Ars a ‘secco’, niente stipendi per i 90 deputati?

Il default non c’è, però qualche problema di ‘cassa’ ci deve essere se il 18 luglio i ‘forzieri’ del Parlamento siciliano sono vuoti. E questa volta, a rischiare di prendere lo stipendio in ritardo non sono solo i dipendenti dell’Ars, ma gli stessi 90 deputati di Sala d’Ercole.

Sui problemi di liquidità della Regione siciliana, negli ultimi giorni, si sono sprecati fiumi di parole. La questione è seria e riguarda una gestione della cosa pubblica che coinvolge tutta la politica siciliana al gran completo, compresa l’alta burocrazia (superpagata, a prescindere dai risultati ottenuti, alla faccia della legge che dovrebbe premiare solo chi raggiunge gli obiettivi).

Nel ‘pianeta’ Regione, insomma, la ‘cassa’ sta diventando un problema per tutti. Ormai, è noto, si risparmia su tutto (tranne che sulle clientele, ovviamente). Anche gli uffici regionali non lavorano più il pomeriggio per non sciupare energia elettrica (l’Eas, Ente acquedotti siciliani, come ha scritto più volte il nostro giornale, è quasi chiuso perché non ci sono i soldi per pagare proprio le bollette Enel).

Ora i problemi toccano da vicino l’Assemblea regionale siciliana. Che, ricordiamolo, viene finanziata con due semestralità. La seconda semestralità dovrebbe entrare nelle ‘casse’ dell’Ars il 15 luglio. Oggi, mercoledì 18 luglio, l’amministrazione regionale non ha ancora terminato il versamento della prima semestralità.

Già il mese scorso i dipedenti dell’Ars sono stati pagati con ritardo. La stessa cosa si ripeterà questo mese. E questa volta, come già accennato, anche i 90 parlamentari dovranno aspettare un po’.

Da cosa deriva questa crisi di liquidità? C’è, indubbiamente, un eccesso di spese. A cui, negli ultimi tre mesi, si sono aggiunti due problemi: il bilancio che è stato fatto male (con responsabilità che si dividono tra la gestione politica e l’alta burocrazia dell’assessorato regionale all’Economia) e i ‘tagli’ che il Governo Monti ha appioppato alla Sicilia.

Noi – e i nostri lettori lo sanno – non facciamo sconti al Governo Lombardo. E non gliene stiamo facendo anche in questa sede, visto che riteniamo la gestione politica e quella alto-burocratica dell’assessorato all’Economia inadeguata. Ciò posto, il Governo Monti adesso sta passando la misura.

Se Monti e i suoi banchieri pensano di commissariare la Sicilia con la scusa della mancanza di liquidità, ignorando quanto previsto dallo Statuto siciliano, si sbagliano di grosso. Se pensano questo, stanno solo soffiando sul fuoco. Un conto sono le insufficienze del Governo regionale e degli uomini lo rappresentano, altra e ben divera cosa sono le istituzioni autonomiste.

E’ ufficiale: Pdl, Pd e Udc non vogliono che la Sicilia voti a ottobre

Udc, Pdl e Confindustria: gli ascari di Sicilia

 


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