Ars, la Conferenza stampa per l’acqua pubblica dirottata per mancanza di cravatte…

STAMATTINA I COMMESSI NON HANNO FATTO ENTRARE NEL PALAZZO REALE GLI ORGANIZZATORI DELLA MANIFESTAZIONE E I GIORNALISTI PERCHE’ NON ERANO VESTITI DI TUTTO PUNTO. COSI’ L’INCONTRO SI E’ SVOLTO ALL’APERTO. ORMAI LA POLITICA SICILIANA E’ CADUTA NEL RIDICOLO

La cravatte di Sala d’Ercole ‘colpiscono’ ancora. E’ successo stamattina, alle 11,00. I protagonisti del Forum per l’acqua pubblica hanno convocato una conferenza stampa, a Palermo, presso la Sala Rossa del Palazzo Reale, sede, un tempo, dei Re dei normanni e oggi dell’Assemblea regionale siciliana.

Antepima

I protagonisti della conferenza, unitamente ai giornalisti, sono stati bloccati all’ingresso del Palazzo perché privi degli indumenti prescritti per l’accesso al Palazzo: segnatamente giacca e cravatta. Così hanno stabilito qualche giorno fa i deputati questori di Sala d’Ercole: quando c’è Aula tutti i cravatta…
Dopo un ridicolo tira e molla la conferenza si è svolta nel piazzale antistante il Palazzo Reale.
Così abbiamo appreso in modo chiaro ed indiscutibile che il prestigio e il decoro dell’Autonomia speciale della Sicilia sono appesi alla cravatta del visitatore, a qualunque titolo questi intenda entrare nel ‘Palazzo’ che fu dei Re Normanni. Fine anteprima.

Adesso passiamo alla conferenza stampa in forma peripatetica

Antonella Leto, a nome del Coordinamento, ha brevemente illustrato le ragioni dell’incontro con la stampa ed ha annunciato che il Coordinamento dei movimenti per l’acqua pubblica (di cui fanno parte i Sindaci dei Comuni che hanno sottoscritto il disegno di legge d’iniziativa popolare) presenterà in giornata una diffida al presidente dell’Assemblea regionale siciliana. Il Coordinamento chiede al presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone,di mettere all’ordine del giorno il disegno di legge per il ritorno all’acqua pubblica.
La legge prevede infatti che “Trascorsi sei mesi dall’assegnazione della proposta alla Commissione, senza che la stessa si sia pronunciata, la proposta è iscritta al primo posto dell’ordine del giorno della prima seduta dell’Assemblea regionale”.
La procedura è stata illustrata dall’avvocato Nello Papandrea del Foro di Catania, che assiste il coordinamento per l’acqua pubblica.
Ovviamente, la politica siciliana, nel suo insieme, non vuole il ritorno al’acqua pubblica perché si rischierebbe di arrecare grave danno alla mafia. L’antimafia, in Sicilia, è ammessa con le chiacchiere, con le marce, con le manifestazioni che si organizzano ogni anno a maggio e a luglio a Palermo e con altre sceneggiate.
Il ritorno all’acqua pubblica, oltre ad arrecare gravi danni all’immagine della mafia, rischia di danneggiare i politici che hanno interessi diretti nel settore. E questo sarebbe ‘immorale’…

 

 


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