Aula rinviata per la seconda volta, si ricomincia alle 21.30. Riunione fiume in commissione bilancio dove si lavora alla stesura di un maxiemendamento che consenta di uscire dall'impasse. Si ipotizza di trattenere l'Iva che andrebbe versata allo Stato
Ars: nuovo rinvio, ma maggioranza verso un accordo Miccichè: «Finanziaria o si fa stanotte o non si fa più»
«La finanziaria o si fa stanotte o non si fa più, scusate, ma l’Aula è rinviata alle 21.30». Pochi secondi in diretta da Sala d’Ercole. Il presidente dell’Ars Gianfranco Micciché annuncia l’ennesimo rinvio, mentre in commissione Bilancio si lavora alla stesura di un maxiemendamento che consenta alla maggioranza di uscire dall’impasse.
La giornata non era di certo partita col migliore degli auspici. Da più fronti, i vicinissimi a Musumeci raccontavano di non avere mai visto il governatore così infuriato, dopo il tracollo di ieri della maggioranza in Assemblea. E davanti all’ipotesi, confermata da più fronti, delle dimissioni del primo inquilino di Palazzo d’Orleans, la maggioranza sembrerebbe essere riuscita a trovare, più o meno, la quadra.
L’ipotesi è quella di recuperare i soldi dell’Iva da versare allo Stato, per liberare risorse da distribuire nella manovra asfittica. E in quest’ottica starebbe lavorando la commissione, nel tentativo di coprire almeno alcuni dei tagli della Finanziaria. Intanto i Cinque Stelle in un video ritirano definitivamente il braccio teso nei confronti del governatore. «Musumeci ha risposto alla nostra proposta – ha detto il capogruppo Francesco Cappello – e ha detto che non ci saranno ribaltoni né patti, ma nessuno di noi ha mai parlato di ribaltoni. A noi interessa il bene della Sicilia. Nello, sai che facciamo? Chiudiamo definitivamente queste penne, le mettiamo in tasca e ti aspettiamo in Aula perché lì dovrai dare conto e ragione di questa farsa che si produce da più di 40 giorni»
Anche secondo il capogruppo dem Giuseppe Lupo, il governo Musumeci dovrebbe prendere atto «che perfino alcuni deputati della stessa maggioranza non condividono questa legge di stabilità che, come il Pd ha ribadito più volte, colpisce il mondo del lavoro, le fasce sociali più deboli, la cultura, e non contiene nessuna misura per lo sviluppo. Questa manovra così com’è è un disastro – aggiunge – va riscritta in modo da liberare le risorse disponibili ed evitare tagli indiscriminati che affosserebbero la Sicilia. Il presidente Musumeci si assuma le sue responsabilità, abbia rispetto per il parlamento e venga in Aula a riferire sulla gravissima crisi della sua giunta invece di continuare a scaricare le colpe sugli altri».
Secondo Claudio Fava, infine,«la Regione ha bisogno di un governo politico autorevole con idee e strategie, e non di restare ostaggio di una maggioranza che tira a campare».