La prima occasione di confronto dopo lo scossone. È la seduta d’aula di ieri dell’Assemblea regionale siciliana. La prima dopo la decisione del presidente della Regione Renato Schifani di sospendere a tempo indeterminato gli assessori Nuccia Albano e Andrea Messina. Quelli voluti da Totò Cuffaro, al centro di una nuova inchiesta della procura di Palermo. […]
Ars, presentata la relazione della commissione regionale Antimafia. Su Cuffaro: «Caso isolato o modalità politica in Sicilia?»
La prima occasione di confronto dopo lo scossone. È la seduta d’aula di ieri dell’Assemblea regionale siciliana. La prima dopo la decisione del presidente della Regione Renato Schifani di sospendere a tempo indeterminato gli assessori Nuccia Albano e Andrea Messina. Quelli voluti da Totò Cuffaro, al centro di una nuova inchiesta della procura di Palermo. E la seduta si aperta proprio con la comunicazione all’aula, da parte del presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, della sospensione dei due assessori in quota Dc. Un fatto che ha inevitabilmente trovato spazio, pur non essendo il tema del dibattimento. La convocazione d’aula prevedeva, infatti, la presentazione della relazione annuale dell’attività della commissione regionale Antimafia e anticorruzione.
Il presidente della commissione regionale Antimafia Cracolici sul caso Cuffaro
Una presentazione avvenuta a novembre 2025, per illustrare il lavoro svolto nel 2024, come ha messo in risalto il presidente della commissione Antonello Cracolici. Il cui intervento ha inevitabilmente risentito del caso Cuffaro. Una «vicenda politica e amministrativa gravissima che ha coinvolto dirigenti, funzionari e amministratori di enti e aziende sanitarie – ha detto all’aula Cracolici -. Le storie emerse ci mostrano una burocrazia ormai piegata e asservita alla politica. Che nomina vertici e ruoli apicali alla Regione e nelle società partecipate o nelle aziende sanitarie. Questo ha generato elementi di connivenza per cui la fedeltà prevale sulla legalità». Un sistema «ampio e diffuso» lo ha definito il deputato regionale. Una vicenda «che mina le istituzioni». Ricordando, poi, il testo del giuramento che ogni assessore legge, quando accetta la nomina.
Il sistema Cuffaro: «Caso isolato o modo di fare politica in Sicilia?»
«Tutto ciò riguarda solo il sistema Cuffaro o è, invece, una modalità diffusa di fare politica in Sicilia?», si chiede Cracolici. Che esprime anche «piena solidarietà all’onorevole Margherita La Rocca Ruvolo per gli insulti ricevuti». Un riferimento al poco elegante epiteto rivolto al suo indirizzo ed emerso dall’indagine della magistratura. Richiamando alla mente le parole di Rita Borsellino, durante un incontro con i cittadini nel corso della sua campagna elettorale per le elezioni regionali del 2006. Quelle in cui i siciliani preferirono riconfermare proprio Cuffaro. «Sono nata alla Kalsa, come molte di voi che vedo qui sedute – diceva Borsellino -. E non mi interessano le poltrone. Io sto in piedi. Sto in piedi da una vita, dietro il bancone della farmacia, sempre al lavoro per servire gli altri. Ed è quello che voglio fare anche adesso: mettermi a disposizione degli altri per trasformare quest’isola in una regione normale».
Il resoconti delle leggi regionali per il contrasto alla mafia
Cracolici passa poi al tema previsto. Ossia la relazione dei risultati raggiunti, anche grazie agli strumenti politici e legislativi voluti e sostenuti dalla commissione regionale Antimafia. In questo contesto, rivendica «con orgoglio la prima legge che combatte la cultura mafiosa, sottraendo i figli dei boss a un destino già segnato dall’appartenenza ai clan». Si tratta della legge cosiddetta Liberi di scegliere, datata giugno 2025, «nata da un protocollo ideato dal presidente del tribunale per i minori di Catania, Roberto Di Bella, e che arriva fino alla revoca della potestà genitoriale».
C’è poi la legge regionale che ha previsto un fondo di 4 milioni di euro per «concedere credito alle imprese confiscate e alle start-up che si occupano di agricoltura sociale in terreni confiscati». Oltre a quella «che ha stanziato 15 milioni di euro per garantire la sicurezza ai tanti Comuni siciliani che non avevano fondi per finanziare sistemi di videosorveglianza – continua il presidente dell’Antimafia regionale -. Sorta proprio su impulso della scorsa relazione presentata da questa commissione». Una «antimafia del fare», ribadisce Cracolici, con cui i deputati hanno voluto «caratterizzare l’azione di questa commissione, partendo da un’idea di concretezza avviata dall’ascolto attento e capillare dei territori».
Grande assente il presidente Renato Schifani
Grande assente alla seduta, il presidente Schifani. Che si trovava a Roma per incontrare il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Un’occasione per perpetuare il suo mantra: «La Sicilia sta vivendo un momento magico», ha dichiarato. Una scelta forse poco felice, considerata la recente ribalta sulle cronache di un’altra magia: il cosiddetto «cerchio magico», mostrato nelle indagini, che sembrerebbe aver avuto nel suo epicentro Totò Cuffaro. Un momento che sembra avere più a che fare con il maltempo, fuori e dentro i palazzi delle istituzioni.