Nella raccolta di firme lanciata da Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia per provare a ‘sbarellare’  Giuseppe Lupo dalla segretaria regionale del Pd siciliano incombe il ‘giallo’ dell’area ‘Letta’. Parliamo di Enrico Letta, vice segretario nazionale del partito.
Anche in Sicilia c’è un gruppo di dirigenti che fa capo a Enrico Letta. La ‘notizia’, se così si può dire, è che l’accoppiata Craco-Lumia, da qualche giorno a questa parte, avrebbe messo in giro un documento – con tanto di nomi e cognomi – da quale risulterebbe che l’area Letta di Sicilia sarebbe d’accordo per la ‘sfiducia’ a Lupo. Possibile?
La cosa, così si racconta, avrebbe destato stupore tra tanti dirigenti del Pd siciliano che non sembrano molto convinti. Ma il tema non è scoprire che se questi ipotetici seguaci di Enrico Letta in Sicilia abbiano o no firmato la mozione di sfiducia al segretario regionale Lupo: il vero tema è scoprire se è vero che Enrico Letta è d’accodo o meno con la sfiducia a Lupo.
La questione, così, da siciliana, diventa nazionale. Perché a indicare Rita Borsellino candidata ‘unica’ del Pd alle elezioni primarie del centrosinistra a sindaco di Palermo è stato il segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani. Certo, lo ha fatto ‘sentito’ il parere del segretario del Pd siciliano, Giuseppe Lupo. Ma l’ultima parola su Rita Borsellino candidata alle primarie di Palermo l’ha pronunciata Bersani.
Contro Lupo, è noto, si sono scatenati Cracolici e Lumia. Che stanno raccogliendo le firme per ‘silurare’ il segretario regionale del partito. ‘Silurare’ Lupo, però, significa contestare Bersani. Se, come vanno dicendo Cracolici e Lumia, i seguaci di Letta in Sicilia si sarebbero schierati a favore della mozione di ‘sfiducia’ a Lupo, ebbene, ciò significherebbe che anche Enrico Letta si sarebbe schierato contro Bersani.
Da qui l’interrogativo: il vice segretario del Pd, Enrico Letta, contro il segretario Bersani? A giudicare da quello che si racconta in Sicilia – o meglio, a giudicare da quello che dicono Cracolici e Lumia – sembrerebbe di sì. C’è da crederci?