Partito dei Siciliani, l’ex Mpa, si è autosospeso da componente della Prima Commissione dell’Ars. Insomma, la votazione “farsa” sulle nomine del governo per il consiglio di amministrazione dell’Irsap continua a lasciare scorie e conseguenze istituzionali e politiche.

Il 26 agosto scorso, la Commissione Attività produttive si è riunita per esprimere il parere, obbligatorio, ma non vincolante, sulle scelte del governo per il consiglio di amministrazione del soggetto che prende il posto delle 11 Asi siciliane. Su dieci deputati presenti in nove hanno espresso parere contrario: Alloro e Rinaldi, del Pd; Formica, della la lista Musumeci; Siracusa, Tanredi, Cappello, del Movimento 5 Stelle; Milazzo e D’Asero, del Pdl e persino il navigato Savona, dei Democratici riformisti . Un “no” trasversale, che ha incluso i parlamentari di opposizione e maggioranza, e una bocciatura quasi unanime per il governo e le sue scelte, con l’eccezione di Marco Forzese, presidente della Commissione.

Un “no” senza conseguenze pratiche, dicevamo, proprio perché la decisione della Commissione non avrebbe comunque vincolato il governo nelle sue scelte. Proprio Forzese, però, è salito sul banco degli imputati, al fianco dell’esecutivo e del suo modo di operare.

Contro la decisione dell’esponente dei Democratici riformisti, entrato all’Ars sotto le bandiere dell’Udc, i 9 componenti che avevano votato contro il governo si erano autosospesi, chiedendo al presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, di trasmettere gli atti relativi alle nomine alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti.

A questi, ora, si aggiunge Figuccia, che lancia un interrogativo: “Cosa si nasconde dietro l’improvviso e straordinario feeling fra il Presidente della Regione, Rosario Crocetta ed il Presidente della I Commissione Forzese,senza il cui voto di astensione sarebbero state bocciate le nomine del Governo? Perché le acqua agitate del Governo, che non ha evidentemente alcuna maggioranza parlamentare, sembrano improvvisamente essersi acquietate senza motivo?”.

“La risposta – aggiunge Figuccia – potrebbe essere nella continua pioggia di nomine e commissariamenti che Crocetta conduce ormai da tempo in modo scientifico, esautorando l’Assemblea del suo potere di controllo o, quando l’Assemblea potrebbe esercitarlo, sfruttando il comportamento istituzionalmente e politicamente inaccettabile di Forzese”.

Uno “scambio di favori”, dunque, secondo Figuccia, tra governo e il presidente della Prima Commissione.

“A questo punto – fa rilevare lo stesso Figuccia in una nota – è la maggioranza dei componenti che ha deciso di autosospendersi, impedendo di fatto la convocazione della stessa Commissione che non potrà raggiungere il numero legale”.

“Chiedo quindi al Presidente Ardizzone – precisa ancora l’esponente del partito dei Siciliani – di intervenire per ristabilire un corretto equilibrio di ruoli istituzionali all’interno dell’Assemblea e per garantire l’agibilità della Commissione Affari Istituzionali, senza la cui operatività si rischia la paralisi dell’intera attività legislativa.”

Il “no” della Commissione non ha bloccato il governo, nonostante la clamorosa autosospensione della maggioranza dei componenti della Commissione e il fuoco di fila di dichiarazioni. L’esponente autonomista si spinge a chiedere, in sostanza, le dimissioni dalla carica di presidente “Spero – conclude Figuccia – che il Presidente Forzese prenda atto della situazione e ne tragga le dovute conseguenze politiche e istituzionali. In mancanza di ciò, non resta che augurarsi un autorevole intervento da parte della Presidenza dell’Assemblea, certamente attenta ed interessata a tutelare il lavoro del Parlamento regionale”.

Già l’Udc, con il proprio capogruppo, Lillo Firetto, ha definito “confusa e rancorosa” la gestione dei lavori della Commissione da parte del Presidente Forzese, che, sosteneva lo stesso Firetto, “occupa abusivamente la sua carica, perché ottenuta nella qualità di parlamentare Udc, salvo poi cambiare casacca nelle 24 ore successive, e si produce ultimamente in un’analisi di lealtà che costituisce per lui terreno di scarsa credibilità”.

Lui, Forzese, aveva cercato di gettare la palla di nuovo nel campo dei suoi contestatori, rilevando le contraddizioni e la valenza politica per i riflessi sui rapporti nella maggioranza, nel comportamento del presidente dell’Ars, Ardizzone, e dei commissari di Udc e Pd, che avevano votato con l’opposizione contro il governo. Al suo fianco, soltanto il capogruppo dei Democratici riformisti, Giuseppe Picciolo. Un po’ poco.

“Mi sono astenuto – scrive in una nota – perché la Commissione non poteva che prendere atto delle nomine, atteso che il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, con un comportamento poco corretto ha disatteso un ordine del giorno dell’Aula che tendeva a sospendere le nomine dell’Irsap rimandando gli atti alla mia Commissione. Sul piano politico va preso atto, nell’ambito della maggioranza, dell’assenza perlomeno ingiustificabile dei componenti dell’Udc e il voto contrario di tutti i componenti del Pd presenti”.

“Al di là delle motivazioni di carattere eminentemente istituzionale che hanno portato all’astensione del presidente Marco Forzese sulle nomine per il consiglio di amministrazione dell’Irsap – dice Giuseppe Picciolo, capogruppo dei Democratici riformisti per la Sicilia – va comunque segnalato che Forzese ha agito in armonia con le scelte politiche del nostro Movimento, sottolineando come la Commissione parlamentare non debba entrare nel merito delle nomine del governo, ma semmai pronuciarsi sul metodo delle scelte che, nel caso odierno, era stato comunque rispettoso delle prerogative che la legge assegna al governo in ordine alle designazioni. Ovviamente come Drs condividiamo ed auspichiamo che in tempi brevi il presidente Rosario Crocetta proceda alla creazione di un albo per le nomine future, quindi con una radicale innovazione rispetto al passato, che azzeri ogni possibile conflitto con la Commissione parlamentare”.

Un po’ poco, per la verità.

 


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