"la commissione bilancio, finora, non ha approvato nulla. Martedi' prossimo il governo si e' impegnato a portare in commissione l'elenco dei debiti delle asp siciliane certificate dalle firme dei commissari dele stesse asp, dei direttori amministrativi e dei direttori sanitari"
Ars/ Mutuo da quasi un miliardo di euro: parla l’onorevole Vincenzo Vinciullo
“LA COMMISSIONE BILANCIO, FINORA, NON HA APPROVATO NULLA. MARTEDI’ PROSSIMO IL GOVERNO SI E’ IMPEGNATO A PORTARE IN COMMISSIONE L’ELENCO DEI DEBITI DELLE ASP SICILIANE CERTIFICATE DALLE FIRME DEI COMMISSARI DELE STESSE ASP, DEI DIRETTORI AMMINISTRATIVI E DEI DIRETTORI SANITARI”
Piano piano, ascoltando le testimonianze dei parlamentari regionali che, due giorni fa, hanno preso parte alla seduta della Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars, emergono nuovi retroscena sull’incredibile storia del mutuo da quasi un miliardo di euro che la Regione siciliana, già indebitata fino al collo e con un ‘buco’ da quasi 2 miliardi di euro, dovrebbe accendere per pagare fantomatici debiti della sanità.
Ieri sera abbiamo intervistato l’onorevole Vincenzo Vinciullo, eletto a Siracusa. E’ un deputato attento, scrupoloso. Che per incompatibilità caratteriale con l’ex ministra Stefania Prestigiacomo è stato quasi costretto a passare con il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano.
Con Vinciullo abbiamo fatto una chiacchierata su questa benedetta storia del mutuo. L’onorevole Vinciullo ci conferma che due giorni fa la Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars non ha approvato né esitato nulla.
Il parlamentare – cosa che non sapevamo – ci racconta che la riunione è andata avanti per molte ore in un clima di grande tensione. “Ad essere poco convinti di questo mutuo – ci dice Vinciullo – oltre ai deputati del Movimento 5 Stelle (che noi proveremo a intervistare prima di martedì prossimo), erano altri parlamentari. A cominciare dal sottoscritto”. (sopra, foto dell’onorevole Vinciullo tratta da quotidianodiragusa.it)
Con garbo, facciamo osservare che, dal tenore delle sua dichiarazioni, rilasciate dopo di lavori della Commissione, sembrava che, invece, l’onorevole Vinciullo fosse particolarmente convinto e particolarmente contento del nuovo, improbabile mutuo che la Regione dovrebbe accendere.
A questo punto, anche per completezza d’informazione verso i nostri lettori, dobbiamo precisare che la nostra Regione, sotto il profilo finanziario, è messa non male: malissimo. Quest’anno ha ‘spalmato’ un ‘buco’ da un miliardo di euro sui conti dei prossimi anni. E ci accingiamo, con l’arrivo del nuovo anno, a consegnare (in realtà se li prenderà direttamente l’Agenzia delle Entrate) altri 800 milioni di euro a Roma: soldi che mancheranno dal Bilancio regionale 2014.
Di fatto, la nostra Regione dovrebbe approvare un Bilancio 2014 con un ‘buco’ di quasi 2 miliardi di euro. Un miliardo già ‘spalmato’ (cioè con pesanti rate che si pagano ogni anno) e un ammanco secco di 800 milioni di euro. In questo scenario il Governo regionale vorrebbe contrarre un ulteriore mutuo di 946 milioni di euro!
E’ interessante notare la similitudine tra la vicenda di questo improbabile mutuo e il ‘caso Humanitas’, il recente scandalo della sanità, ovvero il maldestro tentativo di dare 50 posti letto e 10 milioni di euro all’anno a un gruppo sanitario che opera a Misterbianco, Comune dove la legalità amministrativa – detto per inciso – non sembra molto di moda.
Nel ‘caso Humanitas’ la delibera è stata approvata dalla Giunta regionale senza informare nessuno (a questo, a quanto pare, serve l’assenza di un ufficio stampa a Palazzo d’Orleans: a non informare i cittadini siciliani?). La scena si è ripetuta con la delibera che prevede l’accensione di un mutuo da 946 milioni di euro.
Spiace scrivere queste cose, ma nei giorni precedenti la riunione della Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars, non abbiamo letto un comunicato stampa nel quale si parlava di una delibera approvata dalla Giunta con la previsione di un mutuo da quasi un miliardo di euro a carico – perché di questo si tratta – dell’Irpef pagata dai cittadini siciliani.
