Ars, oggi la prima seduta con l’elezione del presidente Centrodestra su Micciché, opposizioni cercano accordo

«Prima l’elezione del presidente dell’Ars poi, in una seduta successiva, il dialogo istituzionale che garantirà l’equilibrio delle forze politiche nell’ufficio di presidenza». Lo dice Giuseppe Milazzo, capogruppo di Forza Italia all’Ars, il giorno prima della seduta inaugurale della diciassettesima legislatura, dove i 70 parlamentari eletti presteranno giuramento ed entreranno nel pieno delle loro funzioni. Ma il passaggio più delicato nel corso della seduta sarà l’elezione del presidente e il partito più numeroso nel centrodestra, appunto la formazione degli azzurri, esprime un solo nome, quello di Gianfranco Miccichè.

La strategia per ottenere la sua vittoria sembra così puntare tutto sulla presidenza e incassare il titolo per Miccichè, per poi scoprire le carte sulle vice presidenze e le altre cariche, solo in una seduta successiva. «L’obiettivo che ci siamo prefissati – ha detto Milazzo – è di eleggere il presidente, poi in una seduta successiva ci fermeremo e discuteremo con tutti gli schieramenti. Credo sia il miglior modo per mantenere in questa fase il giusto equilibrio. Non abbiamo chiesto voti a nessuno – aggiunge il capogruppo azzurro – vogliamo appunto, in una seconda fase, comporre un ufficio di presidenza che sia funzionale e che aiuti l’Aula».

Da quanto emerge in queste ore, diversi colloqui ma nessuna intesa istituzionale hanno coinvolto il commissario azzurro Miccichè. Il presidente dell’Assemblea regionale del Pd Giuseppe Bruno, che ieri insieme al segretario Fausto Raciti aveva lamentato la mancanza di una proposta istituzionale da parte della maggioranza sugli assetti dell’Aula, oggi ha nuovamente ribadito: «Ancora niente – ha detto Bruno ironizzando con i giornalisti – ma vado subito a guardare la mail».

E corre voce, proprio nelle ultime ore che il Pd stia cercando sponda nel Movimento 5 stelle per appoggiare il candidato grillino alla presidenza e ottenere una delle due poltrone di vicepresidente. Nessuna conferma arriva però dal movimento di Grillo che non rilascia dichiarazioni sull’argomento Aula, neppure alla fine di una riunione e porte chiuse che si è svolta nel pomeriggio all’Ars. La resa dei conti, per accordi e trattative, arriverà comunque domani al momento del voto.

Per l’elezione allo scranno più alto di Sala d’Ercole è necessaria la maggioranza dei due terzi dei componenti dell’Assemblea (47 voti). Qualora nessun deputato venga eletto, il regolamento prevede che alla seconda votazione sia sufficiente la metà più uno dei voti dei componenti dell’Assemblea (36 voti). In caso vada male anche alla seconda tornata, l’elezione sarà rimandata a sabato mattina quando basterà ottenere la maggioranza assoluta. Qualora nessun deputato la ottenga, l’Assemblea procederà al ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti e proclamerà presidente colui che avrà conseguito più voti.

Il centrodestra dovrebbe poter contare su 36 voti, incluso, sembra, quello di Tony Rizzotto di Noi con Salvini, che su indicazione del coordinatore regionale Attaguile in un primo momento sembrava essersi distaccato dalla maggioranza in seguito alla decisione di Musumeci di lasciare la Lega fuori dalla giunta. «Tre giorni fa – ha rilevato Milazzo – abbiamo tenuto una riunione di maggioranza a cui era presente anche Attaguile. C’è armonia nel centrodestra, ci aspettiamo un voto compatto». A presiedere provvisoriamente la prima seduta della XVII legislatura sarà il deputato più anziano: Alfio Papale, 66 anni. Le funzioni di segretari saranno invece affidate ai due deputati più giovani: Luigi Genovese, 21 anni, e Elena Pagana, 26 anni.


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