«Se il governo avesse anche solo interpellato il parlamento per il Pnrr avremmo perso meno occasioni». Parola di Claudio Fava, che insieme a Valentina Palmeri ha presentato la mozione del gruppo misto, firmata anche da Danilo Lo Giudice e condivisa dall’opposizione, per chiedere maggiore considerazione dell’Assemblea regionale siciliana. «Il Pnrr non può essere gestito come se fosse cosa loro in una condizione di assoluta opacità – continua Fava – Si tratta di un atto di programmazione che non riguarderà solo questo governo a fine mandato, non può non essere condiviso con l’Ars. Tutto questo non determina solo un problema di principio e trasparenza, perché spesso ci sono scelte azzardate, fumose e incomprensibili. Pensiamo alla sanità con una spesa legata ad un approccio territoriale, le scelte sono bizzarre, stravaganti spesso legate ad affinità elettorali dell’assessore più che alle esigenze».
«Musumeci sta portando avanti un modus operandi che rischia di far perdere il treno del Pnrr – aggiunge Palmeri, che si è concentrata sull’allegato VI del regolamento da cui dipende il Piano – Musumeci lamenta che alcune opere strategiche come il ponte sullo Stretto non hanno trovato spazio, basta leggere allegato per capire che interventi di quel tipo non possono rientrare nel piano perché hanno un coefficiente pari a zero. Tante città come Cagliari, Milano, Bologna e Parigi stanno puntando sull’acquisto di beni nell’ambito della cosiddetta economia circolare, come tram, bus elettrici e impianti fotovoltaici. Un’azione in regola con le direttive ministeriali, ma che ha il vantaggio di non essere penalizzata dai tempi di attuazione ristretti previsti dal Pnrr».
Bocciati anche gli inceneritori: «Nello stesso allegato avrebbero potuto vedere i coefficienti di calcolo per il sostegno agli obiettivi di decarbonizzazione e in materia di cambiamenti climatici, con un punteggio altissimo dato a tutt’altro tipo di opere rispetto a quelle previste dal governo regionale, opere che puntano al riciclo, al riuso, al recupero dei rifiuti, alla transizione ecologica, non certo all’incenerimento o al seppellimento, che invece sono stati scoraggiati da decenni a livello europeo. Nell’allegato tavremmo trovato anche il modo per non perdere i finanziamenti relativi all’approvvigionamento idrico, puntando alla sostituzione della rete piuttosto che alla riparazione laddove ci sono delle perdite. Dovremmo puntare a un maggiore confronto con il Parlamento – conclude la deputata- E con tutta quella parte di società civile che invece questa visione ce l’ha chiara».
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