Su questo punto, a nostro avviso, dovrebbe intervenire l‘Ordine dei giornalisti della Sicilia, imponendo alla Segreteria generale della presidenza della Regione e alla Segreteria di Giunta la pubblicazione integrale delle delibere approvate dalla Giunta regionale e la loro diffusione, trattandosi non di fatti privati, ma di argomenti che interessano le tasche di 5 milioni di siciliani.
Fatta questa precisazione – indispensabile per far capire al signor presidente della Regione Rosario Crocetta che lui non è il padrone della Sicilia e che la ‘trasparenza’ amministrativa, oltre che con le denunce alle varie Procure, si pratica nell’amministrazione di ogni giorno – torniamo all’onorevole Vinciullo.
Il parlamentare ci conferma non solo che la Commissione Bilancio e Finanze, due giorni fa, non ha approvato nulla, non solo che la riunione si è protratta per ore ed ore, ma che il Governo – cosa che sembra incredibile – ha provato a far approvare dalla Commissione l’accensione di un mutuo ‘in bianco’, cioè senza far conoscere i nomi dei soggetti che dovrebbero percepire questi soldi.
Per la precisione, il Governo dice che questi 946 milioni di euro, da reperire attraverso l’accensione di un nuovo mutuo, servono per pagare i debiti a imprese sanitarie. Non specificando i nomi delle imprese per questioni di privacy.
“Ovviamente – ci dice Vinciullo – noi non abbiamo alcuna intenzione di firmare una simile cambiale in bianco al Governo. Abbiamo chiesto approfondimenti e spiegazioni. Anzi, abbiamo fatto di più. Martedì prossimo il Governo si ripresenterà in Commissione Bilancio e Finanze con l’elenco dei debiti delle Asp siciliane. Debiti che dovranno essere certificati, con tanto di firma, dagli attuali Commissari, dai direttori amministrativi e dai direttori sanitari di ogni Asp”.
“Abbiamo anche chiesto chiarezza e certezze sugli eventuali pagamenti – aggiunge il parlamentare -. I pagamenti, una volta accertato che si tratta di debiti con fornitori delle Asp siciliane, dovranno essere effettuati con fatture cronologiche che verranno verificate dalla Commissione Bilancio e Finanze e messe a disposizione della stampa per informare i cittadini siciliani, visto che, alla fine, questi 946 milioni di euro li pagheranno loro, con le tasse”.
Chiediamo: e se, tra le pieghe, dovessero spuntare i presunti ‘debiti’ della Regione con l’Eni? “Nel momento in cui il Governo dovesse presentare l’ipotesi di un pagamento di debiti all’Eni – ci risponde Vinciullo – bloccheremo tutta l’operazione”.
Altra questione: un mutuo da quasi un miliardo di euro, da accendere con i soldi dei siciliani, osserviamo, avrebbe senso solo se questo fiume di denaro resterà in massima parte in Sicilia.
“Anche su questo abbiamo trovato la soluzione – ci risponde il parlamentare -. Il Governo ci ha detto che, per motivi di privacy, non possiamo conoscere i nomi dei soggetti che percepiranno i soldi? Bene. Ma possiamo conoscere i luoghi dove questi soldi dovrebbero essere versati. Se martedì ci accorgeremo che i pagamenti dovrebbero essere effettuati fuori dalla Sicilia bloccheremo tutto. Questi soldi, in massima parte, dovranno sostenere le imprese siciliane“.
“Dico di più – aggiunge Vinciullo -. Se ci dovessero essere imprese siciliane creditrici, ma non in regola con il Durc (il Documento unico di regolarità contributiva, che attesta che un’impresa sia in regola con i pagamenti all’Inps ndr), la Regione interverrà in loro sostegno. E questo per un motivo semplice: perché se non dovessero essere in regola, questo è avvenuto proprio per i ritardi accumulati dalla Regione nei pagamenti”.
Per completezza d’informazione, precisiamo che, dei 946 milioni di euro di questo improbabile mutuo, 607 milioni dovrebbero servire per pagare i debiti delle Asp siciliane certificati, mentre 340 milioni di euro verrebbero così ripartiti: un terzo alla Regione da dividere tra i vari assessorati e due terzi a Comuni e Province. Queste ultime, le Province, dovrebbero pagare il personale, mentre i Comuni dovrebbero pagare i rimborsi ai consiglieri comunali, soprattutto a quelli che si sono fatti assumere da ditte ‘amiche’, con il grado di dirigenti dopo essere stati eletti nei rispettivi Consigli comunali…
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