Ars, confermato il vitalizio ai politici mafiosi D’Agostino: «Non è di nostra competenza»

Da dietro le sbarre della propria cella nel carcere romano di Rebibbia, dove sta scontando la condanna a sette anni per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra, Totò Cuffaro ieri avrà tirato un sospiro di sollievo: il suo vitalizio di seimila euro lordi è salvo. A essersi espressi a favore del mantenimento del privilegio, infatti, è stata la maggior parte dei deputati regionali che ieri all’Ars ha bocciato l’emendamento proposto dal Movimento 5 Stelle e inserito nella norma sul tetto degli stipendi per i burocrati regionali.

Questo il testo che è stato sottoposto all’assemblea: «Sono altresì esclusi dall’erogazione del vitalizio – si legge – i soggetti condannati con sentenza passata in giudicato per i delitti previsti e puniti dagli articoli 416, 416 bis, 416 ter del codice penale, nonché i soggetti condannati con sentenza passa in giudicato ai quali è stata riconosciuta l’aggravante di cui all’art. 7 del Decreto Legge 13 maggio 1991 n. 152 convertito dalla Legge 12 luglio 1991 n. 203».

L’emendamento, che aveva ricevuto il parere contrario del governo e quello favorevole della commissione Bilancio, è stato votato soltanto dai pentastellati con l’aggiunta dei deputati di Forza Italia Edgardo Bandiera e Salvatore Pogliese, del piddino Fabrizio Ferrandelli, di Antonio Venturino del Gruppo Misto e di Vincenzo Vinciullo del Nuovo Centrodestra.

Tra coloro che hanno bocciato la proposta del M5S, anche l’onorevole Nicola D’Agostino, che in questo periodo è impegnato nella campagna elettorale per le amministrative ad Acireale. Dove l’8 giugno si andrà al ballottaggio tra Roberto Barbagallo, il candidato sostenuto da D’Agostino, e Michele Di Re, sponsorizzato dal deputato nazionale di Forza Italia Basilio Catanoso. Proprio D’Agostino, nelle scorse settimane, aveva fatto riferimento a Cosa Nostra e alle possibili infiltrazioni nella competizione elettorale: «Le mie parole sui movimenti della criminalità organizzata ad Acireale non hanno nulla a che vedere con il voto di ieri all’Ars – dichiara il deputato regionale a CTzen – Ho votato contro l’emendamento perché ritengo non sia di competenza dell’Ars l’eventuale abolizione dei vitalizi. Si è trattato soltanto dell’ennesima trovata grillina per creare un po’ di clamore e, prendendomi le mie responsabilità, non ho voluto partecipare a questa manovra».

È di tutt’altro avviso, invece, la deputata del M5S, Gianina Ciancio: «Le parole di Nicola D’Agostino – dichiara l’esponente pentastellata – suonano alquanto curiose. A gennaio scorso, infatti, abbiamo votato per l’abolizione dei vitalizi per chi si macchiava di reati contro la pubblica amministrazione e lo si è fatto con una legge regionale. Peraltro – continua Ciancio – le pensioni e i vitalizi vengono erogate dal bilancio dell’assemblea, non vedo quindi perché non sarebbe di competenza nostra». A margine della votazione, il Movimento 5 Stelle ha chiesto a gran voce le dimissioni del presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, ritenuto non più garante di imparzialità nell’assemblea: «Non è una richiesta che nasce soltanto dagli episodi di ieri – specifica la deputata del M5S – Ardizzone già in passato ha dismesso più volte i panni del presidente super partes per indossare quelli di chi fa campagna contro il Movimento. E ciò non va bene».


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