Lunica cosa che abbiamo capito è che lesame del disegno di legge sullacqua è stato rinviato a settembre.
Ars/ Acqua, tutto rinviato a settembre dopo un voto in Commissione Ambiente. E Valentina Palmeri (M5S) ci dice che…
Lunica cosa che abbiamo capito è che lesame del disegno di legge sullacqua è stato rinviato a settembre.
Per il resto, della seduta della quarta Commissione legislativa dellArs, andata in scena stasera, arrivano strane voci. E la Commissione Ambiente e Territorio, presieduta da Giampiero Trizzino, esponente del Movimento 5 Stelle.
A noi sono arrivati echi di una votazione strana. A noi è arrivata la voce che, su un emendamento presentato dai parlamentari del Pd, sarebbe andata in scena una votazione un po’ barocca.
In Commissione erano presenti 11 parlamentari. Lemendamento presentato dal Pd è stato votato da cinque deputati: quattro del Pd e uno dellUdc. (a sinistra, Valentina Palmeri)
Contro lemendamento hanno votato tre parlamentari del Movimento 5 Stelle, uno del Partito del Sud-Mpa, uno del Pdl e uno dellArticolo 4.
Già è strano che i parlamentari grillini abbiano votato insieme con Roberto Di Mauro (Partito dei Siciliani-Mpa), Giorgio Assenza (Pdl) e Carmela Valeria Maria Sudano. Se non ricordiamo male, il Patito dei Siciliani-Mpa, il Pdl e larticolo 4 sono forze politiche favorevoli alla gestione privata dellacqua.
Se i grillini sono favorevoli alla gestione pubblica dellacqua, come mai hanno votato insieme con chi è, notoriamente, schierato per lacqua ai privati? Forse Pdl, Partito dei Siciliani-Mpa e Articolo 4 si sono convertiti all’acqua pubblica?
La questione è un po’ complessa. E, forse, i grillini dell’Ars non stanno gestendo bene questo delicato passaggio politico e parlamentare. C’è, da parte loro, un difetto di comunicazione. Loro, i prlamentari del Movimento 5 Stelle, sono schierati per l’acqua pubblica. ma finiscono sempre per sembrare ambigui.
Così, per farci spiegare quello che sta succedendo, abbiamo chiesto ‘lumi’ a una parlamentare del Movimento 5 Stelle, Valentina Palmeri. Che, gentilmente, ci ha spiegato come stanno le cose, ovviamente dal punto di vista dei grillini.
“Noi – ci dice – ci battiamo per la gestione pubblica dell’acqua. Ma con le nostre idee. Stasera, per esempio, il Pd ha presentato un emendamento che ci riportava all’articolo 7 della legge. ma se non abbiamo ancora iniziato a discutere l’articolo 7, perché questo volo?”.
Valentina Palmeri ci spiega che il Movimento 5 Stelle vuole che, nella legge, ci sia scritto a chiare lettere che l’acqua deve essere gestita da Enti di diritto pubblico. “Poi – aggiunge – c’è un punto nevralgico che ci divide dal Pd: loro vorrebbero far gestire l’acqua direttamente ai Comuni con meno di 5 mila abitati. Noi non siamo d’accordo. A nostro avviso si deve ragionare per bacini idrografici”.
Detto questo, facciamo notare voi stasera – e cioè lei, Giampiero Trizzino, Angela Foti avete votato insieme con tre forze politiche che sono notoriamente schierate per l’acqua ai privati.
“E’ vero – ci risponde Valentina Palmeri – ma il nostro no all’emendamento del Pd ha motivazioni diverse da quelle dei tre deputati di altre forze politiche”.
Valentina Palmeri manifesta il suo disappunto perché, a suo avviso, il Pd sa benissimo che il Movimento 5 Stelle si batte per l’acqua pubblica, ma fa di tutto per farci apparire contrari all’acqua pubblica. Non è così. Noi siamo per l’acqua pubblica. ma perseguiamo un obiettivo diverso da quello del Pd”.
Gli facciamo notare che il rinvio all’articolo 7 avrebbe portato verso l’acqua pubblica. Che, forse, non è la direzione pe rla quale i grillini si battono.
Da questa chiacchierata abbiamo capito una cosa: Pd e Movimento 5 Stelle, anche se con progetti diversi, si battono per l’acqua pubblica. Il Governo regionale di Rosario Crocetta (e di Beppe Lumia e di Confindustria Sicilia, che ormai è una formazione politica a tutti gli effetti) sono per l’acqua ai privati. Per l’acqua privata, come già accennato, si battono Pdl e Partito dei Siciliani.
Così come l’onorevole Roberto Di Mauro, che sostiene che una legge sull’acqua pubblica verrebbe impugnata dal Commissario dello Stato. In pratica – questa la tesi di Di Mauro – il referendum popolare del 2011 non conterebbe nulla. Il voto popolare non conta più nulla. Se lo Stato decide che l’acqua deve essere gestita dai privati ci dobbiamo inchinare tutti. L’onorevole Di Mauro ha una strana concezione della democrazia. Molto strana. In effetti, venendo dalla città di Falaride…